Doveva essere la rivincita. Grazie a lui doveva partire un’intera, nuova linea di business miliardario per Microsoft. Dopotutto, Apple con l’iPod ci ha costruito un impero che dura da oltre otto anni. E invece, non ne vuole proprio sapere. Come dimostra anche quest’ultimo Natale. Stiamo parlando dello Zune, il fratello povero, ma sarebbe meglio dire “brutto” (anche se non esteticamente), dell’iPod touch, perché non sono pochi certamente i soldi che Microsoft ha investito nel dispositivo in questi ultimi anni.
La sua storia sembra essere degna di Charles Dickens, mentre i bambini buoni ricevono i loro iPhone e iPod, ci sono solo i corvi che sono costretti a portare via uno Zune. A raccontare questa favola, perlomeno, sono i dati di Amazon le cui statistiche, essendo il più grande negozio su Internet al mondo, devono sempre essere tenute in considerazione. Per giunta lo Zune è venduto solo negli Usa e il fatto che su Amazon, che negli Usa controlla una larghissima fetta del mercato dei dispositivi elettronici, lo scontro epocale tra iPod e Zune abbia visto vincere l’iPod con partita sospesa al secondo o al terzo inning per manifesta inferiorità dell’avversario è molto significativo.
Perché non ce la fa lo Zune? Perché c’è l’iPod touch, spiega addirittura Pc World, la rivista che, almeno un tempo (oggi le cose sono un po’ diverse…) dovrebbe tutelare l’interesse degli apparecchi che utilizzano il codice made in Redmond. Così, mentre l’iPod touch questo Natale ha letteralmente toccato le stelle, lo Zune è finito come in una sorta di favola nera in fondo alla classifica. I prodotti Apple si sono classificati al secondo e al terzo posto, quello di Microsoft addirittura all’86° posto, a poca distanza dal centesimo che rappresenta l’ultimo prodotto venduto “tracciato”.
Le ragioni per cui lo Zune non è apprezzato quanto l’iPod touch sono molteplici. La prima, più evidente, è la mancanza del supporto di un negozio come App Store. La seconda è nel fatto che la stessa Microsoft sembra credere non troppo nel dispositivo in sé (in passato è stato più volte fatto cenno ad una diluizione del brand Zune in una serie di servizi portati su vari prodotti a marchio Redmond). Non va poi dimenticato il fattore “cool”, come lo chiamano gli americani, ovvero la moda legata ad un oggetto del desiderio, simbolico di un’era o di una nicchia che si qualifica agli occhi del mondo come “avanti” ed essa stessa “cool”. Aspetti certamente rappresentati dall’iPod touch, figlio dell’azienda iconica per definizione: Apple.
Non si deve poi dimenticare che, nonostante alcune innovazioni tecnologiche interessanti, alcune anche di una generazione successiva rispetto a quelle dell’iPod touch (come lo schermo Oled o il video HD), il fatto che lo Zune non ha la stessa facilità d’uso di iPod touch né, ancora più importante, rappresenta lo standard. E il fatto di essere “lo standard”, di avere la visibilità totale e non essere costretti a sgomitare per mostrarsi, induce ad ottenere più di un bonus dal mercato, disposto in questi casi a perdonare lacuna e limite ben peggiori di quelle che l’iPod touch ha nei confronti dello Zune. E questo Microsoft dovrebbe ben saperlo, semplicemente scorrendo all’indietro la sua storia commerciale più o meno recente.
In ogni caso quali che siano i motivi del fallimento di Zune la favola nera del bell’anatroccolo che agli occhi di tutti appare come bruttarello, potrebbe non avere più molte pagine da girare. Se è praticamente certo che quello appena passato entrerà nella storia come l’ultimo Natale dello Zune di oggi, se non altro per una mera evoluzione tecnologica, comincia a sorgere il sospetto che non ci saranno molti altri figli del progetto Zune, forse potrebbe non essercene più nessuno. Come accennato, la piattaforma potrebbe dissolversi in una serie di servizi “zuniani”, vendita di musica e video oltre che applicazioni, per tutte le piattaforme di Microsoft, come la Xbox (dove il marchio è già presente) o Windows Mobile. Questa prospettiva già ipotizzata in più occasioni, salvo poi parziali e non troppo convincenti marce indietro, dai manager delle finestre, potrebbe essere accompagnata da accordi forti con partner storici per l’uso di alcune tecnologie viste nello Zune, come gli schermi Oled e degli stessi servizi Zune, così da creare un ecosistema “ibrido” sotto il profilo della gestione (Microsoft per software e servizi, realtà esterne per l’hardware).
Questo assetto, storicamente, è quello che Microsoft ha dimostrato di saper dominare meglio e non è da escludere che qui potrebbe rifugiarsi quel che resterà dello Zune. Che poi ciò basti a combattere o addirittura sconfiggere la macchina da guerra di Apple, la sua visione monolitica fondata su una storia da sempre fatta di integrazione e soluzioni “end to end”, la sua capacità di vendere un prodotto rendendolo in un tempo semplice e potente per clienti finali e partner, desiderabile e iconico, e costruendo intorno ad esso un sistema che sforna milioni di vendite e miliardi di dollari di fatturato, è una storia completamente diversa.