Lo sviluppatore Howard Oakley fa notare sul suo blog che Apple non sta aggiornando da un po’ il firmware dei Mac con processore Intel.
Con il termine firmware si fa riferimento a chip sui quali vi sono dati e programmi registrati. Semplificando, quando il computer viene prodotto, il suo firmware viene programmato in modo specifico di modo che possa “istruire” al computer come realizzare un compito. Il tipo di firmware installato sul computer può essere aggiornato in seguito se il computer richiede una modifica.
Questi particolari update (una sequenza di istruzioni presente in un chip programmabile, responsabile, ad esempio, del corretto avvio del computer) da alcuni anni sono inglobati negli aggiornamenti di macOS ma da qualche mese Cupertino non li sta integrando più.
Sui Mac con CPU Intel con installato macOS 15.2 è presente un firmware che risale a giugno o luglio dello scorso anno (a seconda del modello). Non sempre gli update firmware sono fondamentali e nulla impedisce a Apple di offrire aggiornamenti firmware con il futuro macOS Sequoia 15.3 o altri update di qeusto sustea, ma l’assenza di questi aggiornamenti potrebbe essere un segnale del prossimo abbandono delle CPU Intel. Apple potrebbe aver deciso di concentrarsi nello sviluppo di sistemi operativi e applicazioni utilizzabili su macchine con suoi chip (M1, M2, M3, M4…), snellendo il compito dei suoi sviluppatori che non avrebbero a questo punto bisogno di supportare l’architettura x86 con la futura major release del sistema operativo.
Oakley fa notare che per i Mac con chip T2 (iMac Pro e Mac con CPU Intel dal 2018 al 2020) continua a essere aggiornato il controller iBridge, componente che gestisce il chip di sicurezza. Se i Mac con Intel non saranno più supportati, il cordone ombelicale” con questi processori potrebbe essere tagliato dopo 18 anni dal primo Mac con CPU Intel.
Presentando i primi Mac con chip M1 nel 2020, Apple aveva spiegato che avrebbe continuato “per alcuni anni” a supportare e a rilasciare nuove versioni di macOS per i Mac con processore Intel, sottolineando che la transizione ai chip Apple rappresentava “la più grande rivoluzione di sempre per il Mac”.