Apple punta il dito contro Meta (l’azienda che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp) per ripetute richieste da parte di quest’ultima di accedere – con la scusa dell’interoperabilità nell’ambito del Digital Markets Act (DMA) – funzionalità che potrebbero compromettere la privacy e la sicurezza dell’utente.
Lo riferisce Reuters spiegando che nell’ambito del Digital Markets Act – la normativa sui mercati digitali stabilisce una serie di criteri oggettivi e precisi per definire le piattaforme online di grandi dimensioni – Apple deve consentire ad aziende rivali e sviluppatori di app a rendere i propri servizi interoperabili per i terzi in situazioni specifiche, rischiando altrimenti ammende fino al 10% del fatturato mondiale totale annuo dell’impresa, o fino al 20% in caso di violazioni ripetute.
Meta ha effettuato finora 15 richieste di funzionalità di interoperabilità – più di qualsiasi altra azienda – per ottenere accesso di ampia portata a stack tecnologici di Apple, si legge in un report.
“In molti casi, Meta cerca di alterare le funzionalità con modalità che sollevano preoccupazioni su privacy e sicurezza degli utenti, richieste che sembrano completamente slegate dall’utilizzo effettivo con dispositivi di Meta quali occhiali smart (dispositivi per la Realtà Mista, ndr) e Meta Quest (dispositivi per la Realtà Virtiale, ndr)”, riferisce Apple.
“Se Apple concedesse tutte queste richieste, Facebook, Instagram e WhatsApp potrebbero consentire a Meta di leggere dal dispositivo dell’utente tutti i suoi messaggi, le mail, vedere qualsiasi chiamata fatta o ricevuta, tracciare qualsiasi app usata, scandagliare le foto, individuare file, eventi sul calendario, registrare qualsiasi password e altro ancora”, riferisce sempre Apple.
La Casa di Cupertino sottolinea in un documento (PDF) diverse multe per questioni legate alla privacy che hanno coinvolto Meta al termine di indagini a seguito di violazione dei dati personali, incluse sanzioni nell’Unione Europea o nello Spazio Economico Europeo.
“Ciò che Apple sta in realtà dicendo”, ha risposto un portavoce di Meta, “è che non crede nell’interoperabilità. “Ogni volta che Apple è richiamata per comportamento anticoncorrenziale, si difendono adducendo la necessità di rispettare la privacy che non hanno alcun fondamento nella realtà”.
Il commento di Apple su Meta è arrivato al termine di risultati preliminari presentati dall’Unione europea sulle misure proposte da Apple per migliorare l’interoperabilità di suoi servizi, come imposto all’art. 7 DMA ai servizi di comunicazione interpersonale.
Secondo la Commissione, Apple deve offrire agli sviluppatori una migliore panoramica dei componenti iOS delle funzionalità riservate(interfacce di programmazione) e offrire migliori procedure per rendere possibile richiedere funzionalità di interoperabilità. Apple deve inoltre conformarsi a tempistiche più rigorose ed evitare ritardi nell’offrire feedback relativamente a funzionalità richieste da provider di applicazioni e servizi di terze parti.
La Commissione europea sta ora consultando le terze parti interessate per capire se quanto emerso dalle conclusioni preliminari è sufficiente per rendere effettivamente possibili richieste di interoperabilità a Apple, e verranno eventualmente richieste a quest’ultima modifiche in base ai feedback ricevuti.