Arriva la stroncatura di Jobs il film che rappresenta la prima trasposizione sul grande schermo della vita del co-fondatore della Mela. Il pollice verso è stato (virtualmente) mostrato da numerosi critici cinematografici sia su carta stampata che on line come dimostra Rotten Tomatoes, il più importante ed affidabile degli aggregatori di recensioni della stampa cinematografica specializzata. Nella pagina dedicata alla pellico con protagonista Kutcher il punteggio è impietoso: 25/100 in pratica quella che potremmo definire la piena insufficienza, ma se si prende in esame solo la schiera dei critici più influenti, il punteggio scende ulteriormente, raggiungendo il 18/1oo un dato che galleggia poco sopra i film spazzatura.
La maggior parte dei giudizi per la stroncatura di Jobs parlano di “occasione mancata”, di un film “superficiale” che si limita a riproporre una figura mitizzata dell’ iCeo di Apple, priva del necessario approfondimento psicologico e spesso espressione più delle aspettative delle idee del pubblico che della realtà biografica. Una debacle che potrebbe ottenere qualche consolazione dal botteghino, ma che per il momento – almeno a livello di critica – candida il film con Ashton Kutcher come un flop.
Le cose vanno un po meglio su Metacritic, un altro importante aggregatore che se pure meno specializzato, è una fondamentale fonte per capire l’accoglienza da parte della critica di Jobs. Qui troviamo un punteggio di 43, sotto la sufficienza ed indice di recensioni contrastate; il problema sta nel fatto che le stroncature arrivano dalle testate più influenti (ed esigenti) come il New York Times («palesemente insufficiente»), il Washington Post («troppo denso e quindi privo di uno sguardo sui risvolti psicologici di Jobs»), Los Angeles Times («si dovrebbe dire che è lento, stereotipato, prevedibile come un film per la TV, ma in realtà oggi ci sono film per la TV realizzati con più verve»). Slant Magazine, dissacrante, ma assolutamente influente testata on line, un riferimento per la pop colture addirittura colpisce con la mannaia non solo assegnando uno zero al film ma aggiungendo anche: «attore e registra sono miglia fuori (ovviamente in negativo NDR) dal ruolo che ricoprono e quel che hanno messo insieme è penoso e incapace di intrattenere. Fa tutto quel che è possibile fare in negativo, tranne che pisciare sulla tomba del protagonista del film»
La stroncatura di Jobs giunge anche da uno dei principali diretti interessati, ovvero Steve Wozniak, che dopo aver visto il film lo ha brevemente recensito su Gizmodo, definendolo “divertente” ma non abbastanza da consigliare di andare a vedere il film al cinema. Secondo Wozniak il problema del film è quello di essere una “fiction” priva di aderenza con la realtà, un difetto che il Woz imputa direttamente a Kutcher e alla sua immagine di Steve Jobs, probabilmente mitizzata in maniera eccessiva, soprattutto nella prima fase della carriera dello scomparso co-fondatore della Mela, che secondo Wozniak sarebbe stata da trattare in maniera diversa.
Wozniak risponde anche allo stesso Ashton Kutcher, che lo aveva accusato di essere in conflitto di interessi perché consulente per la produzione del film ufficiale, prodotto da Sony e alla cui sceneggiatura sta lavorando Aaron Sorkin. Come fa notare Wozniak, gli era stato offerto di lavorare anche al film con Kutcher, ma la sceneggiatura era già stata decisa e il Woz ha deciso di declinare l’offerta, non potendo pretendere di rivedere uno script che, a suo parere, era incongruente con la realtà.
Per chi attende notizie per il debutto di Jobs anche in Italia, come abbiamo riferito nelle passate settimane, il film dovrebbe andare nelle sale il 3 ottobre.