Meta ha ottenuto un provvedimento di urgenza negli Stati Uniti, bloccando una ex dipendente di Facebook, impedendo a quest’ultima di promuovere e distribuire copie di un memoriale (distribuito su piattaforme come Amazon e Barnes & Noble).
Il libro intitolato “Careless People” è scritto da Sarah Wynn-Williams, ex global public policy director di Meta, e riporta varie critiche su quanto avrebbe visto nei suoi sette anni di lavoro presso Faebook, comprese accuse di molestie e abusi di potere all’interno dell’organizzazione, ma anche accuse e coinvolgono figure di rilievo come Joel Kaplan, attuale capo del team degli Affari Globali responsabile delle principali politiche aziendali.
Meta afferma che il provvedimento di emergenza per bloccare il memoriale è stato chiesto perché ritiene il libro “falso e diffamatorio”, e pertanto “non avrebbe mai dovuto essere pubblicato”.
La casa editrice britannica Macmillan Publishers riferisce di essere “impegnata a difendere la libertà di espressione”, sottolineando che Wynn-Williams ha il “diritto a raccontare la sua storia”.

In occasione di un incontro con l’American Arbitration Association (Associazione Americana dell’Arbitrato che si occupa di controversie commerciali internazionali), all’autrice è stato comunicato che deve astenersi dall’intraprendere o ampliare ulteriori commenti negativi o lesivi e ritrattare precedenti commenti denigratori. Il caso solleva dunque interrogativi sulla libertà di espressione: può un’azienda, mettere a tacere una ex dipendente che espone la sua verità e mettere a repentaglio la libertà di espressione di un individuo? Meta sostiene ovviamente che la scelta di bloccare l’autrice serve per proteggere il proprio buon nome.
Tra le accuse di Wynn-Williams a Meta, quella di avere lavorato a braccetto con il governo cinese nel tentativo di trovare possibili modi per permettere a Pechino di censurare e controllare i contenuti online, per ottenere in cambio accesso a un lucrativo mercato.
Meta contesta affermazioni come questa contenute nel libro spiegando che non è un segreto che l’azienda era interessata a operare con suoi servizi in Cina, idea che alla fine non è stata portata a termine.
Wynn-Williams ha intanto presentato denuncia formale alla SEC (l’ente statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori), affermando che Meta avrebbe fuorviato gli investitori, affermazioni che Meta nega.