Se siete abbonati a Disney+ allora sincronizzate gli orologi: a settembre, insieme all’aumento dei prezzi, inizierà la repressione nei confronti di chi condivide l’account. Parola di Bob Iger, amministratore delegato della società, che durante l’ultima conferenza sugli utili ha informato gli investitori che la multinazionale di Topolino è pronta a fare sul serio.
Questa storia è in realtà più lunga di quanto potrebbe sembrare. La volontà di interrompere questa pratica c’era già dal settembre scorso, ma la sequenza temporale inizialmente fissata è poi cambiata diverse volte nel tempo.
Buona la prima
Il primo vero divieto alla condivisione delle password e degli account previsto dalle nuove condizioni di servizio è entrato in vigore a giugno, ma solo per alcuni paesi, come in una specie di test per verificare il funzionamento del sistema su larga scala. Per dirla tutta pare sia andato a buon fine perché l’azienda dice di non avere avuto «alcuna reazione negativa».
Cosa sarebbe successo se fosse andata male
In questi casi il rischio infatti è che gli utenti, non potendo più condividere l’account e quindi frazionare la spesa tra più persone, ritenessero il prezzo dovuto dal singolo troppo alto da giustificarne l’abbonamento, preferendo disdirlo del tutto. Così facendo Disney avrebbe potuto perdere milioni e milioni di euro in un solo mese, rischiando poi di dover chiudere il servizio per limitare i danni.
L’esempio di Netflix
Tuttavia, come dicevamo, pare che il sistema invece funzioni. D’altronde aveva funzionato anche per Netflix, che da questo punto di vista ha già fatto da apripista per tutti gli altri. Impedì infatti la condivisione degli account tra più famiglie nel 2023 e nei trimestri successivi, contrariamente alle più rosee previsioni, venne registrata una forte crescita degli abbonati.
Stop anche in Italia? Ni
Così adesso anche gli altri servizi di streaming, con meno timori e più certezze, prenderanno la stessa strada. Disney+ inizierà a settembre negli Stati Uniti e in altri paesi, ma ancora non sappiamo quali, quindi potrebbe interessare anche noi, dato che la stessa operazione di Netflix è partita anche qui.
«Ho una stima molto, molto alta per ciò che hanno fatto» dice Iger riferendosi a Netflix, per la quale dopo queste scelte azzardate nutrirebbe una profonda ammirazione tanto da definirla “il gold standard nello streaming“. «Se solo potessimo realizzare ciò che hanno realizzato loro, sarebbe fantastico». E ci mancherebbe, visto che significherebbe trasformare Disney+ in un business in crescita e in un mercato già saturo di concorrenti.
Come funzionerà la stretta Disney sulla condivisione account
Come Netflix anche Disney intende offrire agli abbonati di pagare un extra per continuare a condividere l’account con altre persone al di fuori del nucleo familiare, ma non è stato ancora definito a quanto ammonterebbe questo extra (Netflix fa pagare 8 $ in più per ogni persona che si aggiunge; 4,99 € in Italia).
Certo è che ci vorrebbe un bel coraggio visto che per lo stesso periodo è stato già fissato l’ennesimo aumento dei prezzi dei vari abbonamenti. Come scrivevamo nelle scorse ore stiamo per arrivare a 15,99 $ mensili (negli USA; da noi siamo fermi a 11,99 € e pare non avvengano rincari, almeno per questo autunno) per continuare a fruire di quello stesso servizio che poco più di tre anni fa, al lancio, veniva offerto per 6,99 $.