Il Parlamento Europeo sta attraversando una possibile bufera, con l’avvio di una inchiesta per corruzione sui regali di Huawei: al momento, tra i coinvolti ci sarebbero anche euro parlamentari italiani, come segnala Repubblica. Le autorità hanno effettuato perquisizioni in oltre 20 indirizzi e sottoposto a sequestro due uffici all’interno del Parlamento Europeo, proprio nell’ambito dell’indagine per corruzione legata alle attività di lobbying di Huawei in Europa.
Secondo quanto riferito da un portavoce della Procura belga, l’inchiesta riguarda accuse di possibile corruzione, attraverso la falsificazione di documenti e il riciclaggio di denaro, il tutto volto a favorire l’interesse commerciale dell’azienda cinese. La polizia ha perquisito 21 siti a Bruxelles, nelle regioni delle Fiandre e della Vallonia, nonché in Portogallo, con diversi arresti.
Due uffici del Parlamento sono stati sottoposti a sequestro: uno appartenente ad Adam Mouchtar, assistente dell’MEP Nikola Minchev e cofondatore del gruppo EU40, e un altro associato agli assistenti di un deputato italiano conservatore, Fulvio Martusciello, per il quale però i dettagli non sono stati chiariti. Le implicazioni dell’indagine su assistenti e parlamentari non sono ancora del tutto note.

Il nuovo dossier si concentra in particolare su Huawei, il gigante tecnologico cinese che un tempo era un punto di riferimento nel lobbying europeo, ma che ha subito contraccolpi a causa dei rischi di sicurezza legati ai suoi legami con il governo cinese.
Fonti investigative olandesi e belghe hanno riportato che la Procura sta esaminando presunti comportamenti illeciti commessi a partire dal 2021, tra cui remunerazioni per posizioni politiche, regali eccessivi, spese di viaggio e inviti a partite di calcio, tutti finalizzati a promuovere gli interessi commerciali di Huawei.
Il caso ha sollevato anche preoccupazioni a livello istituzionale: alcuni membri del Parlamento Europeo hanno chiesto una risposta chiara e decisa, sottolineando che ad essere minata è l’intera credibilità dell’istituzione.
Il Parlamento UE, nel frattempo, ha manifestato la propria disponibilità a collaborare con le autorità belghe per l’indagine, mentre Huawei ha dichiarato di prendere seriamente le accuse e di voler collaborare nelle indagini, ribadendo una politica di tolleranza zero verso la corruzione.
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