Arriva un altro no di Nintendo alla possibilità che l’azienda giapponese si apra alle piattaforme esterne e decida di sviluppare su altri sistemi, come per esempio iOS o Android. Il no di Nintendo è espresso con forza dal presidente Satoru Iwata intervistato da CVG: secondo Iwata sviluppare su altre piattaforme sarebbe una strategia valida per un piano industriale di corto respiro, capace di portare profitti nell’immediato ma destinato a fallire a lungo termine.
Decidere di sviluppare su altre piattaforme scalfirebbe uno dei pilastri storici dell’azienda, ovvero la stretta sinergia fra hardware e software:
Quello che credo è che Nintendo sia una società molto particolare, perché conduce il suo business progettando e presentando alle persone hardware e software – integrandoli, possiamo essere unici. E poichè abbiamo sviluppatori hardware e software nello stesso edificio, si stimolano a vicenda.
Dietro al no di Nintendo sembra celarsi dunque una filosofia che ricorda da vicino quella di Apple che nel corso degli anni ha sempre puntato sulla diretta integrazione ed ottimizzazione dell’hardware e del software prodotti in casa e ne ha sempre fatto un punto di forza, sebbene il successo di iOS sia dovuto anche all’ampio supporto da parte degli sviluppatori molto attivi su App Store.
Il no di Nintendo e le parole di Iwata, però, ricordano anche (e pericolosamente) quelle di Anssi Vanjoki, che nel 2010 sostenne che scegliere il sistema operativo Android per Nokia sarebbe stato come “urinarsi nei pantaloni di inverno per riscaldarsi” ovvero una soluzione capace di dare qualche beneficio a livello immediato ma nel complesso una pessima scelta. Tutti sanno come si è evoluto il mercato: dopo aver scelto Windows Phone, il market share di Nokia è rapidamente crollato e l’azienda finnica ha dovuto cedere lo scettro a Samsung, che invece aveva puntato tutto su Android.
Al momento Nintendo può contare ancora sui buoni risultati di vendita del suo Nintendo di 3DS, ma i pessimi riscontri di mercato della Wii U (che lo scorso luglio pare abbia venduto solo 160 mila unità) ha spinto molti osservatori a suggerire all’azienda di Super Mario di iniziare a considerare l’apertura verso altre piattaforme.