C’è un’Italian connection nella vicenda che dovrebbe portare Apple a registrare il marchio iWatch in Europa? Secondo le ricerche compiute da MacWorld, Cupertino potrebbe essere costretta a fare i conti con una società del nostro paese o, comunque, con le norme e le leggi italiane quando e se deciderà di richiedere il diritto a sfruttare legalmente questo nome.
Il marchio in Europa appartiene infatti ad una non meglio precisata Probendi, una società che ha registrato il marchio in Unione Europea ma il cui riferimento sembra essere in Italia come dimostra l’indirizzo postale indicato in fase di registrazione. Il sito web Prebendi.com punta però ad una società con sede nel Delaware, sull’East Coast statunitense. Come se questo non bastasse, a complicare la vicenda c’è l’indicazione di un indirizzo di Bogotá in Colombia per le negoziazioni commerciali.
Probendi si presenta come una società che offre servizi in network e probabilmente non ha niente a che fare con i prodotti Apple e non produce né distribuisce alcun prodotto concorrente con quelli della casa di Cupertino. Il nome iWatch è usato per un’applicazione in grado di “inviare audio e video in real-time e dati di localizzazione a piattaforme di Critical Governance” (sorveglianza di enti come polizia, guardia forestale, protezione civile, enti per la protezione dell’ambiente, ecc.), per cui il “Watch” che fa seguito alla “i” non è il sostantivo per “orologio”, ma probabilmente per “osservatorio” o il verbo “osservare, guardare”. In Europa il nome “iWatch” appartiene a Prebendi sin dal 2008 e se Apple deciderà di usarlo, non mancheranno loccasioni di battaglia. Potrebbero ad ogni modo anche esserci alternative; Apple potrebbe ad esempio acquisire senza troppo clamore il nome, oppure arguire che non esiste possibilità di confusione tra i due prodotto cui si riferisce il nome, come già accaduto in passato in casi simili