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PlayStation compie trent’anni mentre Nintendo punta al record

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Viviamo tempi molto interessnati. Il mondo dei videogiochi si trova di fronte a uno straordinario paradosso temporale. Mentre Sony celebra questo dicembre i trent’anni dal lancio della prima PlayStation in Giappone, Nintendo si prepara a conquistare la vetta facendo cadere uno dei record più longevi del settore. La coincidenza vuole che questo avvenga proprio mentre il brand PlayStation festeggia con temi retrò e video celebrativi tre decenni di successi. E la storia sembra pronta a essere riscritta dal nuovo vincitore, anche se non è detto che il finale sia quello che tutti si aspettano.

La storia (recente) dei videogame

Il 3 dicembre 1994 Sony lanciava sul mercato giapponese la sua prima console, segnando l’inizio di una nuova era per il mondo del gaming. Da quel momento l’azienda ha costruito un impero che ha ridefinito il concetto stesso di intrattenimento digitale. La storia di PlayStation è costellata di successi commerciali che hanno dell’incredibile, con le sue generazioni di console che hanno venduto complessivamente più di 450 milioni di unità. Ma il vero gioiello della corona è sempre stata la PlayStation 2, che con i 160 milioni di esemplari venduti detiene ancora oggi il record “assoluto mondiale totale globale”. O almeno, lo detiene forse ancora per poco.

Nintendo infatti non sta a guardare. La casa di Kyoto ha trovato nella Switch una macchina perfetta per sfidare questo primato. La console ibrida, che può essere utilizzata sia come portatile che collegata al televisore, ha raggiunto quota 146,04 milioni di unità vendute a settembre 2024. L’azienda di Kyoto prevede di piazzare altri 13,5 milioni di pezzi entro la fine dell’anno, il che potrebbe permetterle di superare non solo il Nintendo DS (fermo a 154,02 milioni) ma anche di puntare al record della PS2. Tuttavia, il rallentamento delle vendite negli ultimi mesi potrebbe complicare questa rincorsa.

Una lotta sul filo di lana

La coincidenza temporale rende tutto più interessante dal punto di vista storico. PlayStation è riuscita nell’impresa di trasformare i videogiochi da passatempo per bambini a intrattenimento mainstream per tutte le età. Il percorso è stato inaugurato dalla prima PlayStation, proseguito trionfalmente con PS2, consolidato con PS3 nonostante qualche difficoltà iniziale e rilanciato con PS4. PS5, ancora nel pieno del suo ciclo vitale, sta cercando di mantenere alta questa tradizione in un mercato che però è profondamente mutato. L’intrattenimento è diventato tutta un’altra cosa. L’emozione davanti ai poligoni fatti ruotare dai chip custom di PS e PS2 sono una cosa del passato, vintage come minidisc e Cd-Rom. Adesso c’è l’AI, ci sono i giochi in streaming, i social, la realtà aumentata-virtuale: tutta un’altra partita.

E poi c’è la grande nemesi della vecchia signora dei videogiochi giapponesi. Se Sony finora ha affrontato il mercato con la forza di un campione di karate, “sfondando” letteralmente la concorrenza ad esempio di SeGa, Nintendo ha adottato la postura del judoka e ha fatto di necessità (il ritardo tecnlogico, i giochi più controllati e per un pubblico più giovanile) virtù. E con l’ingegno il vero cambiamento lo ha portato proprio Nintendo Switch.

Il grande azzardo della grande N

Nonostante Sony abbia tentato due volte, con la PSP prima e con Vita poi, la strada della console portatile, è stata Nintendo a capire che l’hardware arretrato rispetto ai “mostri” di Sony e Microsoft poteva essere una opportunità, perché talmente miniaturizzato da rendere la console un ibrido perfetto tra gioco da passeggio e gioco connesso al televisore.

Così Switch, la nuova console, ha rivoluzionato il concetto stesso di gaming casalingo, fondendo l’esperienza portatile con quella da salotto. Una mossa che inizialmente sembrava rischiosa (ha combattuto e vinto anche contro gli smartphone e i tablet) si è rivelata geniale, permettendo a Nintendo di recuperare terreno dopo il flop di Wii U. La versatilità della Switch ha conquistato un pubblico trasversale, dalle famiglie ai giocatori hardcore, creando un nuovo paradigma che Sony e Microsoft stanno studiando con attenzione.

Oltre il semplice gioco

Il futuro però resta tutto da scrivere. Nintendo sta già preparando il terreno per Switch 2 (con qualche problema di vendite), mentre Sony continua a spingere su PS5 con un mix di esclusive di alto profilo e servizi sempre più raffinati. La competizione tra i due colossi giapponesi non si limita più solo alle vendite hardware ma si estende ai servizi, ai giochi live service e alle sottoscrizioni. È una battaglia che si combatte su più fronti, dove il numero di console vendute è solo uno degli indicatori di successo. E dove la natura stessa del “gioco” all’interno dell’idea di intrattenimento videoludico viene costantemente ripensata. Diventa così è uno stile di vita, è una cultura, è una piattaforma per fare molte altre cose.

Questa coincidenza dell’anniversario di PlayStation con il possibile sorpasso di Switch racconta molto dell’evoluzione dell’industria videoludica. Trent’anni fa il mercato era dominato da logiche completamente diverse, con Nintendo e SeGa che si contendevano il primato. L’arrivo di Sony ha cambiato le carte in tavola, portando il gaming a un livello di sofisticazione tecnologica e narrativa mai visto prima. Oggi, mentre festeggiamo questi trent’anni, assistiamo a un possibile nuovo cambio della direzione.

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Il futuro è un’incognita

Il record della PlayStation 2 rappresenta più di un semplice numero. È il simbolo di un’era in cui i videogiochi sono diventati definitivamente cultura pop, superando i confini della nicchia per entrare nelle case di tutti. Che Nintendo riesca o meno nell’impresa di superarlo con Switch, resta il fatto che entrambe le console hanno segnato indelebilmente la storia dell’intrattenimento.

E mentre celebriamo il passato, è impossibile non guardare al futuro con una certa dose di curiosità, aspettando di vedere quale sarà la prossima rivoluzione nel mondo del gaming ibridato con le altre tecnologie che sono diventate mainstream in questi ultimi due anni. Sarà l’AI a cambiare il gioco o la realtà XR (aumentata e virtuale), saranno le reti ultraveloci e lo streaming o le esperienze phigital, metà fisiche e metà digitali? Chissà. Sarà però interessante e forse addirittura divertente vedere cosa succederà.

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