Secondo AppleInsider alcune fonti ‘familiari con i piani di Apple per il 2008’ avrebbero affermato che la casa di Cupertino sarebbe interessata al processore per dispositivi mobili ‘Silverthorne’ per l’uso in dispositivi di nuova generazione. Se quanto affermato da Appleinsider, che rilancia una indiscrezione di qualche giorno fa, si rivelasse vero, questo potrebbe significare che Apple potrebbe voler incrementare il proprio ruolo nel mercato consumer. La mossa, oltretutto, permetterebbe ad Intel di salvaguardare gli investimenti in quello che è un processore derivato dal mai del tutto decollato progetto UMPC (Ultra-Mobile PC) di Microsoft conosciuto anche con il nome in codice di ‘Project Origami’.
La CPU in questione è nata pensando ai tablet PC a basso consumo e le specifiche iniziali sono state redatte da Intel in collaborazione con Microsoft e Samsung.
Il mercato dei tablet PC non hai mai avuto il successo sperato. I tentativi di molte case con dispositivi basati su pseudo-varianti di Windows (Windows CE) non hanno mai raggiunto grandi fette di mercato. Gli unici dispositivi che hanno ottenuto un certo margine di successo, sono gli ultra-mobile basati su Linux ma questi, non possono essere definiti dei TabletPC veri e propri ma piuttosto alternative a basso costo di veri e propri laptop.
Lo scorso anno, Intel ha promosso un prototipo di EEE PC (Le tre ‘E’ stanno per ‘Easy to learn, Easy to work, Easy to play”), che avrebbe in qualche modo dovuto riscuotere l’interesse del ‘One Laptop per child’, il progetto che si propone di promuovere un laptop a basso costo per i paesi emergenti e che utilizza il sistema operativo Linux e una CPU prodotta dalla concorrente AMD.
Ad Aprile dello scorso anno, Intel ha svelato il processore Silverthorne e la piattaforma Menlow, gettando le basi per la seconda generazione di dispositivi UMPC e di quelli che Intel chiama ‘Mobile Internet Devices’ (MID).
Appleinsider ipotizza che Intel avrebbe convinto Apple ad utilizzare Silverthorne in qualche nuovo dispositivo portatile, una nuova AppleTV o un MacBook in versione ultra-mobile permettendo così alla casa di Santa Clara di tornare nel mercato dei processori per dispositivi mobili. Molto più difficile che Silvethorne possa arriva in iPhone per ragioni di consumi, soprattutto, ma anche per il fatto che l’attuale versione di Mac Os X per iPhone è studiata per istruzioni ARM.
Da quando è iniziata la partnership con Intel, Apple ha preferito differenziare i propri fornitori di CPU, usando Intel per i computer e Samsung per l’iPhone e gli iPod di ultimissima generazione. La scelta, non è casuale, ma è anche dettata dal fatto che Samsung non è solo il produttore della CPU ARM usata da Apple, ma è anche l’importante partner per la fornitura delle Flash RAM.
Caratteristica unica di Apple è il suo essere agnostica sulle CPU usate e di non essere dunque legata a nessun produttore particolare, contrariamente a quanto accade ai vari Palm, Symbian e dispositivi Windows Mobile / Win CE, legati principalmente alle CPU ARM per i dispositivi mobile, o ai produttori di PC, legati alle CPU AMD/Intel per i processori.
Attualmente Mac OS X gira su tre diversi tipi di CPU: PowerPC, Intel e ARM (iPhone/iPod touch): un incredibile ventaglio di possibilità per Apple che fino a solo qualche anno fa era rimasta l’unica società a continuare a sviluppare sistemi operativi per PowerPC.
Un processore di ultima generazione per dispositivi mobili come il Silverthorne potrebbe portare benefici ad Apple; sulla carta, infatti, il prodotto è molto interessante: basso consumo, dimensioni ridotte, basso voltaggio richiesto per il funzionamento, possibilità di integrare ‘on-chip’ funzioni quali WiFi, WiMAX, GPS, Bluetooth e funzioni di codifica/decodifica video. L’unico problema di Apple potrebbe essere il costo più elevato rispetto alle CPU di Samsung. D’altra parte, se Apple è veramente interessata a questo prodotto, saprà limare fino all’ultimo il giusto prezzo accordandosi con Intel. Quest’ultima, poi, sa bene che è sempre meglio vendere milioni di CPU gettando le basi per un nuovo mercato, anziché ‘ come già successo altre volte – creare nuove generazioni di processori che alla lunga si potrebbero rilevare solo un colossale e costoso esercizio di ingegneria
[A cura di Mauro Notarianni]