La diretta dell’evento l’abbiamo fatta, la prova l’abbiamo pure, il racconto della giornata allo Yerba Buena Center for the Arts di San Francisco anche. Adesso, manca solo di avere in Italia l’apparecchio. Nei giorni scorsi su Macity abbiamo proposto molti punti di vista, il più delle volte critici di come funzioni o non funzioni un prodotto che nessuno ha tenuto in mano, se non i 600 dello Yerba Buena Center (tra cui, esclusiva per le testate on line Macity).
Soprattutto, sembra che in tutto il mondo si sia ricreata una sorta di tifoseria pro e contro iPad come non si vedeva neanche dai tempi dell’iPhone o di nessun altro apparecchio precedentemente lanciato da Apple. Il tempo di attesa prima che arrivino nelle mani degli utenti i primi iPad è relativamente più corto che non quello dell’iPhone. Allora fu necessario aspettare dai primi di gennaio sino a luglio, e solo per il mercato statunitense (si crearono alla dogana italiana lunghissime file di “spalloni” che importavano dagli USA iPhone di prima generazione craccati). Adesso, se Apple rispetterà i tempi, negli ultimi giorni di marzo, vale a dire fra meno di otto settimane, arriverà la versione Wi-Fi per tutti.
Solo in quel momento chi non ha ancora potuto toccare con mano l’iPad (cioè la totalità della popolazione al netto di quei pochi eletti che sono andati a San Francisco la scorsa settimana) potrà effettivamente prendere coscienza della reale portata innovativa dell’iPad. E del suo impatto sull’uso quotidiano per i singoli: perché non dimentichiamoci che molti dei cambiamenti che iPad introduce sono legati a un singolo nodo, centrale nel pensiero di Steve Jobs.
Se è vero, infatti, che ha senso una categoria di “mezzo” fra iPhone e MacBook, tra telefoni intelligenti e computer portatili, allora ce l’ha solo nella misura in cui questa categoria di prodotti come l’iPad è in grado di fare meglio alcune cose. Navigare, guardare la posta, godersi le foto, la musica, i film e i telefilm, i libri. Secondo Steve Jobs e gli ingegneri di Apple questo è il caso di iPad. Per dare loro ragione o torto, è necessario e inevitabile attendere l’arrivo dell’apparecchio fisico. Altrimenti, si chiacchiera sopra il niente.