Dopo un paio di anni, il Galaxy Ring di Samsung, anello smart con funzionalità dedicate alla salute e al benessere, sarà l’ennesimo oggetto che contribuirà a far accrescere il problema dei rifiuti elettronici.
Lo riferisce il sito iFixit, spiegando che Galaxy Ring (400$ il prezzo negli USA, in Italia non è ufficialmente in vendita) e altri anelli smart simili sono subordinati a un vincolo che non li rende per niete “green”: la batteria agli ioni di litio impossibile da sostituire.
“Il problema sono le batterie”, scrive iFixit, “e la loro limitata durata: tipicamente 400 cicli di ricarica, dopodiché sono esaurite. Non possono essere sostituite, e per il gadget è finita, finirà gettato tra i rifiuti elettronici […]”.
iFixit (che, lo ricordiamo, non è completamente di parte poiché campa vendendo parti di ricambio), condanna questo tipo di tecnologia: “Non è errato venderli ma è sbagliato offrire prodotti che non è possibile riparare. Al pari delle Galaxy Buds3, il Galaxy Ring è un accessorio tech usa e getta che non è pensato per durare più di due anni”. La linea di fondo suggerita da iFixit è semplice: “Non possiamo suggerire l’acquisto di tecnologia usa e getta come questa”.
iFixit ha esaminato l’anello dedicato al monitoraggio della salute con un apparecchio per la tomografia computerizzata, evidenziando la presenza di una batteria agli ioni di litio, ricaricabile con la carica induttiva, l’unico modo per offrire la ricarica in un oggetto che non ha porte.
Secondo iFixit, l’azienda sudcoreana avrebbe potuto pensare a un modo per consentire di sostituire la batteria (impossibile da raggiungere senza distruggere il dispositivo), un problema che – va sottolineato – non riguarda solo i prodotti Samsung ma tutta una categoria di prodotti che oggi o domani finirà nelle discariche, in quella che non è propriamente obsolescenza programmata ma somiglia molto a quest’ultima.