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Dall’Italia parte un plauso al programma SDK di Apple

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«Apple ha veramente fatto centro». Ci si esprime così sul lancio del programma di sviluppo per iPhone e iPod Touch, sottolineando con grande entusiasmo l’€™annuncio di Apple nell’€™apertura della sua piattaforma, non è un utente comune o un asettico osservatore, ma Alberto Ricci. La voce del fondatore e coordinatore di Ovolab è da ascoltare con attenzione, non solo perché si tratta di uno dei principali sviluppatori italiani per Mac, ma perché alla sua società  fanno da riferimento alcune delle migliori e più innovative ‘€œmenti del codice’€ per la piattaforma della Mela, quali Alessandro Levi Montalcini, Matteo da Pont e Marco Piovanelli.

«Nell’ultimo mese – dice a Macitynet Ricci – sono comparsi innumerevoli articoli su come l’iPhone sia sì tanto desiderato in ambito aziendale, ma che le aziende hanno esigenze specifiche, e che un telefono non concepito per quel tipo di utilizzo pone dei problemi di sicurezza e di efficienza… come se iPhone non potesse essere allo stesso tempo un oggetto in mano a tutti come l’iPod, e uno strumento serio per il lavoro. Ieri Apple ha smentito tutti, annunciando qualcosa di molto importante, qualche cosa che potrebbe imprimere una grande spinta al telefono».

Che cosa ti impressiona di più della svolta? «Non parlerei di una svolta perché iPhone continua lanciatissimo sul mercato consumer, ma di un sostanziale, direi enorme salto di qualità  del mercato di iPhone che si afferma in maniera ancora più forte come telefono consumer, e allo stesso tempo diventa una validissima alternativa ai Blackberry nelle aziende». In effetti iPhone anche ieri, con le dimostrazioni di giochi davvero molto avanzati, sembra essere sempre molto attento al mercato dell’€™utente che lo usa per il tempo libero…«Infatti, ieri da Cupertino abbiamo visto che iPhone (ma anche iPod touch, NDR) è una potentissima piattaforma per i giochi. Per questo dico che siamo di fronte ad una rivoluzione che amplia il mercato; non si abbandona il vecchio per il nuovo, ma si rafforza il sistema. iPhone a partire da giugno (quando uscirà  la versione 2.0 del sistema operativo) sarà  uno strumento incredibile, che rivoluzionerà  il modo in cui la tecnologia partecipa alla nostra vita quotidiana, e ci facilita o potenzia ogni genere di attività »

Che cosa ha in mente Ovolab per il futuro di iPhone e iPod touch? «àˆ presto per dirlo. Quel che posso anticipare è che le software house come la mia saranno impegnatissime a sfornare idee e codice: è un momento veramente particolare. iPhone apre tantissime nuove possibilità  per chi, come Ovolab, crea software e si inventa prodotti. Comunque noi da qualche mese stiamo sviluppando software su iPhone, per conoscere a fondo la piattaforma e per vedere quali, tra le tante idee che vorrebbe realizzare, ha più senso portare avanti. Abbiamo in cantiere dei prodotti veramente interessanti, che contiamo di rilasciare al pubblico nel periodo in cui l’App Store sarà  disponibile al pubblico. Alcuni, legati alle funzionalità  telefoniche, saranno disponibili solo per iPhone; altri invece potranno essere utilizzati ugualmente su iPhone come su iPod Touch»

Insomma, da quel che si è appreso in queste prime ore ce n’€™è abbastanza per far propendere Ricci per l’€™ottimismo: ‘€œL’SDK non limita in maniera particolare l’estro degli sviluppatori. Anzi, dà  accesso alle funzioni più innovative dell’iPhone: l’interfaccia multi-touch, l’accelerometro, la tecnologia di localizzazione. Sicuramente vedremo tutti fiorire applicazioni che usano in maniera creativa l’accelerometro integrato in iPhone e iPod Touch: la cosa più comune, su cui molte software house stanno lavorando, è quella di pilotare un qualche mezzo (auto, astronave, moto, o altro ancora) inclinando l’iPhone con le mani. Sarà  divertente vedere la gente seduta, con un iPhone in mano, che si dimena perché sta giocando a uno di quei giochi. Ma ci saranno anche usi più particolari e innovativi che spiccheranno tra i tanti prodotti, e sta lì la sfida per noi sviluppatori. Spero solo che non prenda troppo piede l’utilizzo del gesto di “scuotere” l’iPhone (come mostrato ieri da Scott Forstall per resettare le modifiche in un programma grafico, un po’ come si faceva sugli Etch-a-Sketch, le lavagnette di quando eravamo piccoli): temo che per chi osserva la scena, sembrerebbe che l’iPhone sia rotto. D’altronde c’è ancora gente che dà  colpi alle tivù che ricevono male il segnale… anche se la tivù è l’ultimo modello digitale ultrapiatto… In ogni caso la scelta di Apple permette di sfruttare ciò che rende più unico l’iPhone, in maniera creativa e intuitiva. Sarà  allo stesso tempo una nuova sfida: fino ad ora, l’utente utilizzava un mouse e una tastiera per interagire con il software. Al massimo una penna su alcuni dispositivi. Con le dita, invece, cambia tutto. Gli sviluppatori dovranno ripensare le loro interfacce e che tipi di interazione possono avere con l’utente. In alcuni casi sarà  più limitata (ad esempio perché si usa tendenzialmente una sola mano, o perché non si possono premere combinazioni di tasti), in altri meno (ad esempio perché un’operazione come uno zoom o una rotazione si fa intuitivamente con un gesto delle dita, senza bisogno di occupare lo schermo con pulsanti o scritte). ».

Che ne pensi dell’€™hardware di iPhone e iPod touch? ‘€œSulla carta le prestazioni sono notevoli. I giochi che hanno mostrato oggi durante l’annuncio, basati su OpenGL, raggiungevano dei frame rate (30 fps) assolutamente dignitosi – e allo stesso tempo rari su un dispositivo così piccolo. Rimane da vedere quanto durerà  una singola carica della batteria, giocando ininterrottamente in ambienti 3D con suono spazializzato… ma le premesse sono buone. Ma penso che anche la base di partenza di software in dotazione al telefono sia importante visto che l’€™SDK dà  anche accesso alle applicazioni già  presenti su iPhone, alla rubrica degli indirizzi, alla fotocamera, al browser web – e ciò permetterà  un’integrazione totale tra i diversi programmi».

Ovolab ha giudizi positivi anche sulla formula di pagamento e le modalità  di distribuzione su cui si accentrano alcune critiche, non condivise però da Alberto Ricci: «Credo – dice a Macity ancora Ricci – che il 30% sia una commissione decisamente onesta. Può sembrare tanto – magari – al giovane sviluppatore indipendente che è abituato a usare PayPal per farsi pagare il suo shareware. Ma per le software house, abituate a lasciare margini ben superiori al 30% alla catena di distributori e rivenditori, è un’ottima condizione. Per non parlare del fatto che le software house, in aggiunta a ciò, fanno pubblicità  costose o pagano per un miglior posizionamento nei cataloghi dei rivenditori». Ma il vero valore aggiunto è la visibilità  che si ottiene «Il software pubblicato tramite l’App Store è disponibile direttamente nel posto dove tutti gli utenti iPhone vanno a cercare nuovi prodotti. àˆ una vetrina enorme, si ottiene una visibilità  che altrimenti sarebbe difficilissimo avere. Ma non solo: non bisogna dimenticare che (presumibilmente) iPhone ricorderà  i dati dell’account dell’utente, compreso il suo numero di carta di credito, così come accade sull’iTunes Store già  oggi. In questo modo, l’utente potrà  acquistare il software per il suo iPhone da un posto fidato, con facilità , e i benefici di ciò per gli sviluppatori sono enormi. Il margine del 30% (la cui alternativa, bisogna ricordare, non è zero, ma più verosimilmente percentuali che vanno dal 5% circa di PayPal, al 10-20% di Kagi/eSellerate e compagnia, a percentuali ben superiori per la distribuzione di un pacchetto fisico) viene presto compensato dalle maggiori vendite grazie alla maggiore visibilità  che si ottiene: è un ottimo affare».

Un altro vantaggio del lancio del kit di sviluppo, a giudizio di Ovolab, è che si tratta di un mercato nuovo, «dove tutti partono dalla stessa linea di partenza, e possono correre a 360 gradi spazzando l’intero spettro delle applicazioni mobili, da quelle già  viste su altre piattaforme a quelle che invece sono possibili solamente su iPhone. Ribadisco che si tratta decisamente di un momento importante per Apple, per le software house e per gli utenti»

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