IL GRANDE E POTENTE OZ (Sam Raimi)
Giovane mago da fiere di second’ordine, si ritrova a fuggire dai guai su una mongolfiera che lo trasporta nel magico mondo di Oz; qui verrà accolto come un salvatore anche se lui mirerà solo a conquistare il ricco bottino della ricompensa, senza curarsi delle streghe cattive. Prequel ideale della famosa fiaba omonima, diventata un film classico nell’adattamento cinematografico con la Garland di fine anni 30.
PERCHÈ VEDERLO? Scelta coraggiosa quella della Disney che produce la pellicola nell’affidarla allo specialista dell’horror Raimi, che per l’occasione mantiene una visionarietà dark riuscendo però a smorzarla con colori sgargianti e situazioni più leggere. La potente regia e lo straordinario impianto visivo stordisce i sensi, ma non dimentica di esaltare la storia della trasformazione di un furbo manipolatore in un redento portatore di speranza. James Franco mette la faccia in tutti i sensi dando prova delle sue qualità espressive. L’omaggio finale al cinema e l’illusione come arte è una delle più belle cose viste ultimamente per sensibilità e coinvolgimento emotivo. Che il sogno cominci…
IL GRANDE E POTENTE OZ costa 9,99 euro (11,99 in HD; 3,99 e 4,99 euro in HD)
BROKEN CITY (Allen Huges)
Taggart è un detective privato con un passato da dimenticare come poliziotto; viene ingaggiato dal sindaco di New York per indagare sulla moglie infedele, ma si ritrova strada facendo al centro di più ricatti e a dover fare i conti con l’episodio che ha segnato la sua prima parte di carriera. Primo film in cabina di regia di Allen senza il fratello, insieme autori di “V per vendetta” e “La vera storia di Jack lo squartatore”.
PERCHÈ VEDERLO? Noir forse non originale ma impeccabile nella forma e nel contenuto e sorretto da un’ottima prova corale degli interpreti. Su tutti l’ottimo Wahlberg, attore sottovalutato ingiustamente che al pari dei coetanei Di Caprio e Damon ha stoffa da vendere e qui lo dimostra con sfumature interpretative degne di una maturità ormai raggiunta.n Strizzando l’occhio alla poetica sotteranea del migliore Ellroy, una pellicola d’atmosfere malsane che immerge lo spettatore in una metropoli buia, ingannevole e votata al potere più bieco. La redenzione passa da un inferno purtroppo troppo reale.
BROKEN CITY costa 8,99 euro (9,99 in HD; 3,99 E 4,99 in affitto)
ALI’ HA GLI OCCHI AZZURRI (Claudio Giovannesi)
Storia dell’amicizia profonda di Nader e Stefano, uno egiziano islamico e strafottente e l’altro italiano sbandato e ferito nell’orgoglio, nella periferia romana desolata e fatiscente. Il colore delle lenti azzurre del protagonista è la metafora del cambiamento di figli di seconda generazione in cerca di una propria identità. Pellicola fortemente pasoliniana, contemporanea.
PERCHÈ VEDERLO? Opera commossa e lirica che in continuo equilibrio contrastante si spende tra gelosie, religione, ribellione e interrogativi morali. Tanta carne al fuoco che viene mantenuta viva da una regia attenta ai protagonisti, senza sentimentalismi gratuiti. Integrazione sofferta che grida vendetta ma che cerca serenità attraverso sguardi taglienti e poco rassicuranti in una continua fuga da prigioni tradizionali poco allettanti per adolescenti in cerca di sè stessi. Cinema di formazione e di domande a cui non sempre le risposte sono annesse per difficoltà di vedute o solo per complessità di sguardi. Opera coraggiosa da premiare e consigliare.
ALI’ HA GLI OCCHI AZZURRI costa 13,99 euro (16,99 in HD; ORDINABILE IN ANTEPRIMA)
SUGAR MAN (Malik Bendjelloul)
La curiosa ed incredibile storia di Sixto Rodriguez, cantantautore negli anni 70 rock melodico con due album all’attivo poi scomparso nel nulla; per una fortuita scoperta i suoi componimenti diventano celebri in Sudafrica durante l’apartheid per i testi incitanti la ribellione tanto da scatenare la ricerca dei fan. Stupefacente documentario vincitore lo scorso anno dell’Oscar nella categoria omonima.
PERCHÈ VEDERLO? Uno di quegli oggetti di culto sul quale dare poche dritte per non rovinare le innumerevoli sorprese e la storia veremente incredibile. Il regista riesce abilmente a narrare un personaggio quasi mitico con la sua assenza, attraverso le voci di fan fantasma e di spezzoni originali a sua volta montati con inserti digitali postumi. Un’operazione intelligente e stimolante che va alla ricerca di un mito con una meticolosità appassionante strada facendo. Un piccolo gioiello di originalità che merita in pieno l’importante premio vinto, nonostante qui da noi sia stato bellamente snobbato; motivo in più per vederlo ora e farsi travolgere da note scritte durante un fermento unico della storia della musica.
SUGAR MAN costa 6,99 euro (solo affitto)
THE ELEPHANT MAN (David Lynch)
Ecco a voi John C.Merrick, affetto da una rara forma di neurofibromatosi, che nella metà dell’Ottocento diventa prima fenomeno da baraccone nei circhi itineranti, poi svago esotico di salotti borghesi londinesi. Troverà rifugio in ospedale seguito dalla sensibilità del giovane medico Treves. Capolavoro assoluto del maestro Lynch, qui impegnato a giocare in sottrazione rispetto alla sua solita visionarietà per regalare un’opera unica e irripetibile.
PERCHÈ VEDERLO? Una sottile ed emozionante riflessione sull’umanità decadente di fronte ad ogni forma di mostruosità sociale e politica, attraverso gli occhi e l’intelligenza di un individuo non riconosciuto parte della società e trattato come tale. La mostruosità che si cela nel cuore degli uomini di fronte ad una creatura disarmata e vessata viene trattata con delicatezza e vivo coinvolgimento da un autore immenso e da un impianto visivo straordinario, impreziosito da uno splendido bianco e nero. John Hurt recita con gli occhi sotto la maschera deforme del mostro, mentre Hopkins dà prova della sua ricercata teatralità. Un viaggio che deforma il fisico per approdare allo spirito di un uomo, di una società, di un mondo ancora purtroppo oggi vivido e presente.
THE ELEPHANT MAN costa 7,99 euro (11,99 in HD, 2,99 e 3,99 in affitto)