La maggiorparte dei meccanismi che consentono di catturare forme tridimensionali da modelli fisici esistenti, implica l’utilizzo di strumenti di digitalizzazione come ad esempio videocamere multiple, in grado di riprendere gli oggetti da più punti di vista. L’Università di Glasgow ha sviluppato un metodo che consiste nell’utilizzare quattro sensori a singolo pixel, uniti insieme per ottenere immagini 3D partendo da oggetti sui quali sono proiettati una serie di pattern che rendono possibile la lettura dell’intensità della luce proiettata da diverse direzioni e permettere il calcolo delle immagini con diversi profili di ombreggiatura.
Partendo da immagini 2D e leggendo i valori di luce riflessa è possibile stabilire la forma dell’oggetto inquadrato con costi di pochi dollari ed estendendo la sensibilità a lunghezze d’onda maggiori di quelle visibili dall’occhio umano. Applicazioni vere e proprie sono ancora lontane ma l’università afferma che l’invenzione sarà utile anche in campo medico per l’individuazione di neoplasie e anche in altri campi.