Baseus nasce come azienda che produce accessori per la ricarica, batterie e caricabatterie in particolare. In questo ambito si è fatta largo riuscendo a coniugare ottima qualità a prezzi molto bassi, ricavandosi una sua specifica nicchia e un nugolo di estimatori. Ora prova a ripetersi anche nell’ambito delle cuffie Baseus Bozie 30 Max (disponibili su Amazon) e funzioni tipiche di prodotti molto più costosi, promettendo nel contempo anche prestazioni di livello.
Nel campo delle cuffie quelle migliori hanno, tra le altre cose, audio spaziale, riduzione del rumore, personalizzazione del suono, autonomia sopra le 50 ore, connessione wireless o cavo, design originale. E tutto questo lo troviamo anche nelle Baseus Bowie 30 Max.
Per capire se Baseus davvero, come per il resto del suo mercato, riesce a coniugare prezzo molto aggressivo con elementi tipici di prodotti molto più costosi, abbiamo messo alla prova le Baseus Bowie 30 Max in un test che tiene conto di questi aspetti e in definitiva del valore che sono in grado di offrire in rapporto al costo.
Come sono fatte
Le Baseus Bowie 30 Max stilisticamente sono diverse da tutte le altre cuffie sul mercato in questa fascia di prezzo. Si nota chiaramente che il produttore ci messo impegno per provare a realizzare un prodotto distintivo. Il profilo quadrato e i dettagli dell’archetto rendono queste cuffie immediatamente riconoscibili dalla pletora di concorrenti che si trovano su Amazon.
Anche la qualità costruttiva è buona. Presentano un mix di alluminio spazzolato e brunito, acciaio e plastica opaca un pacchetto che offre la sensazione di solidità. Nonostante questo leggere e facili da maneggiare,
Sono anche confortevoli grazie all’archetto imbottito generosamente e alle corrette dimensioni dei padiglioni auricolari che avvolgono bene le orecchie e si adattano alla testa senza dare fastidio. Indossare queste cuffie a lungo non è certo un problema, neppure dal punto di vista della sensazione di calore che inevitabilmente generano le cuffie chiuse e realizzate in materiali come la finta pelle.
Come accennato le Baseus Bowie 30 Max sono anche pieghevoli. Per questo sarebbe stato però importante avere a disposizione anche una custodia che invece non c’è. Metterle nello zaino o in borsa non è un problema perchè sono meno ingombranti, ma si corre il rischio di non avere il pieno vantaggio dalla soluzione di design che mira a ridurre lo spazio. Trovare un sacchetto in cui collocarle potrebbe essere la missione da svolgere non appena le si acquista.
Tecnicamente parlando spiccano i driver di dimensioni generose, 50mm, placcati in titanio. Cuffie di questa fascia di prezzo solitamente hanno driver da 40mm che, sulla carta, sono meno adatti di quelli usati da Baseus per potenza e risposta sui bassi.
Tra gli altri dettagli segnaliamo il supporto a Bluetooth 5.4, al codec LDAC e alla riproduzione cablata mediante un jack 3,5mm. C’è la modalità bassa latenza (utile a chi usa le cuffie per giocare e a chi guarda video) e la connessione multidispositivo.
Quest’ultima è un’aggiunta interessante anche se per nostra esperienza nel corso della recensione abbiamo avuto qualche difficoltà a farla funzionare correttamente (spesso abbiamo dovuto spegnere il Bluetooth per far collegare le cuffie).
A disposizione c’è anche un’app piuttosto evoluta e ben disegnata che permette di personalizzare le impostazioni EQ. Ce ne sono alcune prememorizzate ma è anche possibile sfruttare i cursori per regolare l’audio come meglio si preferisce superando le impostazioni audio di fabbrica.
L’app chiede anche di registrarsi con l’email accettando obbligatoriamente una serie di clausole “in conformità delle leggi cinesi”, qualunque cosa questo significhi. Per fortuna senza la registrazione quel che viene a mancare è solo la posizione delle cuffie, l’ultima volta che sono state “viste” dal telefono. Una sorta di Dov’è, però meno preciso.
I controlli
Passando al funzionamento, fortunatamente le Baseus Bowie 30 Max non hanno controlli touch. Sappiamo che molti li amano ma sappiamo anche la loro gestione con tasti che rispondono al tocco diventa spesso complicata. Qui si resta ai bottoni elettromeccanici classici.
Sul padiglione sinistro ci sono il pulsante di accensione per l’abbinamento Bluetooth, i tasti controllo del volume che funzionano anche per il controllo delle tracce (pressione lunga) e un tasto multifunzione che oltre alla gestione delle telefonate, e l’avvio della riproduzione, gestisce anche l’EQ e l’audio spaziale con posizionamento della testa.
C’è, infine, un tasto per la gestione dell’ANC che consente di attivare o disattivare la funzione per la riduzione del rumore oppure per la trasparenza.
Tutti i tasti rispondono con una sensazione un po’ “plasticosa”, ma hanno il pregio di essere individuabili senza troppo sforzo, dando un contribuito alla fruibilità delle funzioni anche mentre si cammina o si è in posizione non troppo comoda.
Oltre a tutto questo abbiamo l’accennata porta 3,5mm per collegare fisicamente con un cavo (incluso) le cuffie ad un dispositivo. Questo dovrebbe permette di avere una migliore qualità audio rispetto a quella possibile con il Bluetooth.
Infine non mancano un LED per i vari stati: associazione Bluetooth, ricarica e accensione e l’ovvia porta USB-C per ripristinare la batteria.
La riduzione del rumore
Abbiamo detto che le Baseus Bowie 30 Max hanno una funzione di cancellazione del rumore. Baseus parla di -45db e del «96% di cancellazione del rumore». Difficile verificare queste misurazione ma è certo che è stata messa parecchia cura per cercare di offrire all’ANC la massima flessibilità possibile. Possiamo regolare la potenza o scegliere tre modalità, ciascuna orientata ad un particolare ambiente (in viaggio, interno o ambiente aperto).
Il sistema offre una soppressione del rumore discreta, simile a quella di cuffie di questa fascia di prezzo. In pratica non siamo, come facile intuire, al pari di quella di cui sono capaci cuffie specializzate come le Bose o alcuni modelli Sony o, se vogliamo, le Airpods Max e anche Airpods Pro (parlando di auricolati).
Nonostante questo le Baseus Bowie 30 Max sono pienamente in grado di attenuare rumori a bassa frequenza come rombo del traffico, quello di un treno, i motori degli autobus o quelli degli aerei e in linea generale con tutti i suoni su frequenza costante.
Le cuffie Baseus faticano invece con rumori che variano di frequenza e in genere con tutti i suoni più acuti e la voce umana.
Abbiamo svolto diverse prove sfruttando anche il sistema di regolazione della riduzione del suono e tutte e tre le modalità ed è difficile cancellare il rumore di un ufficio rumoroso. Però aumentando il volume di riproduzione, si ammortizza notevolmente il disturbo.
Le Baseus Bowie 30 Max usate invece durante un viaggio possono aiutare a restare più tranquilli ed isolati dall’ambiente di un mezzo pubblico, in strada o anche in casa quando c’è un elettrodomestico (un condizionatore ad esempio, una lavastoviglie, un aspirapolvere) rumoroso.
La modalità trasparenza amplifica in maniera evidente i suoni ambiente con il risultato di ritrovarsi con una sorta di super-udito. Niente di strano in questa fascia di prezzo. Piuttosto si nota nella modalità trasparenza una sorta di fruscio abbastanza fastidioso quando non c’è nulla in riproduzione e che per fortuna sparisce quando si ascolta un brano.
Qualità del suono
A proposito di riproduzione audio: come suonano le Baseus Bowie 30 Max? Il punto di partenza è che stiamo parlando di cuffie di fascia economica, non cuffie da audiofili. Se si assimila questo concetto e si cerca di proiettare le prestazioni del suono sulla fascia di prezzo non ci sono molte critiche da fare se non che la regolazione di base è quella che punta a “piacere”.
Con questo intendiamo che vengono enfatizzati gli alti e i bassi, due frequenze che la musica commerciale sfrutta come strumento per suscitare partecipazione da parte dell’ascoltatore. I medi, i mediobassi, la voce umana sono meno curati. In pratica manca la regolazione base manca di bilanciamento.
È possibile però regolare il suono, come detto, sfruttando l’app. Ci sono, come detto, dei preset (tra gli altri Baseus Classico, Voci Nitide, Hi-Fi Live, Pop and Rock Classico) che però non ci sono parsi particolarmente efficaci. Molto meglio si può fare con l’equalizzatore. Questo permette di regolare maggiormente l’aspetto della musica dando ad essa un suono meno scolpito e vicino alle preferenze di ciascuno.
Se vi piacciono i bassi che “pompano” c’è anche un tasto, che poi in realtà altro non è che un altro preset, specifico per migliorare questa frequenza. Selezionandolo si ottiene un buon risultato che sarà gradito a chi ha predilezione per questo tipo di musica, benché anche qui usando i cursori dell’equalizzatore, a nostro giudizio si possa fare di meglio.
La risoluzione del suono è discreta ma non eccezionale. L’effetto palco presente anche se non del tutto convincente. Qui siamo forse di fronte ai limiti dell’hardware e ai risparmi attuati in componenti per mantenere l’eccezionale prezzo con tutte le funzioni connesse. Lo, ripetiamo, stiamo parlando di cuffie che si collocano sul mercato ad un prezzo largamente sotto i 100€ e i quanto tali non trovano concorrenti particolarmente agguerriti su questi piani.
In sintesi le Baseus Bowie 30 Max musicalmente sono un prodotto orientato ad un ascolto casual, a chi piace la musica pop e funky, da usare in casa o durante un viaggio oppure seduti di fronte alla TV o ad un computer magari mentre si lavora o si scrive. Non sono cuffie per chi va alla ricerca delle sfumature o delle articolazioni presenti in alcuni concerti di musica classica o sinfonica.
Audio spaziale ed head tracking
La funzione più interessante da punto di vista tecnico nel campo dell’ascolto è il suono spaziale con tracciamento opzionale della posizione della testa. Quello di cui si tratta lo sa bene chi ha usato gli auricolari Apple: il suono è più ampio e volendo quando la testa si muove, la fonte del suono resta fissa in un punto come se provenisse da altoparlanti ancorati in quella posizione.
Se parliamo solo di suono spaziale con posizionamento fisso questa modalità ha risultati non troppo buoni dal punto di vista della qualità della musica. I brani sembra in effetti provenire da uno spazio più ampio peccato che il suono che ne scaturisce sia più compresso e piatto. Questo visto che non è possibile in questa modalità regolare il suono con l’equalizzatore potrebbe essere un problema.
Passando al cosiddetto head tracking diciamo subito che a nostro giudizio non è il massimo per ascoltare musica perché quando si vogliono ascoltare canzoni si preferirà avere un effetto immersivo con un’emissione frontale e non lo spostamento della fonte del suono. Diverso il discorso nei giochi o per un film, dove ci sembra più appropriata.
Questa non è però una critica alle Baseus Bowie 30 Max ma alla funzione specifica, anche in cuffie diverse da quelle cui si riferisce questa funzione, inclusi modelli assai più costosi.
Quando servono, in ogni caso, l’audio spaziale e l’head tracking ci sono ed è certamente qualche cosa che impressiona in un paio di cuffie con questo costo.
Autonomia e ricarica
La durata della batteria è da sottolineare. Baseus promette fino a 65 ore di riproduzione senza ANC, oppure 50 ore con la riduzione del rumore attiva. Siamo poco distanti dalla assoluta eccellenza non solo per cuffie in questa fascia di prezzo ma anche per prodotti molto più costosi.
Non siamo riusciti a misurare effettivamente le 65 ore, ma dopo 4 giorni di prove anche intensive la batteria era ancora “viva”.
Del resto si deve anche prendere nota del fatto che grazie alla ricarica rapida via USB-C si possono avere 14 ore di autonomia con solo 10 minuti di collegamento al caricabatterie.
In conclusione
In conclusione, gli aspetti migliori delle Baseus Bowie 30 Max sono nel design distintivo, nell’eccellente rapporto tra qualità dei materiali e prezzo, nella comodità e nell’autonomia ma più di ogni altra nella possibilità di avere funzioni presenti solo in cuffie molto più costose. Parliamo di audio immersivo e spaziale con tracciamento della posizione della testa.
Nonostante i risultati prodotti dalle Baseus Bowie 30 Max non sono (e non posso essere) al pari di quelle che possiamo avere in prodotti che costano tre volte tanto, se vi interessa sperimentarli non li troverete in altri accessori a questo livello di prezzo.
Musicalmente e dal punto di vista dell’ANC siamo invece nella fascia delle cuffie concorrenti con il costo delle Baseus Bowie 30 Max.
Chi non va, come dovrebbe essere logico, alla ricerca dell’assoluta eccellenza impossibile in una fascia di prezzo intorno ai cento euro troverà comunque soddisfazione sia da un aspetto che dall’altro: l’ascolto sarà coinvolgente (oltre che modulabile grazie alla specifica applicazione) e la riduzione del rumore ambiente, efficace quando si useranno le cuffie per il pendolarismo.
Insomma, in un mondo dove esistono molte ovvie differenze di funzioni e di qualità tra cuffie da 300 euro e cuffie da 50 euro, le Baseus Bowie 30 Max riescono a collocarsi in una nicchia specifica e sostanzialmente esclusiva, portando tutte le funzioni delle cuffie da 300 euro ad uno scalino di prezzo accessibile a tutti sommando a questo, quello che serve per una loro fruizione quotidiana in tanti contesti.
Pregi
- Comode, leggere ben costruite
- Tutte le funzioni immaginabili
- Autonomia eccellente
- Prezzo economico
Difetti
- Pieghevoli ma manca la custodia
- Per avere il meglio dalla musica serve l’equalizzatore
- L’audio spaziale riduce la qualità del suono
Prezzo e disponibilità
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