Si chiama Mesh la risposta di Microsoft al Web 2.0. La necessità di integrare piattaforme e sistemi operativi con vari modi di utilizzo per restare sempre connessi, uno dei punti focali della presentazione di oggi di Steve Ballmer a Milano, si concretizza in questo nuovo servizio basato su Live e che, in sostanza, si traduce in un sistema che permette di tenere sincronizzate cartelle contenenti dati e di condividerle mentre si è in mobilità e con altri utenti.
Live Mesh, spiegano gli uomini di Microsoft, opera mediante un client che viene abilitato sulla macchina che deve partecipare al ‘mesh’, alla rete eterogenea. Il client darà la possibilità di selezionare quali cartelle si vogliono condividere on line a quali dare accesso in remoto e ad altri utenti, quali si vogliono condividere.
L’idea di Microsoft è quella di estendere il servizio oltre questa funzione, aprendolo anche a sviluppatori. Un’applicazione potrebbe ad esempio accedere a dati centralizzati, collocati su Live Mesh che è costruito usando alcune tecnologie Web 2.0 come representational state transfer (REST) e Atom Syndication Format.
Microsoft darà accesso inizialmente solo a 10mila utenti Windows che sperimenteranno Live Mesh per alcuni mesi. In una seconda fase la rete sarà aperta al Mac e poi anche ai dispositivi mobili Windows Mobile. Microsoft non esclude neppure che Live Mesh possa supportare anche altri dispositivi come Zune, Xbox, cornici digitali. Un aspetto molto interessante è che in una fase futura Microsoft potrebbe consentire a Live Mesh di leggere i documenti e di presentarli in forma leggibile su prodotti non formalmente compatibili. Ad esempio una slide di Powerpoint o un foglio di Excel potrebbe essere mostrato su un telefonino o su uno Zune.