Parte oggi il nuovo sistema di posta elettronica certificata per le comunicazioni fra il Ministero della Giustizia, il Consiglio Superiore della Magistratura e gli uffici giudiziari. Un passo importante per la semplificazione e la velocizzazione della trasmissione degli atti, che s’inserisce nel quadro più ampio di un’organizzazione del sistema Giustizia teso ad una maggiore efficienza.
L’iniziativa nasce da un accordo fra il Dicastero di Via Arenula ed il CSM nel rispetto delle indicazioni contenute nell’ultima legge finanziaria che prevede un forte ampliamento dell’utilizzo della posta elettronica certificata che dovrebbe coprire almeno il 50% delle comunicazioni di documenti fra le pubbliche amministrazioni.
Si tratta di un passo decisivo che * messo a punto un protocollo informatico in grado di indirizzare in automatico tutti i documenti – consentirà in prospettiva di generalizzare ancora di più quest’uso consentendo a tutte le pubbliche amministrazioni di dialogare fra loro con celerità e con fortissimi risparmi per l’erario.
Tutto bello ed efficiente se non fosse che, come spesso accade nel nostro Paese, l’apparente rivoluzione porta un paradosso: mentre tutti gli uffici dovranno comunicare tra loro e con il Ministero via e-mail certificate, il Ministero stesso potrà continuare ad usare carta per le comunicazioni interne con le altre Pubbliche Amministrazioni.
Non tutte le Amministrazioni, infatti, sono dotate di posta elettronica certificata e l’attuale piattaforma informatica non consente di protocollare le e-mail (è necessario stamparle per poterlo fare, scansionandole eventualmente prima di reinviare). Si tratta, insomma, solo di un piccolo passo organizzativo nelle comunicazioni tra uffici, ma potrebbe anche essere il segnale di una futura rivoluzione che potrebbe coinvolgere gli studi legali degli avvocati con la ricezione delle scadenze e degli atti giudiziari.
[A cura di Mauro Notarianni]