Quello che sta per iniziare potrebbe essere un anno turbolento per DJI: la casa produttrice di droni per eccellenza ha un anno di tempo per mettersi in regola, altrimenti rischia il blocco completo negli USA. Il nuovo disegno di legge per il bilancio della National Defense Authorization Act appena pubblicato non lascia spazio – purtroppo per DJI – a interpretazioni.
Secondo quanto riportato da The Verge, la normativa concede a DJI un anno di tempo prima di essere potenzialmente bandita negli Stati Uniti. In realtà si tratta di una buona notizia per DJI e per la rivale Autel, che hanno di fatto ricevuto una proroga dei termini precedenti che – se applicati – avrebbero già comportato il divieto di vendita dei droni in USA entro la fine di questo 2024.
In pratica, DJI e Autel, avranno altri 365 giorni per dimostrare a un’agenzia di sicurezza nazionale competente che i suoi prodotti non rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale americana.
Se DJI non riuscirà a soddisfare i requisiti richiesti, il disegno di legge autorizza la Federal Communications Commission (FCC) a inserire i droni DJI nella lista nera dei prodotti per il 2026. Questo significherebbe che i rivenditori non sarebbero più autorizzati a importare i prodotti DJI negli Stati Uniti.
Inoltre, dispositivi come i droni e le fotocamere della società, non potrebbero più connettersi alle reti statunitensi, e le loro radio interne non riceverebbero più l’autorizzazione dalla FCC. Tecnicamente, ciò vieterebbe l’uso dei prodotti DJI già posseduti dai consumatori, anche se è improbabile che gli Stati Uniti intervengano direttamente per impedire ai cittadini di continuare a utilizzarli.
La risposta di DJI
Ovviamente, non si è fatta attendere la risposta di DJI, che in un post sul suo blog Viewpoints, ha definito una “buona notizia” il fatto che il divieto non sia stato incluso nel bilancio di quest’anno.
Tuttavia, l’azienda ha evidenziato che i droni prodotti in Cina sono sottoposti a un controllo particolarmente severo e che la legislazione non specifica quale agenzia dovrebbe condurre lo studio richiesto.
DJI ha avvertito che questa ambiguità potrebbe danneggiare l’azienda semplicemente perché nessuna agenzia potrebbe assumersi l’incarico di analizzare i loro prodotti. Altre risposte sono anche pervenute da Brendan Karr, portavoce della Law Enforcement Drone Association, in una lettera al Congresso:
Se una legge come questa venisse approvata integralmente e vietasse l’uso di droni cinesi per la sicurezza pubblica, sarebbe un disastro per l’industria dei droni di pubblica sicurezza
Nonostante il sostegno che DJI continua a ricevere, alcuni rappresentanti statunitensi considerano i droni dell’azienda un rischio per la sicurezza, tanto che la presunta minaccia proveniente da questi velivoli viene da alcuni paragonata a quella di TikTok:
I droni DJI rappresentano la stessa minaccia di TikTok, ma con le ali. Questa azienda controllata dalla Cina non può continuare a operare negli Stati Uniti
Questo il pensiero diretto della deputata repubblicana Elise Stefanik. Tutti gli articoli di macitynet che parlano di DJI, Mercato e Finanza sono disponibili ai rispettivi collegamenti