Palermo è una città che si svela lentamente, come le pagine di un libro ben scritto. Le sue strade raccontano storie di dominazioni che si sono succedute nei secoli, lasciando tracce indelebili nell’architettura e nella cultura locale. I suoi mercati conservano ancora oggi i profumi e i colori che hanno affascinato viaggiatori e scrittori di ogni epoca. Dalla narrativa alle guide specializzate, passando per saggi storici e reportage, la città siciliana ha ispirato una moltitudine di autori che hanno saputo catturarne l’essenza attraverso prospettive diverse
Chi vuole davvero conoscere Palermo non può limitarsi a percorrerne le vie o a visitarne i monumenti. Serve un bagaglio culturale che permetta di leggere oltre le apparenze, di comprendere i significati nascosti dietro ogni pietra e ogni tradizione. La letteratura diventa così uno strumento prezioso per decodificare i mille volti della città, dalle passeggiate di Sciascia alle descrizioni delle guide storiche. Questa lista dei migliori libri di Macity è la chiave per aprire le porte di una Palermo che non si accontenta del primo sguardo.
Qui trovate tutti gli articoli con i Migliori libri di Macity raccolti in un’unica pagina.
Guida ai misteri e piaceri di Palermo
Pietro Zullino ha messo assieme una guida estremamente gradevole della bellissima città siciliana. Con questo libro, una sorta di fotografia globale con cui Pietro Zullino immortala Palermo nel 1973, si dipinge con un realismo mozzafiato e drammaticamente abbacinante la città.
Zullino abbraccia questa città e la sua storia – dalle origini dei suoi mali e fino a quando il giornalista l’ha osservata e raccontata – con uno stile ricco e coinvolgente e soprattutto con uno sguardo lungo, acuminato e immensamente profetico.
La storia che segna ma non insegna; la Cultura fatta a pezzi, metaforicamente e materialmente, come i nostri capolavori e monumenti consegnati all’incuria e alla disgregazione; la mafia artatamente dipinta dall’opinione pubblica come fenomeno pittoresco e risibile (quando, di contro, Zullino affermava già: “Cosa pubblica è un’espressione senza senso: esiste solo Cosa nostra”); la Giustizia resa farsa nei tribunali e nelle corti d’assise per denegare la verità, per infamare chi indaga volendo spazzare via il marcio e per deviare le piste scovate da coloro – pochi e coraggiosi che non si fanno intimidire.
Palermo di carta. Guida letteraria della città
Altra piccola gemma curata da Salvatore Ferlita per viaggiare anche da casa. La Palermo di carta è misterica, uno scrigno romanzesco dalle incredibili potenzialità, che spesso però rispecchia scorci e strade con impressionante accuratezza. Un affascinante invito al viaggio, rivolto a lettori curiosi, escursionisti della pagina scritta, pronti ad avventurarsi in un continente canagliesco e ambiguo, che alterna le rovine di una città apocalittica e la sua improvvisa e sorprendente rifondazione.
Al centro di questa guida inconsueta c’è una città sospesa tra realtà e invenzione: la Palermo compromessa con l’immaginario di oltre trenta scrittori, da Luigi Natoli, Oscar Wilde, passando per Tomasi di Lampedusa, Leonardo Sciascia, Salvo Licata e Michele Perriera, sino ai contemporanei come Fulvio Abbate, Roberto Alajmo, Vanessa Ambrosecchio, Niccolò Ammaniti, Stefania Auci, Agata Bazzi, Marcello Benfante, Giacomo Cacciatore, Giosuè Calaciura, Domenico Conoscenti, Gian Mauro Costa, Emma Dante, Piergiorgio Di Cara, Davide Enia, Santo Piazzese, Giuseppe Rizzo, Evelina Santangelo, Giuseppe Schillaci, Giorgio Vasta e Nino Vetri.
Il volume contiene in allegato la mappa letteraria di Palermo con l’indicazione dei luoghi chiave delle opere passate in rassegna.
Palermo
La storia della città scritta da Orazio Cancila. Palermo, la sua storia politica e amministrativa, i protagonisti, le grandi famiglie e i sodalizi culturali che l’hanno formata, i ritardi, gli squilibri e le contraddizioni. Orazio Cancila delinea il profilo storico, dalle origini a oggi, di una straordinaria città italiana, luogo cardine della vicenda post-unitaria nazionale, marchiata da insufficienze strutturali e rigurgiti mafiosi, ma ricca di energie e potenzialità inespresse.
Breve storia della Sicilia
Per i tipi di Sellerio editore, la voce letteraria contemporanea di Palermo e della Sicilia tutta, un fondamentale libro di John Julius Norwich, purtroppo scomparso nel giugno del 2018. Oltre che storico era stato un documentarista ed un reporter di viaggi.
Il suo modo di scrivere storia aveva quindi come scopo indispensabile anche una forma di intrattenimento, quello di avvincere il lettore in resoconti del passato «interessanti e piacevoli da leggere» e mirati alla ricerca di un «senso». Per cui, questa breve storia non è soltanto una sintesi documentata o un incuriosito viaggio dai Fenici e dai Greci agli anni di mezzo del Novecento in terra di Sicilia.
È la ricerca, in duemila e cinquecento anni di storia, di una spiegazione alla fortissima impressione che a lui, persona, diede la Sicilia quando per la prima volta la incontrò e sentì di aver fatto una scoperta che lo avrebbe accompagnato per la vita intera. Si riversa, nella sua narrazione storica, la sorpresa per la straordinaria varietà, la meraviglia per la bellezza, la desolazione per un destino testardo, e una quieta disperazione.
E queste complesse sensazioni cerca di condividere con il lettore riportandogli le cose le persone e i fatti notevoli della vicenda dell’Isola. Con grande attenzione per gli intrecci sorprendenti, per le ricorrenze che sembrano rivelare una tendenza generale, per i personaggi dai colori più vivi. Norwich era lo storico che scrisse i due volumi sui Normanni nel Sud; testi che furono a lungo, sulla loro materia, la fonte principale, se non l’unica, di conoscenza per i lettori appassionati.
Questa opera, terminata nel 2014 (che viene proposta da Sellerio Editore per la prima volta ai lettori italiani), è stata in certo modo un ritorno.
I beati Paoli
Cominciamo a raccontare la Palermo letteraria con un classico. Nelle ombre dei vicoli e nei sotterranei di una Palermo settecentesca, una setta segreta si riunisce per emettere sentenze inappellabili. Sono i Beati Paoli, incappucciati e invisibili, giustizieri che colpiscono dove le leggi falliscono e i potenti opprimono. La loro leggenda si intreccia con il destino della città, avvolta in un’atmosfera di terrore e fascino.
In questo scenario cupo e fascinoso, Blasco di Castiglione torna a Palermo per reclamare il proprio titolo e vendicare il torto subito dalla famiglia. Ma la sua si rivela una lotta contro nemici invisibili, in una rete di inganni, tradimenti e duelli che lo porta fino al cuore di una città divisa tra splendore e miseria, amore e vendetta.
Nata come romanzo d’appendice, l’opera di Luigi Natoli ha appassionato generazioni di lettori, conquistando anche autori e critici illustri per la dirompente forza narrativa e la suggestività del ritratto della Sicilia dell’epoca, fino a essere oggi considerato un capolavoro del Novecento italiano.
Il gattopardo
Il romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è forse il più noto su Palermo e la Sicilia. È un grandissimo romanzo storico da cui Luchino Visconti trasse uno straordinario film. Siamo in Sicilia, all’epoca del tramonto borbonico: è di scena una famiglia della più alta aristocrazia isolana, colta nel momento rivelatore del trapasso di regime, mentre già incalzano i tempi nuovi (dall’anno dell’impresa dei Mille di Garibaldi la storia si prolunga fino ai primordi del Novecento).
Incentrato quasi interamente intorno a un solo personaggio, il principe Fabrizio Salina, il romanzo, lirico e critico insieme, ben poco concede all’intreccio e al romanzesco tanto cari alla narrativa dell’Ottocento. L’immagine della Sicilia che invece ci offre è un’immagine viva, animata da uno spirito alacre e modernissimo, ampiamente consapevole della problematica storica e politica contemporanea.
Dalle parti degli infedeli
Uno dei piccoli grandi libri di Leonardo Sciascia. Era convinzione profonda e ben fondata di Sciascia che fra i caratteri peculiari della sua terra vi fosse una certa «refrattarietà dei siciliani alla religione cristiana», paradossalmente confermata dalla profusione delle forme di culto religioso.
Tesi non popolare perché duramente vera. E capitò a Sciascia di imbattersi, per quella «casualità» in cui alla fine riconosciamo «il solo ordine possibile», in una vicenda – realmente accaduta a un vescovo – che sembrava riproporre in una sequenza di eventi qualcosa di molto affine al giro di pensieri che l’autore era andato a lungo maturando. Si trattava della storia di monsignor Ficarra, vescovo di Patti, che finì in contrasto col Vaticano per la sua scarsa malleabilità politica e anche per l’audacia di certe sue tesi sulla religiosità (e irreligiosità) siciliana.
Come sempre in Sciascia, una storia realmente accaduta viene attraversata da una luce che permette di riconoscere con nettezza il dettaglio significativo e trasforma il tutto in un apologo, per dirci sulla Sicilia – e sulle sue oscurità – qualcosa che invano cercheremmo altrove.
La Mennulara. Nuova edizione accresciuta
Grandissima Simonetta Agnello Hornby, che ci regala pagine straordinarie sulla cultura siciliana. Un racconto che si muove a spirale intorno alla figura di Maria Rosalia Inzerillo, conosciuta come “la Mennulara”. Ora è morta e tutto il paese di Roccacolomba si chiede chi è stata davvero. Tutti ne parlano, tutti hanno in qualche modo avuto a che fare con lei, tutti sanno e non sanno, c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine se non con venerazione.
Ne parlano soprattutto gli Alfallipe, del cui patrimonio la Mennulara è stata sempre oculata amministratrice. Le voci che rimbalzano dal passìo serale alle portinerie ingigantiscono e intorbidano le trame di quella donna che rabbia, passione, intelligenza hanno portato così in alto da tenere in pugno una famiglia di proprietari terrieri, un boss mafioso, un intero paese.
I Leoni di Sicilia. La saga dei Florio
È un caso editoriale, un vero e proprio best seller internazionale, spinto anche dallo sceneggiato televisivo su Disney Plus. Una storia avvicente: dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, i Florio guardano avanti, irrequieti e ambiziosi, decisi ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti.
E ci riescono: in breve tempo, i fratelli Paolo e Ignazio rendono la loro bottega di spezie la migliore della città, poi avviano il commercio di zolfo, acquistano case e terreni dagli spiantati nobili palermitani, creano una loro compagnia di navigazione. E quando Vincenzo, figlio di Paolo, prende in mano Casa Florio, lo slancio continua, inarrestabile: nelle cantine Florio, un vino da poveri – il marsala – viene trasformato in un nettare degno della tavola di un re; a Favignana, un metodo rivoluzionario per conservare il tonno – sott’olio e in lattina – ne rilancia il consumo.
In tutto ciò, Palermo osserva con stupore l’espansione dei Florio, ma l’orgoglio si stempera nell’invidia e nel disprezzo: quegli uomini di successo rimangono comunque «stranieri», «facchini» il cui «sangue puzza di sudore». Non sa, Palermo, che proprio un bruciante desiderio di riscatto sociale sta alla base dell’ambizione dei Florio e segna nel bene e nel male la loro vita; che gli uomini della famiglia sono individui eccezionali ma anche fragili e – sebbene non lo possano ammettere – hanno bisogno di avere accanto donne altrettanto eccezionali: come Giuseppina, la moglie di Paolo, che sacrifica tutto – compreso l’amore – per la stabilità della famiglia, oppure Giulia, la giovane milanese che entra come un vortice nella vita di Vincenzo e ne diventa il porto sicuro, la roccia inattaccabile.
Intrecciando il percorso dell’ascesa commerciale e sociale dei Florio con le loro tumultuose vicende private, sullo sfondo degli anni più inquieti della Storia italiana – dai moti del 1818 allo sbarco di Garibaldi in Sicilia – Stefania Auci dipana una saga familiare d’incredibile forza, così viva e pulsante da sembrare contemporanea.
Palermo è una cipolla. Remix
Non solo un grande libro per capire una città, ma anche una versione aggiornata, un remix. Infatti, ogni libro dovrebbe avere almeno l’aspirazione di essere eterno. Almeno, l’aspirazione: sapendo che non potrà mai arrivarci.
E questo libro quella strada l’aveva imboccata. Ma il tempo passa, e la Città cambia e sì, in moltissime cose la Città è cambiata in meglio. Certo, c’è sempre da fare i conti con l’eterna propensione all'”annacamento”.
Ogni due passi avanti corrisponde sempre un passo indietro, uno a destra e uno a sinistra, ma la storia siciliana non è mai stata una superstrada a senso unico, semmai una trazzera tortuosa. La Città è di sua natura irrequieta e irrisolta. Nell’orditura delle sue trame ci sarà sempre un errore, nell’intonazione più calda si potrà riscontrare sempre almeno una sporcatura.
Siamo Palermo
Una guida all’apparenza più tradizionale ma che è in realtà un viaggio nel viaggio: straordinaria. Siamo fatti, dicono i due autori Simonetta Agnello Hornby e Mimmo Cuticchio, della stessa pasta di cui è fatta questa città.
Simonetta Agnello Hornby e Mimmo Cuticchio si sono incontrati in anni recenti, ne è nata un’amicizia, ne è nata un’intesa che ha destato la visione a due voci di Palermo, Capitale italiana della Cultura 2018.
Simonetta e Mimmo raccontano e si raccontano, obbedendo al fascinoso labirinto che storia e memoria disegnano per loro. Ecco allora la Palermo della guerra, la Palermo vista dal mare e attraverso le trasparenze delle acque dolci che ancora la attraversavano, la Palermo della ricostruzione selvaggia, la Palermo dei morti per mafia.
Ecco i vicoli della “munnizza”, i palazzi nobiliari, le statue del Serpotta, magnifiche e sensuali, le prostitute (la bionda Nicoletta che faceva sollevare le pietre sulle quali camminava), il cuntista che fa roteare la spada per impressionare il pubblico, le grandi figure della Chiesa che si sono schierate con i poveri e contro la mafia, le atmosfere di sangue degli anni Novanta, lo Spasimo e Palazzo Butera, Palazzo Branciforte, l’arte e le isole pedonali.
Simonetta e Mimmo evocano una città che guarda all’Europa, non solo in ragione della sua bellezza e delle sue contraddizioni, ma anche per il desiderio di futuro che vengono esprimendo le istituzioni e le nuove generazioni.
Nuovo repertorio dei pazzi della città di Palermo
Non poteva esserci una lista dei migliori libri di Macity senza i suoi fuori-sacco. Due questa volta. Ecco il primo: il piacevolissimo libro di Roberto Alajmo che offre uno sguardo eccentrico su Palermo. Ogni città ha il suo campionario di persone stravaganti, di simpatici e innocui “matti”. Ma nessuna può vantare le bizzarrie quasi proverbiali degli abitanti di Palermo.
Ecco dunque un repertorio, quasi un’enciclopedia, di tutti i personaggi più strampalati, di tutte le situazioni paradossali, di tutti gli episodi più curiosi e insensati avvenuti nella città siciliana: dal nobiluomo, che trovava traumatico il suono della sveglia e si inviava ogni giorno un telegramma per farsi svegliare dal postino, al mitomane convinto di essere il vero e unico erede di Federico II, fino alla vecchina sorda e cieca che, morto il canarino, continuò per anni ad ascoltare il melodioso canto di un limone.
La rivoluzione della luna
Ed ecco il secondo fuori sacco della lista dei migliori libri di Macity su Palermo. Che è particolare. Infatti, è di Andrea Camilleri, l’autore sicilianissimo e famosissimo che ha saputo fare molto per raccontare la Sicilia tramite il suo personaggio più noto, il Commissario Montalbano. Tuttavia, la maggior parte dei romanzi di Camilleri, specialmente quelli della serie del commissario Montalbano, sono ambientati nell’immaginaria città di Vigàta, ispirata a Porto Empedocle.
Tuttavia, l’autore ha occasionalmente utilizzato anche Palermo come sfondo per alcune delle sue opere, esplorando diversi periodi storici e aspetti della cultura siciliana. È il caso di questo libro, forse meno noto ma non per questo minore. È un affascinante romanzo storico ambientato nella Palermo del XVII secolo. La storia si svolge nell’aprile del 1677, quando donna Eleonora di Mora, una giovane vedova di straordinaria bellezza, si trova inaspettatamente a governare la Sicilia per ventisette giorni.
Il romanzo prende spunto da un fatto storico realmente accaduto: alla morte improvvisa del viceré spagnolo, suo marito, Eleonora si ritrova nominata reggente in virtù di un testamento controverso. In un’epoca in cui il potere femminile era impensabile, questa “rivoluzione” scatena stupore, ammirazione e opposizione tra i membri del Consiglio e la popolazione.
Con la sua prosa ricca e il caratteristico uso del dialetto siciliano, Camilleri dipinge un vivido affresco della Palermo seicentesca, afflitta da epidemie, carestie e corruzione. Attraverso le azioni di donna Eleonora, l’autore esplora temi come il coraggio femminile, l’intelligenza politica e la possibilità di cambiamento in una società rigidamente patriarcale.
Questo romanzo è un omaggio alla forza delle donne e una riflessione sul potere e sulla giustizia, narrato con l’inconfondibile stile di Camilleri che mescola umorismo, critica sociale e profonda umanità
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