Apple sta lavorando per un sbarco internazionale del suo negozio per libri digitali presentato in occasione del lancio di iPad. A dirlo è una ricerca personale pubblicata oggi da Apple nel contesto della quale si cerca un manager per l’espansione al di fuori dei confini statunitensi.
Il ruolo del dirigente, che dovrà operare in paesi di lingua inglese (Canada, Nuova Zelanda, Australia) lascia immaginare che la strategia per ora sia quella di sviluppare il mercato in aree geografiche linguisticamente omogenee a quelle della patria di Apple. Anche se, come nota Macrumors, non viene specificata chiaramente la regione esatta dove è previsto l’ampliamento (nella proposta di impiego sono genericamente citate anche “altre nazioni” oltre a quelle sopracitate), la locazione del manager che potrebbe essere collocato in Canada o in Australia lascia pochi dubbi in proposito.
Apple ha una lunga storia imprenditoriale connessa a strategie che puntano in primo luogo ad un rafforzamento del suo business in paesi di cui i suoi dirigenti parlano la stessa lingua, basti pensare a quello che è accaduto con iTunes o con gli Apple Store, e sarebbe strano che non fosse così anche per l’iBook store. Per altro va anche detto che per alcuni paesi ci sono ostacoli che vanno di là delle semplici ragioni linguistiche e che sconfinano in legislazioni difficili da comprendere da parte degli americani, norme sul copyright complesse e una burocrazia bizantina e capace di rendere difficoltose anche le cose più semplici, caso in cui purtroppo rientra anche il nostro paese.
Ricordiamo che l’iBook Store è chiaramente indicato come una funzione di iPad solo nelle pagine americane dedicate al tablet. Altrove la libreria digitale non è neppure citata. Almeno per ora.