Con OS X 10.9 il meccanismo di condivisione dei file Apple passa per default dal protocollo Apple File Sharing all’SMB2 di Microsoft, migliorando performance, sicurezza e funzionalità multipiattaforma. Lo segnala Appleinsider facendo notare che i Mac con OS X 10.9 “Mavericks” permetteranno di attivare per default la condivisione usando l’SMB2, passando invece al precedente AFP quando sono connessi a macchine con le precedenti versioni di OS X o è necessario gestire i backup di Time Machine.
Apple ha sin dagli anni ’80 gestito e migliorato il protocollo AFP, parte integrante del sistema di networking noto come AppleTalk; la società è poi passata dal sistema proprietario al TCP/IP, protocollo standard utilizzabile anche nelle reti dove sono presenti sistemi operativi diversi. L’AFP era fino a OS X 10.8.x Mountain Lion il protocollo attivato per default per la condivisione di file e cartelle tra Mac e Mac.
Il protocollo di rete SMB (“Server Message Block”), nato originariamente da un progetto di IBM e poi ampiamente sviluppato da Microsoft, è quello utilizzato di default da Windows per la condivisione dei file. Come quello di Apple, anche il protocollo di Microsoft era originariamente studiato per operare al di sopra di NetBIOS ma è stato successivamente modificato permettendogli di agire direttamente anche su TCP/IP.
Alla fine degli anni ’90 Microsoft ha provato a rinominare l’SMB in CIFS (“Common Internet File System”) nel tentativo di rendere il nome più adatto all’uso in moderni ambienti cross-platform, ma la nuova denominazione non ha mai realmente preso piede.
Benché proprietario, sfruttando tecniche di reverse engineered è stato possibile comprendere e ricreare il meccanismo di funzionamento del protocollo SMB; questo ha portato allo sviluppo dell progetto open source Samba consentendo a sistemi Unix-like di sfruttare funzionalità di condivisione file con Windows. Apple ha implementato questo protocollo in Mac OS X fin dalla release 10.2 permettendo di sfruttare condivisioni e accedere a file server con Windows. Il protocollo è stato utilizzato anche per consentire a Mac OS X Server di lavorare come controller di dominio NT per gestire gli account del network, creare profili di roaming e directory personali (“home directory”) disponibili agli utenti di PC con Windows.
Con Windows Vista, Microsoft ha perfezionato l’SMB, integrando vari miglioramenti a livello di prestazioni rispetto all’implementazione precedente, supportando operazioni di lettura e scrittura di dimensioni maggiori (per ottimizzare l’utilizzo di reti più veloci, anche a latenza elevata), la memorizzazione di cartelle e proprietà file nella cache (i client mantengono copie locali di cartelle e file), offrendo funzioni che permettono di riconnettersi al server in modo trasparente in caso di disconnessione temporanea (ad esempio su una connessione wireless) e prevedendo funzionalità scalabili per la condivisione di file (incremento nel numero di utenti, condivisioni e file aperti per singolo server).
In Windows Vista Microsoft ha eliminato il vecchio codice che impediva di modernizzare alcune funzioni, con il risultato di avere a disposizione un protocollo moderno con ulteriori miglioramenti in termini di performance, funzionalità e sicurezza.
Samba inizialmente non supportava le funzionalità di SMB2; il team che cura Samba ha qualche tempo addietro trasferito il progetto verso un modello di licenza (GPLv3) più restrittivo, impedendo l’uso in software commerciali e forse questo è uno dei motivi che ha impedito la presenza del servizio in Lion e Mountain Lion. Da OS X 10.7 Apple non ha più integrato lo strumento che fornisce servizi di condivisione di file e stampanti a client SMB/CIFS ma ha implementato un proprio sistema di condivisione file e cartelle per Windows denominato “SMBX”, destinato a sostituire Samba e con integrato il supporto iniziale per l’SMB2 di Microsoft.
Anziché mantenere il supporto ad AFP e SMBX, Apple con OS X 10.9 “Mavericks”per la gestione dei file condivisi ha preferito andare sul sicuro e puntare sul protocollo SMB2 di Microsoft permettendo di scambiare file, documenti e sfruttare funzionalità di condivisione supportate da Windows Vista, 7 e 8.
Nella documentazione per gli sviluppatori Apple evidenzia che l’SMB2 è “superveloce, aumenta la sicurezza e migliora la compatibilità con Windows”. È evidenziata anche la funzionalità intrinseca di associazione di richieste, grazie alla quale è possibile l’invio di più istanze SMB 2 come singola richiesta di rete. SMB2, inoltre, integra il supporto di MTU di grandi dimensioni e prevede funzionalità di risparmio energetico.
Apple continuerà come già detto a supportare anche AFP per la condivisione con i Mac sui quali sono presenti le vecchie versioni del sistema operativo e per il backup/ripristino da Time Machine. OS X 10.9 Mavericks include inoltre il supporto per NFS v3 e v4, protocolli di rete comunemente supportati da Solaris e comunemente usati su Linux. Una nuova funzionalità denominata AutoFS permette agli amministratori di specificare il montaggio automatico dei percorsi NFS (comodo chi usa Linux o Solaris). In termini di sicurezza, NFS può sfruttare l’autenticazione Kerberos in alternativa al sistema Unix-like nei quali ciascun’utenza è associata a un numero che la identifica (UID).
Interessante notare che Apple ha integrato sin da OS X 10.4. x il supporto per una tecnologia simile alle ACL (Access Contro List) di Windows, un meccanismo usato per la creazione di regole complesse che determinano l’accesso alle risorse di rete, integrando varie migliorie all’esistente sistema di permessi Unix-style delle precedenti versioni di OS X. Il sistema ha permesso la comunicazione di Mac e PC con i servizi Active Directory adottati di Microsoft.
Per quanto riguarda il file system, OS X 10.9 Mavericks continuerà a usare l’HFS+ con supporto per il journaling; il FAT32 è supportato in lettura/scrittura e l’NTFS per default in sola lettura.