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Quale sarà  il futuro del Mac mini? Alla scoperta del piccolo di Apple

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C’è anche il catastrofista che prevede, dopo l’abbandono definitivo di Firewire, anche l’uscita di Apple dal settore dei computer fissi. Via i Mac Pro, gli iMac e i Mac mini, Apple si concentrerà  solo sui portatili, che fanno il 70% delle sue vendite di computer. Magari questo è un po’ troppo, però se si scava sotto quel che succede nel mondo dei computer fissi prodotti da Cupertino, si scopre che il viaggio tocca da vicini il Mac mini.

Macchina che la ami o la odi. C’è chi non la considera minimamente e chi non potrebbe vivere senza. Il Mac mini è così: l’unico Mac venduto senza nient’altro che il computer e il trasformatore elettrico (vi ricordate il Macworld del 2005 in cui Steve Jobs annunciò che si trattava di un computer supereconomico perche poi il resto – tastiera, mouse e video – dovevate procurarvelo voi?), utilizzato come server casalingo, come apparecchio entry level o anche come robusto e divertente Mac per la vita di tutti i giorni. Di sicuro, più piccolo di lui che fa girare Mac Os X in versione completa c’è solo la coppia iPhone-iPod touch e l’Apple Tv (anche il MacBook Air pesa leggermente di più: 3 libbre contro le 2,9 del mini).

Adesso, la domanda che viene avanti a partire dalla fine del 2007 è: quale sarà  il futuro del Mac mini? Quando verrà  rinnovato? Le ipotesi si inseguono ogni volta che c’è un nuovo evento Apple: si tratti di un Macworld o di un altro incontro, ci sono appassionati e “storici” della Mela che continuano a ipotizzare un cambio di passo per il piccolo di Cupertino. Perché?

Di sicuro il design andrebbe ritoccato (anche se è da sempre quello più in linea con lo stile attuale, materiali a parte) e “unibody-alluminizzato”. Poi, c’è il tema delle scorte. Una delle spiegazioni del motivo per cui l’attuale Mac mini va avanti è che Apple lo sta usando per finire le scorte di acquisti un po’ scellerati degli anni passati: è solo una deduzione, ma le schede Intel GMA 950 fornite per la striminzita parte grafica del mini non sono più prodotte dall’azienda (i MacBook di policarbonato vennero aggiornati alle X3100 per questo e poi, terminate di produrre anche quelle, si passò alle attuali Nvidia 9400m).

La parte della grafica non è l’unica a essere rilevante. Dentro il Mac mini finiscono ad esempio i dischi da portatile da 80 e 120 Gb (anche 160, come i MacBook entry level, tutti a 5400 rpm) e memoria ram Ddr2 a 667 Mhz su formato 200 pin Pc2-5300. In più, nei Mac mini finiscono anche i vecchi Dvd-Cd Combo, che leggono Dvd e masterizzano Cd e non vengono più usati da nessun altro prodotto Apple. Come dire: anche se ne vendono pochi (e non ne vendono pochi), nei Mac mini finiscono tutti i surplus di acquisto fatti per altre linee di prodotti attualmente mutati nelle loro componenti.

Come se non bastasse, il Mac mini permette di mantenere sempre di avere due segnalibri sui prezzi di 499 e 699 euro (per i modelli a 1,83 e 2 Ghz) che rende anche in termini di immagine. Il Mac mini, al di là  del suo pubblico di affezionati, è poi un ottimo strumento per le offerte commerciali da fare alle scuole, ai musei e alle organizzazioni che vogliono Mac ma non vogliono (per motivi loro) la spesa di un iMac 20.

Qual è allora il futuro? Ci sono tre strade, a rigor di logica. àˆÂ molto semplice: Apple può 1) chiudere la linea dei Mac mini, 2) rinnovare radicalmente la linea dei Mac mini; 3) fondere la linea dei Mac mini con altri prodotti che potrebbero essere 3a) l’Apple tv oppure 3b) l’iMac. Vediamo le ipotesi in dettaglio.

1) Se Apple decide che il peso del mercato dei portatili è preponderante, ha finito di smaltire i vecchi componenti elettronici e non vuole investire nella progettazione di un nuovo Mac mini né complicarsi la vita nei negozi con un’altra referenza da insegnare ai commessi e da far digerire ai clienti, allora il Mac mini è finito. Zut. Finish. Kaputt. Basta.

2) Se Apple decide che il Mac mini ha un futuro e che il suo posizionamento rimarrà  quello attuale (piccolo, economico, e compratevi voi monitor-tastiera-mouse) allora non farà  altro che dargli una bella spazzolata. Il che vuol dire: design in alluminio probabilmente unibody (il mini mutua molte tecnologie dal mondo dei portatili, quindi perché anche non questa), nuove tecnologie che poi sono sostanzialmente quelle che si vedono sugli attuali MacBook da 13 pollici (scheda Nvidia, dischi, ram, processore, bus da 1 Ghz e via dicendo), prezzo in linea con quello attuale.

3a) Apple potrebbe decidere di cogliere una dei possibili usi del Mac mini, e renderlo il più importante. Per molti il mini è infatti una sorta di “ricco” media center da usare grazie a Front Row e al telecomando Apple collegandolo direttamente al televisore, con il vantaggio che si vedono subito i Divx senza crack complicati. Altri usano la Apple tv per questa stessa cosa. Apple potrebbe fondere i due prodotti, realizzando sostanzialmente una versione del mini con più porte audio-video (Hdmi oltre a mini DisplayPort e altre), il software di Apple tv adattato al mondo Mac (e questo potrebbe potenzialmente trasformare qualsiasi Mac in una Apple tv e far diminuire l’importanza di iTunes come centro di tutte le attività  multimediali e commerciali dei Mac)

3b) Ma Apple potrebbe anche decidere che è tempo di migrare. E che due prodotti nel settore computer da scrivania per il mercato consumer sono troppi. E quindi “fondere” gli iMac con i Mac mini in un’unica linea. In pratica, la forma sarebbe quella del Mac mini rinnovato (si veda il punto 2), e la potenza quella dell’iMac. Lo scopo sarebbe spingere anche la vendita dei nuovi display da 24 pollici (e quelli nuovi che verrebbero prodotti in futuro) realizzando così una notevole sinergia: portatili e iMac-mini avrebbero lo stesso tipo di display da usare, facoltativo in un caso, praticamente obbligatorio nell’altro.

Quale che sia la decisione di Apple, queste quattro ipotesi parrebbero essere quelle sul tavolo davanti a Steve Jobs e i suoi uomini. Vedremo in futuro cosa succederà . Forse anche prima di quanto ci immaginiamo.

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