L’evento che tutti stiamo attendendo da mesi se non da anni è a meno di 24 ore di distanza, l’eccitazione sale e con essa anche la raffica di indiscrezioni che cercano di spiegarci in anticipo come sarà il tablet di Apple. Dal turbine di voci, ipotesi, rumors veri e falsi, articoli di testate autorevoli e amatoriali, esce un quadro che ogni giorno cambia di sfondo e di tonalità e che probabilmente alla fine della presentazione di domani avrà molti dettagli diversi da quelli che si danno per scontati. In questa giungla non è facile districarsi, anzi è molto facile sbagliare strada. Proviamo a riassumere tutto quel che si è detto negli ultimi tempi sul tablet, scremando il probabile e l’improbabile, il logico dall’illogico, per aiutare prima di tutto noi stessi a chiarirci le idee, sperando nel contempo di aiutare anche i nostri lettori.
IL NOME
Come si chiamerà il tablet: iSlate o iPad? Tutti e due i nomi sembrano essere stati registrati da Apple attraverso società di comodo, almeno questo quello che emergerebbe da alcuni indizi piuttosto concreti rinvenuti da siti specializzati in indiscrezioni. Al momento il marchio più probabile sembra essere iPad, vicino per assonanza ad iPod e iPhone e in quanto tale capace di richiamare il mondo di Apple, più che iSlate. Per altro iSlate si presta a qualche inopportuno giochino di parole (iSlate si pronuncia come is late, è in ritardo). Ovviamente Apple potrebbe sorprendere tutti con qualche cosa di nuovo e di mai visto; non è infatti detto che i nomi registrati e scoperti in questi giorni siano per forza da attribuire al tablet.
UN TABLET PER FARE COSA
Nei mesi scorsi molti hanno sottolineato la mancanza di un netbook nell’offerta Applee hanno continuato a farlo anche dopo che Jobs in tutte le occasioni utili ha bollato i netbook come nati vecchi, poco funzionali e creati solo per la necessità di affrontare la crisi con un prodotto a basso costo, invece che pensare al loro utilizzo reale. Il Ceo di Apple non è stato creduto e accusato dii voler solo spargere una semplice cortina fumogena intorno ad una sorta di mini-MacBook che segretamente era in preparazione nei laboratori californiani. Ma che da Cupertino non potesse mai uscire un semplice MacBook solo più piccolo e a basso costo è stato quasi subito evidente a tutti coloro che conoscono Apple. Da più di un anno, solo per citare chi scrive, qui e anche su altre testate stiamo teorizzando una strategia che porterà Apple a presentare un prodotto che è la logica prosecuzione di quanto fatto fino ad oggi con l’ecosistema iPhone, iPod touch e App Store. Un dispositivo che rafforzerà iTunes e la piattaforma hardware trasformandoli in un hub totale per la distribuzione di contenuti di tutti i tipi: applicazioni ma anche musica, film, video, Tv, riviste, libri. Tutto quanto può essere digitalizzato è il target del tablet che grazie ad un processore più potente, uno schermo più grande, nuovi accordi di partnership creerà un universo parallelo a quello che abbiamo vissuto fino ad oggi. Apple trarrà da questo assetto grandi profitti, dominando quello che potremmo definire il Web 3.0: un sistema in cui chi crea contenuti digitali sarà lieto di affidare ad Apple il compito di vendere quel che fini a ieri ha dovuto regalare e in cui i clienti saranno disponibili a pagare per avere con qualità e puntualità quello che oggi sono costretti a raccattare, più o meno legalmente, vagando di qui e di là su Internet. Il tablet “chiuso” e collocato su un cuspide costruita sopra ad iTunes Store, non intaccherà il mercato dei computer portatili che resterà indipendente da quello del tablet tenendo lontana Apple dal processo vizioso di erosione dei margini che sta preoccupando più di uno dei grandi produttori di netbook, tutti, chi più chi meno, alle prese con un fenomeno di cannibalizzzione del mercato dei portatili di fascia alta. Il nuovo tablet, ovviamente, farà molto altro oltre che suonare musica, riprodurre video e farci leggere libri e riviste. Grazie al processore più potente, ad un modulo di accelerazione grafica di nuova generazione, al display più grande di quello dell’iPhone, farà girare giochi e programmi più evoluti e anche più costosi di quelli attualmente in vendita su App Store. In questo modo Apple risolverà uno dei problemi che, nonostante i proclami degli ultimi mesi sulle “magnifiche e progressive sorti dello store on line”, affligge la Mela e gli sviluppatori: i costi troppo bassi delle applicazioni e, parallelamente, la qualità non eccelsa di molte di esse. Difficile che per un dispositivo come il tablet qualcuno si faccia venire in mente, per target e per tipologia del dispositivo, di sviluppare un programma da 79 centesimi che ha il solo scopo di riprodurre rumori corporali. Potrebbero essere invece molti gli sviluppatori di primaria importanza, ad esempio quelli nel mondo dei giochi o quelli che operano nel mare delle suite professionali, a credere nella piattaforma lanciando titoli da 9,99, 19,99 o anche 29,99 dollari, oggi una vera rarità nel mondo di iPhone e iPod touch. Lontani da eccessivi rischi di pirateria, protetti dal sistema di vendita tutti in carico ad Apple, legati ad un canale che porta i loro programmi direttamente e facilmente sul “desktop” virtuale del dispositivo, con bassi costi di marketing e nessuno di confezione e distribuzione, i guadagni per gli sviluppatori (e per Apple) potrebbero essere enormi
CONNESSIONE CELLULARE O NO
Il tablet avrà la connessione cellulare o no? I fattori che spingono ad optare per una o l’altra opzione si equilibrano in maniera quasi perfetta. La connessione cellulare, da una parte, obbligherebbe i clienti attuali di iPhone o di altri telefoni ad un altro contratto, oltre a quello per la fonia, per avere la piena funzionalità del dispositivo, e a fare per soprannumero i conti con un’autonomia ridotta. Una connessione cellulare sembra anche essere superflua visto che tutto quel che si può fare con essa si può fare agganciando il tablet in tethering con il cellulare. Chi crede nel tablet connesso, evidenzia, invece, i vantaggi di un sistema con accesso ad Internet in ogni luogo per leggere notizie, mandare email e navigare nelle a reti aziendali e private e una simile opportunità è offerta solo dalla rete cellulare. Per risolvere il dubbio Apple potrebbe fare quel che ha fatto con iPhone e iPod touch: rilasciare una versione del dispositivo con slot Sim e una senza. La versione compatibile con la rete cellulare potrebbe essere proposta, a seconda dei paesi, con contratto oppure privo di esso, lasciando ai clienti la facoltà di utilizzarne uno già sottoscritto. Per ovviare alla saturazione del mercato e alla concorrenza con iPhone, per altro, una seconda opzione a disposizione sarebbe creare una versione per le reti CDMA, tecnologia usata da Verizon negli Usa. In questo modo Cupertino potrebbe allettare una fetta di clienti non ancora in possesso di un iPhone e dare il via ad rapporto, quello con l’operatore mobile americano, in vista dell’ormai inevitabile addio all’esclusiva con At&T su iPhone.
DIMENSIONE DELLO SCHERMO
10 pollici o 7 pollici? Le dimensioni dello schermo sono uno dei fattori più controversi dell’hardware del tablet. Attualmente la maggior parte degli osservatori opta per un display da 10 pollici che è il giusto compromesso tra leggibilità e portabilità , ma altre fonti altrettanto logicamente sottolineano che uno schermo a quella risoluzione potrebbe abbattere sensibilmente l’autonomia, un fattore cruciale se Apple vuol proporre il suo prodotto anche come supporto per e-book. Per questo un buon numero di opinionisti pensano che il tablet possa avere un display da 7 pollici. Anche se un simile schermo può sembrare piccolo, si tratterebbe di quattro volte l’area di visione disponibile su un iPhone. Uno schermo da 7 pollici si tradurrebbe anche nella possibilità di usare la tecnologia AMOLED invece che LCD (attualmente un display da 10 pollici AMOLED è improponibile per ragioni di costi); riduzione dello schermo a 7 pollici e display AMOLED insieme, dicono gli esperti, aumenterebbero l’autonomia del dispositivo dal 40 al 75% dando ai clienti un ulteriore 25% di autonomia se il tablet fosse usato solo come lettore di libri elettronici. Una alternativa sarebbe l’uso di un display con tecnologia ibrida, e-paper ed LCD, come quelli prodotti da Pixel-Qi che in alcune condizioni controllate dal software e dalla luce ambientale usano una tecnologia reflettiva estendendo la durata della batteria. Pixel-Qi ha una stretta connessione con Apple per via di Carlin Vieri. Prima di approdare a Pixel-Qi, dove è a capo del settore ingegnerizzazione, Vieri ha fatto parte del gruppo che ha studiato il display di iPhone e questo potrebbe avere facilitato molto i contatti. Ci sono pochi dubbi, in ogni caso, che al momento la soluzione più semplice da percorrere per Apple è quella di un dispositivo da 10 pollici con schermo LCD e qualche tecnologia speciale per la riduzione del consumo della batteria. E sappiamo bene che Apple di solito opta per le soluzioni più lineari e non rischia troppo su tecnologie non sperimentate preferendo reintepretare quelle già in circolazione.
QUANDO POTRO’ COMPRARLO?
Uno dei pochi dati che sembrano assodati è che il tablet non sarà disponibile immediatamente dopo la presentazione. La strategia di lancio “in differita” è già stata percorsa con iPhone e sarà riproposta, assai probabilmente, anche con il nuovo dispositivo per molteplici ragioni: la necessità di rifinire l’hardware e creare un portfolio di contenuti e di applicazioni (radunando intorno alla piattaforma gli sviluppatori) giocando “allo scoperto” per gli ultimi dettagli commerciali, l’obbligo di ottenere l’approvazione dalla FCC (la Federal Communication Commission) che dovrà certificare i circuiti di trasmissione del tablet, la volontà di creare attesa e fare marketing. Il lancio al mese di marzo, ipotizzato dal Wall Street Journal, pare essere molto attendibile e non solo perché la testata giornalistica è sospettata di apprendere i dettagli che lancia come indiscrezioni da fonti molto più ufficiali di quel che lascia credere. Resta da vedere, e qui cade un altro dei grandi punti interrogativi di tutta la vicenda del tablet, se marzo sarà anche la data di lancio del dispositivo per tutti i mercati o se prima Cupertino non testerà le acque negli Usa. Le ragioni di questa scelta potrebbero essere tecniche (disponibilità di un sufficiente numero di prodotti, compatibilità con le reti cellulari HSDPA) o logistiche, intendendo in questo caso la necessità di lanciare il prodotto quando anche al di fuori dagli Usa ci sarà un numero di accordi sui contenuti tale da rendere appetibile il tablet e attualmente non pare proprio che siano neppure state iniziate trattative in questa direzione al di fuori della patria di Apple. In realtà se la “nuova creazione” (per echeggiare lo slogan usato per l’invito) di Jobs è in grado di suonare musica, di riprodurre video, di lanciare applicazioni per iPhone e magari anche nuovi programmi più sofisticati come giochi o applicazioni per la produttività personale, andare in Internet, mandare email, non ci sarebbero molte ragioni per temere che non abbia un mercato anche al di fuori dagli Usa. Semmai potrebbe essere un problema se la prima versione del dispositivo, per ragioni che attualmente non sapremmo definire, fosse unicamente compatibile solo con le reti CDMA. Questa tecnologia è di fatto ristretta agli Usa e non è compatibile con lo standard GSM/HSDPA adottato nel resto del mondo. Ma Cupertino potrebbe, in attesa dell’indispensabile versione per Europa e resto del mondo, ovviare abbastanza facilmente, lanciando immediatamente una versione con solo Wifi e funzione tethering via Bluetooth. In ogni caso il fatto che per l’occasione Apple non abbia indetto un evento in Europa e che negli Usa siano stati invitati pochissimi e selezionati giornalisti del Vecchio Continente, qualche sospetto lo suscita.
QUALE PREZZO?
Qualcuno ha sperato a lungo in un portatile o un tablet Apple da 499 euro, ma che si tratti di un sogno irrealizzabile è del tutto evidente. Come potrebbe Apple vendere sul mercato un dispositivo da 7 o, peggio, 10 pollici e magari 64 GB di memoria flash allo stesso prezzo di un iPhone 3G da 8 GB o, se preferite, di circa 100 euro più caro di un iPod touch? Lo schermo, la memoria, le nuove tecnologie che il tablet includerà portano a pensare che la cifra di 999 dollari riportata dal Wall Street Journal ci sembra probabile. Potrebbe forse essere lanciata una versione più economica, magari priva di connettività telefonica o con meno memoria interna, ma un dispositivo destinato prevalentemente al mercato del multimedia è difficile da immaginare con meno di 64 GB di memoria flash. Riportato sul mercato europeo il prezzo potrebbe collocarsi tra i 799 e gli 899 euro, un costo n scala, per altro, con i 699 euro dell’iPhone 3GS da 32 GB. Un sistema per ridurre il costo Apple ce l’avrebbe: un accordo con qualche operatore mobile per la sovvenzione del dispositivo, ma ovviamente per attingere a questa risorsa Cupertino dovrebbe quasi obbligatoriamente (fatto salva la non presenza di un porta USB per chiavetta HSDPA) avere una versione compatibile con le Sim telefoniche. Resterebbe poi da vedere se, come e quando questa operazione di sovvenzione sia applicabile anche al di fuori degli Usa o se Apple non preferirà evitare ogni complicazione andando in splendida solitudine sul mercato. E’ noto che in diversi mercati sono stati proprio gli accordi con gli operatori a rendere difficile il lancio di iPhone al punto che ultimamente si sono moltiplicate le offerte commerciali da “liberi tutti” con cellulare sbloccato e venduto a costo pieno.
COME SARA’ FATTO DENTRO E FUORI?
Al di là dello schermo, di cui abbiamo detto, la curiosità di appunta sul resto dell’hardware e del software del tablet. Molti aspetti sembrano scontati: niente tastiera fisica, schermo multitouch, magari con qualche nuova tecnologia, processore proprietario (sviluppato dall’ex team PASemi) basato su ARM Cortex A9 a doppio nucleo, core grafico PowerVR SGX545 o una variante anch’essa proprietaria, 64 GB di memoria Flash, design molto simile a quello di un iPhone o un iPod touch, batterie a lunga durata, e sistema operativo iPhone Os. Molto probabile se non quasi certa la compatibilità con i programmi in vendita su Appe Store; sarebbe a seconda dei punti di vista o stupido o suicida per Apple non avere previsto una qualche forma di compatibilità o facilissima portabilità delle applicazioni per iPhone e iPod touch sul tablet. Centomila programmi, alcuni dei quali già “a target” non possono essere sprecati e lasciati da parte come se non esistessero. Probabile poi che il nuovo tablet abbia anche un chip GPS (per programmi di navigazione e servizi localizzati), un sistema di collegamento a periferiche più sofisticato di quello di iPhone e iPod touch (per una tastiera e un mouse ad esempio), batterie a lunga durata derivate da quelle per i MacBook Pro, profilo simile a quello di un iPhone.
CONCLUSIONE
Resta del tutto inteso che per quanto si presti ascolto ad Internet, per quanta esperienza si possa avere nell’interpretare le indiscrezioni e nel distinguere le fonti e per quanta fiducia si possa porre nei comportamenti passati e nella coerenza delle strategie di marketing di Apple, qualche colpo di coda che devierà la traiettoria arriverà sicuramente. Altrettanto sicuro anche che alcune delle cose che stiamo dando, noi e tutto il mondo, per scontate non la vedremo e che altre appariranno a sorpresa. Scontatissimo, infine, che a chiusura dell’evento di domani qualcuno di noi dirà con sconcerto: “no, questo non può funzionare” e qualcun altro, invece, sarà entusiasta e pronto a mettere mano alla carta di credito. Ci sarà chi amerà il tablet a priori e chi lo odierà a priori, tutti ne parleranno, i giornali saranno inondati dalle sue immagini e i concorrenti cominceranno a pensare a come inseguire e il miracolo laico di Apple si sarà , ancora una volta ripetuto e tutti cominceranno improvvisamente, o forse no, a pensare differente.