Disney+ ha annullato, almeno al momento, la distribuzione della già annunciata serie televisiva sul delitto di Avetrana. A volere che lo show non andasse in onda anche il Sindaco della piccola cittadina, che ha presentato un reclamo al tribunale, ottenendo lo stop alla messa in onda.
La vicenda, però, sembra destinata a continuare. Ecco i prossimi step del processo. Le motivazioni sottese alla richiesta di bloccare la messa in onda riguardano l’immagine negativa che il programma potrebbe portare alla comunità.
La serie Disney+ intitolata “Avetrana – Qui non è Hollywood”, mette in scena un racconto romanzato del delitto della quindicenne Sarah Scazzi, avvenuto nel 2010, che ha portato alla condanna all’ergastolo dei familiari Sabrina Misseri e Cosima Serrano, sebbene ancora oggi si proclami colpevole lo zio Michele Misseri.
Dal canto suo, Disney, in qualità di distributore, ha dichiarato in un comunicato congiunto con i produttori che il lancio della serie è stato rinviato a seguito di un’ordinanza del tribunale di Taranto. La decisione, ha annunciato, verrà impugnata.
Il caso ha attirato una forte attenzione mediatica, mentre l’uscita della serie TV era prevista per il 25 ottobre sulla piattaforma streaming Disney+.
L’ordinanza di stop del tribunale
Mercoledì il tribunale ha sospeso la messa in onda della serie accogliendo temporaneamente il ricorso del sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, fissando l’udienza del 5 novembre per esaminare il ricorso nel merito.
Avetrana è una cittadina di meno di 7.000 abitanti nella regione pugliese e il sindaco Iazzi ha spiegato di aver intrapreso azioni legali poiché la comunità è stanca di essere associata a un crimine tanto efferato.
L’amministrazione comunale ha richiesto che il titolo della serie venga modificato, per evitare che Avetrana sia percepita come una comunità segnata da criminalità, arretratezza e omertà, ha aggiunto il sindaco.
L’associazione dei produttori italiani (APA) e ANICA, gruppo rappresentativo dell’industria cinematografica e televisiva, hanno criticato la decisione del tribunale, ritenendola un pericoloso precedente contro la libertà artistica.
“Il blocco preventivo della serie, ancora inedita, sembra rappresentare una grave violazione del principio di libertà d’espressione, chiaramente tutelato anche a livello costituzionale” ha dichiarato Chiara Sbarigia, presidente di APA.
Il prossimo 5 novembre, comunque, ne sapremo certamente di più. Chissà che un cambio titolo possa nel breve termine portare la serie nei salotti degli abbonati Disney+ o che le parti trovino un accordo per tutelare, da un lato, l’immagine della cittadina, e dall’altro i diritti sulla libertà artistica.
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