Apple ha chiuso l’accordo per l’acquisto di Lala.com. La finalizzazione delle trattative non è stata ancora ufficializzata da un comunicato o da dichiarazioni che ne descrivono i dettagli, ma sia il Wall Street Journal che il New York Times come il Financial Times, danno per chiuso l’affare citando fonti interne alla stessa Apple, tra cui uno dei portavoce della società .
In assenza di commenti ufficiali (anche i vertici di Lala.com restano, per ora, in silenzio) è impossibile descrivere i contorni della vicenda. Il New York Times però fa riferimento a trattative partite per iniziativa della stessa Lala, in difficoltà nel materializzare un piano operativo che a breve termine avrebbe potuto fornire garanzie di un ritorno economico; anche la liquidità sarebbe stata in calo visto che Warner Music, uno dei finanziatori, ha quasi dimezzato il suo investimento riducendolo da 20 a 11 milioni di dollari. Di qui il contatto con Eddie Cue, capo del settore che si occupa di iTunes; Apple, secondo il New York Times, non sarebbe stata particolarmente interessata alle tecnologie di Lala, quanto ai cervelli che hanno lavorato al servizio di musica in streaming e on demand. Per altre le licenze acquisite da Lala per la distribuzione di musica non sono trasferibili.
Nonostante Apple possa avere avuto maggiore interesse ai dirigenti, incluso il Ceo Bill Nguyen, e agli ingegneri di Lala che al servizio, appare piuttosto improbabile che la ragione dell’acquisizione non abbia almeno parzialmente a che fare con l’esperienza nella musica in distribuzione diretta e su richiesta. Tra le ipotesi che si possono avanzare in primo piano c’era e resta quella della possibilità di un servizio di streaming di musica via rete cellulare o via Wifi sui dispositivi mobili. Un servizio di questo tipo ridurrebbe l’occupazione di memoria interna e sarebbe utilizzabile come una specie di radio, in stile Pandora. Collegato alla funzione Genius si avrebbe anche un sistema che crea play list personalizzate sulle preferenze dell’utilizzatore, capace di far ascoltare per intero le canzoni consigliate sulla base degli acquisti o della frequenza degli ascolti, magari dietro pagamento di un canone o di un costo per ciascuna play list genius trasformata in play list streaming.