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Test Sapphire VID-2X: aggiungi un doppio schermo wide versatile senza schede video a Mac e PC

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Proiezioni, conferenze, editing video, accesso a grandi quantità di dati… quante volte vi siete fatti le domande: e se invece di un monitor potessi averne due? Se potessi proiettare una scena di larghezza doppia o sincronizzare due schermi come si faceva con i proiettori di diapositive evoluti? Se dovessi far girare della pubblicità sincronizzata nel mio negozio partendo da un semplice MacBook Air su due grandi TV da 50 pollici? Se dovessi accedere ai dati di borsa su uno schermo largo quasi 4.000 pixel?

La risposta a queste e tante altre domande di chi vuole allargare letteralmente la sua visione è un piccolo scatolotto nero dalle capacità di collegamento insospettabili e, grazie alla mancanza assoluta di driver per il funzionamento, dalla versatilità sorprendente visto che è in grado di funzionare su Mac, Windows e Linux senza problemi.

Sapphire VID-2X infatti basa esclusivamente sulle sue capacità hardware la possibilità di collegare ad una singola uscita Mini DisplayPort (o Displayport per chi ha un PC o DVI Dual link per chi possiede macchine Apple o PC più vecchie) due diverse uscite DVI (facilmente convertibili come vedremo in HDMI e quindi gestibili con tutti i TV più recenti oltre che con i monitor). Se poi avete un Mac mini potrete usare fino a 3 monitor diversi e con un Mac Pro tutte le uscite praticamente possono essere raddoppiate.

La confezione
La confezione è importante come dimensioni ma l’imballaggio è abbondante e il dispositivo alla fine risulta leggero e non tanto ingombrante e il peso è ripartito tra l’alimentatore con diverse prese di rete internazionali e i cavi adattatori che aggiungono versatilità al dispositivo. La nostra versione come detto è quella Displayport che grazie al semplice adattatore MiniDisplayPort – DisplayPort è la più comoda per chi ha un Mac recente. Nella galleria fotografica potete valutare il contenuto. 

Ma il VID 2X è sicuramente da descrivere nel dettaglio perché oltre ai collegamenti video e alla presa di alimentazione che è una semplice mini usb alimentabile anche dal computer o da batterie ricaricabili ha anche una fila di switch che gestiscono via hardware il  cloning,  l’estensione e la correzione bezel (vedremo poi di che si tratta) e infine due fori, uno per il reset ed uno per attivare la diagnostica che utilizza il piccolo schermo OLED per mostrare i risultati. In pratica avremo il totale controllo dell’uscita video sui nostri due monitor esterni collegati senza dover ricorrere ad alcun software o driver specifico.  E’ da notare inoltre la particolare finitura superficiale del prodotto che sembra satinata al tatto e rivela una cura anche dell’aspetto materico inaspettata per un dispositivo di questo genere.

Infine una nota sul manuale multilingue che spiega con chiarezza tutte le varie configurazioni ottenibili con gli switch, le scritte che appaiono sullo schermo OLED e le modalità di diagnostica oltre ovviamente agli schemi di collegamento del dispositivo.

Colleghiamolo
Ovviamente la configurazione dei monitor e il loro collegamento dipende dalla tipologia di installazione e a questo viene incontro la presenza dell’uscita DVI che permette di utilizzare monitor, proiettori e pure televisori (con adattatore HDMI) di ogni tipo. Se utilizziamo proiettori avremo cura di non lasciare intervalli tra una immagine proiettata e quella a fianco, se usiamo televisori cercheremo di usare modelli di dimensioni e cornici simili se i monitor devono essere “disaccoppiati” non avremo problemi di dimensioni a confronto e sfrutteremo senza problemi la capacità di mirroring.

Sicuramente la modalità d’uso più suggestiva è quella che si ottiene con due monitor aventi schermi di pari dimensioni in pollici e cornici uguali ma la rimozione Bezel ci aiuterà come già visto anche con cornici diverse.

Per il nostro test abbiamo utilizzato da una parte due monitor TV Samsung da 24″ full HD con ingresso HDMI e diverse CPU Apple recenti (tutte dotate di uscite Mini Displayport o Thunderbolt  ma sicuramente il test più sorprendente è stato quello con il piccolo MacBook Air da 11″, il più piccolo di casa Apple che sicuramente è quello che beneficia più di altri di un dispositivo del genere e diventa, sia per il prezzo che per la comodità di trasporto il compagno ideale di presentazioni o display per negozi ma anche per la consultazione multischermo di grandi quantità di informazioni.  

Per l’alimentazione siamo ricorsi alla soluzione più “portatile” usando una delle prese USB dei computer collegati, soluzione molto comoda per non dipendere da un ulteriore alimentatore (la presa USB in dotazione è pure sdoppiata nel caso la singola non bastasse a fornire la corrente necessaria) ma si possono usare pure le prese USB presenti sempre più spesso su monitor e TV.

Alla dotazione base del kit VID 2X abbiamo aggiunto due cavi da 1,5 metri da DVI a HDMI per collegare i monitor TV anche in configurazione mirroring in due posizioni diverse ma ricordiamo che con buoni cavi HDMI-HDMI si può arrivare fino ad una lunghezza di 10 m senza necessità di ripetitori e con un semplice DVI maschio e HDMI femmina collegato al VID 2X. Attenzione in ogni caso alla scelta del TV da collegare e all’ingresso da utilizzare: non tutti i televisori sono così versatili ed alcuni accettano frequenze e risoluzioni particolari solo su determinate porte HDMI. 

Attiviamolo
La caratteristica principale del dispositivo è l’assenza di un driver software ma dovremo comunque selezionare presenza della scheda video virtuale (ricordiamo che è basata sullo standard VESA) nel pannello di controllo Monitor delle Preferenze di Sistema del Mac e da qui selezionare la modalità di visualizzazione. Sicuramente la modalità più suggestiva è quella “estesa” che mostra i due monitor collegati come un grande monitor da 3840×1080 pixel e permette il passaggio da uno schermo all’altro senza soluzione di continuità di finestre video e immagini fotografiche e persino di giochi di azione quando la particolare risoluzione viene gestita dall’applicativo (al momento non abbiamo testato questa opzione ma ci ripromettiamo di farlo aggiornando questa recensione).

schermolarge

Selezionata la modalità sul nostro schermo e regolato gli switch (i primi due della serie sono dedicati appunto alla selezione del modo “clone” o “stretch”) possiamo passare all’uso diretto dei due monitor collegati e dobbiamo dire che le prestazioni sono notevoli con qualsiasi applicativo anche 3D che abbiamo fatto girare sui vari Mac e superano di gran lunga quelle ottenibili con le soluzioni basate su USB 2 che come è noto non possono supportare tutte i tipi di applicazioni che richiedano una elevata banda passante come giochi o rendering in tempo reale molto complessi. Non abbiamo peraltro riscontrato alcun evidente calo della qualità video sui due monitor collegati rispetto a quello principale trasferendo le finestre che stavamo riproducendo verso i due monitor esterni.

Per il nostro test abbiamo utilizzato diversi software, da quelli standard per Mac in cui ovviamente la gestione multischermo è gestita trasparentemente dal sistema operativo a due software specializzati per la presentazione multischermo, uno molto utilizzato negli Stati Uniti soprattutto per le cerimonie religiose che vengono spesso spettacolarizzate o per le funzioni di chiese con predicatori molto “tecnologici” e l’altro pensato più per spettacoli musicali, installazioni etc:  I software di questo tipo sono oltremodo rodati e hanno tante di quelle funzioni e utilità da renderle adattissime a qualsiasi tipo di proiezione con soggetti e contenuti di ogni tipo.

no bezelMa c’è di più: le applicazioni citate e in genere quelle specializzate dal costo di qualche centinaio di dollari hanno di solito la funzione “Correzione Bezel” che in pratica rimuove lo spazio della cornice fisica del monitor per offrire una maggiore continuità alle immagini che si espandono su più schermi. Bene, come per altre funzioni tutte gestite attraverso degli switch sul dispositivo anche le cornici possono essere rimosse dall’immagine finale e questo può avvenire in modalità “dispari” tenendo conto che i due monitor potrebbero non avere le stesse dimensioni della cornice.

OS X 10.6.6 e Lion non hanno problemi a ripresentare le finestre dei monitor collegati nella stessa posizione anche dopo uno spegnimento e la relativa riaccensione.

Se usiamo due monitor con risoluzione diversa il mirroring va regolato ovviamente basandoci sulla risoluzione inferiore che potrebbe essere quella dello schermo del nostro portatile: la soluzione sarà comoda per aule scolastiche e, come abbiamo detto per display da inserire in punti vendita o installazioni multischermo per il pubblico. 

Conclusioni
Nonostante gli switch in vista conferiscano a Sapphire VID-2X un aspetto leggermente retro e necessitino di un riferimento al manuale per ricordare la loro funzionalità (suggeriamo di appiccicare una etichetta sul fondo dell’apparecchio con indicazioni di configurazione anche microscopiche) abbiamo trovato che nell’uso di tutti i giorni il dispositivo sia efficiente, versatile e con ottime prestazioni dal punto di vista della qualità video con risorse come la compensazione avanzata del Bezel che rappresentano un risparmio effettivo (nel software) per chi fa installazioni a doppio monitor per display. E’ un apparecchio in grado di allargare (letteralmente) l’orizzonte di utilizzazione anche del più piccolo dei Mac portatili (come l’11” MacBook Air) offrendo nuove modalità di utilizzazione e un’ottima versatilità. 

Pro
Compatto, a basso consumo, facile da utilizzare, ottima dotazione di cavi, manuale in italiano molto chiaro. Ottima qualità video.

Contro 
La gestione a switch richiede la consultazione del manuale

Prezzo al pubblico e reperibilità
VID 2X si può trovare online presso Monclick o Eprice con prezzi da 139 a 159 Euro IVA compresa. 

E’ disponibile in due versioni: quella che abbiamo provato è adatta ai Mac e PC più recenti con uscita Mini DisplayPort (o Thunderbolt) o DisplayPort, l’altra, che richiede una uscita DVI Dual Link, può essere utilizzata con i vecchi modelli di MacBook Pro e Mac Pro che dispongono di questo tipo di porta. 
Per ulteriori dettagli vi rimandiamo a questa pagina del sito di Sapphire

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