iPhone nei canali sì, preoccupazione no. Questa potrebbe essere la sintesi di un nuova relazione apparsa nel corso di oggi e riferita alla ormai nota vicenda del gran numero di telefoni ‘scomparsi’ e non facilmente collocabili, che scaturiscono dal raffronto tra quelli dichiarati come venduti e il numero di abbonamenti di At&T. Ad elaborare una nuova ed interessante testi, che amplia e chiarisce il dibattito aperto da Toni Sacconaghi è Gene Munster.
Come il suo collega di Bernstein, anche Munster, che lavora per Piper Jaffray, ammette che una volta elaborati i numeri (due milioni di abbonamenti At&T, 4 milioni di telefoni commercializzati) e depurati gli stessi dalla percentuale di cellulari destinati al mercato grigio (stimato nel 25% da Munster), se ne deve dedurre che un quantitativo ingente di iPhone è nei canali, non ancora venduto. I telefono che giacciono nei magazzini e nelle vetrinette dei punti vendita, di Apple o dei partner, sarebbero 512mila; ma se questo numero appare enorme, dice Munster, è perché non si è a conoscenza delle strategie della Mela.
L’analista di Piper Jaffray, infatti, ritiene che non vi sia nulla di eccezionale nella cifra perché essa è attinente con il livello di magazzino tipico sia dei Mac che degli iPod. Apple, infatti, usualmente ha un magazzino sufficiente a soddisfare 5 settimane e questo è esattamente il livello di magazzino di iPhone.