Altro che pestare i piedi, magari per sbaglio e chiedendo scusa. Amazon ha preso la mira, e sta per colpire più forte che si può. Vanno interpretati in questo modo i piani di Amazon dettati a Bloomberg dai quali si intuisce abbastanza bene che il vicino cui far male sul serio è Apple e in particolare la sua filosofia di fondo e i prodotti di maggiore successo.
Anche se Apple non viene mai nominata esplicitamente, è evidente che il modello a cui Amazon si contrappone è proprio la sua filosofia hardware, che influenzerà lo sviluppo della piattaforma Alexa+. Se in passato Amazon è stata nota per i suoi dispositivi “sub-50 €”, speaker e chiavette TV, oltre agli storici Kindle, questo non sarà più il caso.
A Seattle non sarà dimenticato questo segmento, ma tutto sarà «ridisegnato dal profondo, processori, materiali e stile” puntando al massimo sulla qualità. Gli speaker suoneranno meglio, le batterie dureranno di più e la sicurezza sarà la migliore disponibile», dice il capo dell’hardware Amazon, Panos Panay.
Panay non è certo un volto nuovo del mondo dell’IT e ha dimostrato di saper fare sul serio. Quando era in Microsoft ha dato un contributo sostanziale alla visione di Surface, un prodotto che dopo un avvio faticoso ha saputo conquistarsi un credito puntando specificatamente su finiture, materiali e assemblaggi. Praticamente quello per cui è (anche) famosa Apple.

In questo scenario saranno eliminati tanti prodotti “compatibili Alexa”, cancellando quelli inutili, di ridotto interesse, di scarsa consistenza; a decidere quali saranno interessanti, sarà un team che li misurerà sulle funzioni e gli scopi di Alexa+.
Amazon vuol puntare sulla qualità hardware per dare visibilità e una piattaforma alla nuova versione del suo assistente vocale la cui dimostrazione qualche settimana fa ha suscitato interesse e curiosità.
Alexa nella sua nuova versione integrata da Intelligenza Artificiale sembra in grado di fare quello che Siri non farà per moltissimi mesi, forse anni: diventare un reale aiuto nella quotidianità, assorbendo ed elaborando informazioni personali.
Panay lancia segnali anche in altre direzioni che sembrano tutte andare verso i “piedi” di Apple: occhiali per la realtà aumentata, dispositivi indossabili; anche un robot per la casa non è escluso se avranno un senso per Alexa +.
E se qualcuno avesse ancora qualche dubbio ecco qui la bomba: Amazon per ora non ha intenzione di fare uno smartphone e il fallimento dell’esperimento del Fire impone cautela, ma a Seattle si ha consapevolezza che è prima o poi sarà necessario entrare in un mercato che non è quello della casa o dell’ufficio per questo «sarebbe folle – dice Panay – non fermarmi un secondo a riflettere e capire come il mondo intorno a noi sta cambiando». Come dire, se sarà opportuno faremo anche uno smartphone.
A Cupertino, dove ci si è impantanati nella ben nota vicenda della “Siri più personale” e dove l’iPhone non avrà l’Ai per molto, molto tempo, dovrebbero fischiare le orecchie e cominciare a guardare ben bene dove stanno mettendo i piedi.