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Assoprovider: “Un rischio la fusione Telecom Italia con Telefonica”

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Assoprovider, l’associazione di operatori indipendenti nei servizi della connettività  affiliata a Confcommercio, si dice preoccupata delle voci di fusione tra Telecom Italia e Telefonica. “Il non avere preso a suo tempo provvedimenti coraggiosi verso la separazione strutturale della rete Telecom, come indicato ad esempio dal bistrattato Piano Rovati già  nel 2006 oggi comporta il rischio che una rete pervasiva su suolo ed etere nazionali diventi di proprietà  straniera. E’ opportuno che Agcom e il governo smettano di tergiversare e intervengano subito per scongiurare un disastro: per Alitalia ad esempio è stato attuato qualcosa di simile al modello Rovati”.

A detta dell’associazione è necessaria una nuova regolamentazione che riguardi soprattutto le strutture logistiche di supporto (cavidotti, sistemazioni per antenne, edifici per apparati di commutazione, etc.) e questa dovrebbe essere accompagnata dalla creazione di un “catasto pubblico” delle risorse di telecomunicazione che consenta l’accesso a tali strutture a condizioni non discriminatorie e la cui consultazione sia disponibile in modo gratuito per ogni cittadino.

“Vanno scardinati alla radice tutti i tentativi di bloccare la nascita e l’esistenza di nuovi imprenditori del settore delle TLC rivedendo l’entità  dei contributi amministrativi previsti dall’allegato 10 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche; contributi che secondo la direttiva europea che il suddetto Codice recepisce, dovrebbero sanare i puri costi amministrativi sostenuti dal Ministero dello Sviluppo Economico. A tal proposito ci sfugge quale sia il calcolo per cui un operatore che opera in un comune di 210.000 abitanti abbia un costo amministrativo per il Ministero pari al doppio del suo collega che opera in un comune con 200.000 abitanti”.

Assoprovider afferma, infine, che qualora si preveda il contributo economico pubblico nelle TLC da parte di qualsiasi PA (centrale e locale) esso non debba agevolare un operatore economico a discapito di un altro ma debba essere l’occasione per creare infrastrutture “intermedie” (wholesale) utilizzabili da qualsiasi operatore alle medesime condizioni economiche: solo così vi è la certezza della sua efficienza ed efficacia.
[A cura di Mauro Notarianni]

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