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iPhone, due o tre cose che sappiamo

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Il tempo passa e la data cruciale si avvicina: ad inizio giugno potremo sapere finalmente tutto dell’iPhone in Italia e la lunga (e un po’ snervante) attesa dovrebbe terminare. In realtà , almeno secondo la coscienza comune, al termine di un lungo corteggiamento durante il quale molto si è detto e fantasticato, ci dovrebbe essere poco da scoprire. L’ormai famoso articolo di Repubblica di cui anche da questo sito abbiamo dato conto avrebbe rivelato tutto: l’iPhone, in versione 3G, sarà  venduto sbloccato e questo grazie ad un’abile blitz a Cupertino durante il quale Bernabè e Luciani (il primo amministratore di Telecom il secondo capo della divisione mobile) avrebbero convinto Jobs a cambiare formula eliminando il carrier lock. I due manager avrebbe messo nel paniere e portato a casa, con un’altra abile manovra, una non meglio precisata forma di esclusiva “a tempo” costringendo tutti gli altri operatori ad inseguire, privandoli, di riscontro, del telefono per un lungo periodo.

L’articolo, per l’autorevolezza del giornale e il fatto che è stato certamente scritto dopo avere consultato fonti al corrente dei fatti, è stato assunto da molti siti, compreso quello che state leggendo, come una sorta di punto fermo che attendeva solo di essere completato con qualche dettaglio, come i tempi del lancio e le modalità  dell’esclusiva. Ma alcuni eventi accaduti nel corso degli ultimi giorni, l’incrociarsi delle voci, spesso altrettanto attendibili quanto quelle diffuse da Repubblica, e qualche riflessione, contribuiscono a disegnare un diverso scenario.

MISSION IMPOSSIBLE
Prima di ogni altra cosa traballa la tesi che sia stata la “Mission Impossible” di Bernabè e Luciani, calati a Cupertino, a convincere Jobs a sbloccare iPhone e a venderlo in versione senza carrier lock. Chi conosce Jobs e il suo modo di fare business sa bene che nessuno potrebbe convincerlo di alcunché se il capo di Apple fosse anche solo blandamente convinto del contrario. Nel caso specifico sappiamo da tempo che Apple (quindi Jobs) stava riflettendo sull’opportunità  di proseguire con il blocco su una particolare rete; più recenti sono le voci che, rimbalzando da tutto il mondo (dall’Australia agli Usa), danno per scontato che il cellulare sarà  sbloccato. Pensare, francamente, che tutto sia accaduto per fare fronte alle esigenze del mercato italiano e per i buoni uffici dei manager di Tim fa forse bene all’orgoglio nazionale ma francamente sembra distante dalla realtà .

Se davvero Apple deciderà  di abbandonare il blocco dei telefoni questo avverrà  perché ritenuto controproducente per disparati motivi, dalla battaglia ormai chiaramente persa contro gli hacker al fatto che quel modello sarebbe stato inapplicabile su scala globale per ragioni normative, di mercato e di partnership. Meglio offrire iPhone sbloccato e rinunciare a una parte dei profitti che derivano dalla gestione del servizio sotto forma di percentuale dai gestori e raccogliere frutti di un aumento esponenziale delle vendite dell’hardware. E se a fronte dello sblocco per mettere in pari le previsioni di bilancio, private delle percentuali che arrivano dagli operatori mobili, fosse necessario anche aumentare il costo del telefono, come dice sempre Repubblica, poco male. Il mercato dello sblocco ha dimostrato che iPhone libero da vincoli con un operatore può vendere moltissimo anche ad un prezzo più alto.

CARO E SALATO O FORSE NO
Per altro anche sul costo maggiorato di iPhone rispetto all’attuale listino rimbalza qualche dubbio. Il nostro sito, ad esempio, ha raccolto al proposito voci contrastanti; da qualche parte viene riferito che il prezzo potrebbe essere di 599 euro (non sensibilmente più alto, quindi, del modello attuale) da qualche altra parte si insiste sul fatto che in realtà  non ci sarà  alcuna maggiorazione rispetto al costo attuale di iPhone. Il che significa per l’Italia un prezzo di 499 euro per la versione top e di 399 euro per la versione entry level e parliamo delle versioni 3G; la versione Edge, se resterà  in commercio, potrebbe costare anche meno. Semmai, dicono sempre le voci raccolte dal nostro sito, ci sarà  uno sconto per chi decidesse di aderire a dei piani tariffari particolari con contratto biennale, tipo “Tuttocompreso” di Tim.

L’ESCLUSIVA POCO ESCLUSIVA
Ed è proprio a proposito di Tim e sulla sua proposta commerciale “esclusiva” citata (ma non esplicitata) da Repubblica che sembrano addensarsi altri dubbi consistenti. Da quanto si apprende sempre da Internet pare certo che in molti paesi del mondo non ci sarà  nessuna esclusiva, neppure, pare, quelle blande che riservano ad un gestore di telefonia mobile un telefono per un certo periodo di tempo, come quelle applicate da Rim, per esempio. Dall’Australia, paese dal quale (ben prima che se ne avesse notizia da Repubblica) sono uscite le prime voci sull’unlock dell’iPhone, si apprende ad esempio che non ci sarà  alcuna esclusiva e che l’iPhone potrebbe essere venduto da più operatori, almeno da quelli più importanti, fin dal momento del lancio. Le stesse cifre stimate da Apple per la parte restante dell’annata (non meno di 7 milioni da giugno in avanti, ma Apple è abituata a battere le sue previsioni e potrebbero essere molti di più gli iPhone previsti ufficiosamente) sembrano lasciar pensare che il telefono debba essere liberato, oltre che dal blocco su rete, anche da vincoli di esclusiva.

I DISTURBI NELLA FORZA
“Disturbi nella forza” che puntano in questa direzione rimbalzano anche dal Nord America dove Rogers Wireless si è sentita in dovere di pre-annunciare che avrà  iPhone senza fornire alcun ulteriore dettaglio. Come inquadrare il comunicato dell’operatore canadese nel contesto dell’orizzonte conosciuto delle strategie di Apple e di quelle imposte ai suoi partner? Com’è stato possibile che Rogers potesse rendere noto l’accordo con l’ovvio beneplacito di Apple, una società  che fa della segretezza dei suoi piani il suo codice genetico di base? Quale ragione Rogers aveva annunciare ora iPhone se non ha potuto o voluto dare alcuna informazione su contratti, prezzi, date? In fondo se Rogers avesse avuto l’esclusiva, come At&T, T-Mobile o O2, non avrebbe avuto alcuna ragione di anticipare le sue strategie. Se l’ha fatto è forse perché ha voluto precedere l’annuncio di qualcun altro? E questo sarebbe accaduto perché l’iPhone 3G non sarà  esclusivo e chiunque potrebbe annunciare un’offerta per esso? Se fosse così in Canada e in Australia perché non potrebbe e forse pure dovrebbe essere così anche in Italia?

I VANTAGGI DELLA SCELTA
Insomma, l’impressione che si ricava dal contesto generale è che, in ogni caso, quello con Tim potrebbe non essere un accordo di esclusiva, almeno se con questo si intende che nessun altro potrà  avere iPhone; forse potrebbe esistere un patto o un contratto di qualche tipo, ma non un vincolo stretto che impedirà  ad altri operatori di lanciare, contestualmente a quella di Tim, un’offerta parallela se non propriamente concorrente. Sarebbe difficile immaginare, d’altra parte, che un operatore che ha l’ambizione e la necessità  di avere pari dignità  a Tim possa accettare l’umiliazione di essere messo in secondo piano e costretto a raccogliere le briciole, magari lucrando qualche contratto dai clienti che compreranno iPhone su altri canali che non siano quelli di Tim. Esclusive su particolari modelli di telefono sono all’ordine del giorno, ma i costruttori di hardware cercano sempre di tenere un certo equilibrio, concedendo telefoni in esclusiva a rotazione. Tornando a Rim, si può notare che il costruttore canadese ha concesso il Blackberry 8120 a Tim ma subito dopo ha dato in esclusiva l’8110 a Vodafone.

Cercando di capire come Apple possa fare qualche cosa del genere e giocando un po’ con le ipotesi si potrebbe immaginare il modello Edge (un prodotto che dovrebbe con il lancio della versione 3G essere venduto a prezzo ridotto e in quanto tale attirare un pubblico molto vasto) in esclusiva per Tim e il modello 3G commercializzato, oltre che dalla stessa Tim, anche da altri operatori, magari in un’offerta di tipo business.

GUARDANDO CON IL CANNOCCHIALE
Cercando di tirare qualche conclusione e di fare qualche previsione, sapendo che prevedere qualcosa quando si tratta di Apple è come scrutare l’orizzonte con un cannocchiale cercando di indovinare se quel che si vede è una nave o una macchia sulla lente, la nostra impressione è che l’iPhone è certamente destinato ad arrivare in Italia, che Tim sarà  della partita. Non ci stupiremmo troppo se il braccio mobile di Telecom avesse gli stessi telefoni e le stesse condizioni che saranno praticate ad altri operatori nè se il telefono apparisse contemporaneamente nelle vetrine di operatori concorrenti. Probabilmente si tratterà  dell’iPhone 3G e altrettanto probabilmente sarà  sbloccato e in vendita su più canali, compreso, magari non da subito, quello degli Apple Premium Resellers; quel che ci vuole per il mercato italiano, ma anche quel che ci vuole per moltiplicare le vendite e interessare mercati dove, come il Belgio ad esempio, l’iPhone non può essere neppure venduto in versione bloccata. Ed è per questo e non altre ragioni, certamente non perché è stato convinto dai manager di Telecom Italia, che Tim avrà  l’iPhone senza carrier lock. Ed è sempre per questa ragione, vendere il maggior numero di telefoni possibili moltiplicando gli utenti cui vendere servizi (le applicazioni e i giochi di App Store, la musica e le suonerie di iTunes, in futuro anche i film) ci sembra probabile che non ci sia una esclusiva vera e propria e che fin dall’inizio Apple tenderà  ad avere la maggior diffusione possibile e a stipulare accordi, magari di portata e con clausole differenti, con vari operatori.

UNENDO I PUNTINI
Fin qui arrivano logica, deduzioni, esperienza e qualche voce attendibile, ma senza la pretesa di avere la verità  in tasca e con la disponibilità  a discutere e a rivedere il tutto quando cominceremo ad ascoltare qualche voce ufficiale; d’altra parte il nostro sito non ha accesso a fonti dirette ma è armato solo dalla logica con la quale sta cercando di collegare i puntini che, come nella riviste enigmistiche, formano un disegno con la differenza che qui non sono numerati e si deve procedere a tentoni per capirne la sequenza. Non ci resta che attendere per constatare quanto fedele è il nostro schizzo. Un’attesa che speriamo e forse potrebbe anche essere più breve di quel che si possa pensare. In fondo se il telefono è destinato ad apparire a fine giugno le settimane che ci separano da quella data non sono più molte.

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