Una ricerca di PatentFreedom evidenzia come Apple sia la principale vittima dei ladri di brevetti, quelli che in gergo sono definiti “patent troll”, truffatori che comprano la paternità d’idee per non farci nulla ma solo guadagnarci al momento opportuno. Si tratta di una vera piaga per molte aziende poiché l’unico scopo dei patent troll è quello di raggranellare denaro intentando continue e costose cause legali.
Aziende minuscole costringono anche grandi colossi a pagare per l’uso di particolari tecnologie o li accusano di avergli derubato le idee. Negli ultimi anni molteplici compagnie sono arrivate al successo grazie allo stratagemma di comprare i brevetti di prodotti e servizi su cui si basavano molte tecnologie emergenti di ricercatori o aziende sulla via del fallimento.
Dalla ricerca di PatentFreedom su 710 gruppi, emerge che Apple è la società maggiormente presa di mira dal patent trolling. Dal 2009 ad oggi sono state ben 171 le cause immotivate che la casa della Mela ha dovuto sostenere; il picco è stato raggiunto lo scorso anno con 44 contestazioni. Seguono HP con 137 cause e Samsung con 133.
Uno studio del 2010 sui patent troll e sui brevetti software ha dimostrato che il 90% delle cause intentate dai patent troll finisce in una bolla di sapone. Questo dato è solo in apparenza positivo, poiché in realtà la maggior parte delle aziende minacciate da querela, finisce col conciliarsi o accordare i costi di licenza, preferendo evitare i costi delle controversie. I patent-troll giocano con i brevetti software una sorta di lotteria attaccandosi alle debolezze di un sistema che per molti osservatori deve essere rivisto; la quantità di tempo e lo spreco di risorse di queste cause, così come il gran numero di aziende che pagano senza attendere l’esito del procedimento legale, indicano che vi è un grave problema da affrontare.