Un prossimo Mac sarà costruito negli Stati Uniti. Cook è tornato sullo spinoso e controverso argomento, la produzione internamente agli USA dei suoi dispositivi e CPU, nel contesto di una intervista rilasciata a Politico, un sito americano specializzato in tutto quanto accade a Washington.
L’inusuale, per l’argomento, faccia a faccia è avvenuto nel corso delle ultime ore, mentre il CEO è in viaggio per la capitale federale dove dovrà rispondere di fronte ad una commissione parlamentare dell’altrettanto spinoso argomento tasse. Apple, come noto, è sulla graticola, come moltre altre aziende dell’IT, per avere estensivamente usato la sua presenza internazionale e la produzione all’estero per dirottare su conti non USA i suoi enormi profitti. Attualmente almeno 100 miliardi di dollari prodotti eminentemente vendendo iPhone e iPad, siedono, legittimamente ma dolorosamente per il bilancio del Governo USA, lontani dalla portata del Governo americano, un fatto che ha suscitato polemiche e contestazioni e sul quale Capitol Hill ora vuole vederci chiaro, se non altro per capire la ragione per cui così tante aziende decidono di seguire l’esempio di Apple.
Proprio parlando di questa scelta e difendendo la propria posizione e i meriti nell’arricchimento dell’economia USA sia in termini di pagamento delle tasse che di posti di lavoro, che Cook ribadisce che «un Mac prossimamente sarà interamente costruito negli USA. Anche le sue componenti – dice il CEO – saranno in gran parte prodotte negli Stati Uniti: Arizona, Florida, Illinois, Kentucky e Texas». Il capo di Apple non dice quale sia questo Mac, ma fa sapere che si tratterà di una evoluzione di un modello attualmente in vendita. La mente corre alle voci sui MacPro e ai 200 posti di lavoro cui aveva fatto cenno Cook lo scorso inverno.
Dello stabilimento si sa molto poco: solo che dovrebbe costare 100 milioni di dollari. I 200 dipendenti sono una quantità ridotta per una linea di produzione in serie, pur di un prodotto a bassi volumi come il MacPro, per questo si ipotizza che l’assemblaggio sarà eseguito in gran parte da robot. Secondo alcune fonti sarà Foxconn a dare una mano nella creazione dell’impianto e non è neppure da escludere che sia proprio la gigantesca azienda cinese a gestire, magari in partnership, la linea di costruzione.