Dana Rao – consulente legale e Chief Trust Officer di Adobe – riferisce che negli USA la Federal Trade Commission (FTC) ha citato in giudizio Adobe, accusata di avere ingannato i consumatori, nascondendo l’esistenza di un costo per la cancellazione anticipata dell’abbonamento ai suoi servizi.
Nei documenti completi resi noti dall’agenzia statunitense per la tutela dei consumatori si fa riferimento a quelle che, secondo Adobe, sono conversazioni “che risalgono a quattro anni addietro”, conversazioni nelle quali un dirigente ammetteva che le tariffe richieste per il recesso anticipato sono “un po’ come l’eroina”.
“I termini e le condizioni dei nostri contratti di abbonamento sono trasparenti”, assicura Adobe, che si è ad ogni modo sentita in dovere di renderli ‘più facili da comprendere’ e attivare “una procedura di annullamento più semplice’. Il rimborso dipende dalla data di annullamento e dal tipo di abbonamento acquistato. Per la maggior parte dei piani, se si annulla entro 14 giorni dall’acquisto iniziale, si riceve un rimborso completo.
Se si arriva alla fine del periodo di valutazione senza disdire, si hanno ancora a disposizione quattordici giorni di tempo per farlo gratuitamente;
Se si annulla dopo più di 14 giorni dall’acquisto iniziale, bisogna pagare un costo di annullamento del 50% sul saldo residuo dell’obbligo contrattuale. Il servizio continuerà fino alla fine del periodo di fatturazione del mese in corso.
Con il “Piano annuale prepagato” dopo 14 giorni, il pagamento non è rimborsabile e il servizio continuerà fino alla scadenza del periodo contrattuale; con il “Piano mensile senza impegno annuale” dopo 14 giorni, il pagamento non è rimborsabile e il servizio continuerà fino al termine del periodo di fatturazione di quel mese.
Ricordiamo che l’abbonamento inizia contestualmente all’elaborazione del pagamento e si rinnova automaticamente alla fine del periodo di abbonamento.
L’FTC ritiene le condizioni imposte da Adobe non sufficientemente esplicite, nascoste in una frase dell’articolo 11 delle condizioni generali d’uso. L’accusa ritiene che Adobe è a conoscenza da tempo della confusione tra i consumatori, continua volutamente a proporre il piano annuale con pagamento mensile nascondendo i costi richiesti per la disdetta, disincentiva i clienti dall’annullamento dell’abbonamento sfruttando i costi nascosti di cancellazione e renda volutamente difficile il processo di disdetta anticipata.
“I clienti possono scegliere tra un costo di ingresso inferiore o la maggiore flessibilità”, spiega Dana Rao, ovvero tra un abbonamento annuale a prezzo ridotto o un abbonamento mensile senza impegno. La tassa di recesso anticipato per l’abbonamento annuale rappresenterebbe solo “la differenza tra il prezzo del nostro abbonamento mensile e il prezzo ridotto dell’impegno annuale”, assicura il responsabile legale di Adobe, dichiarando al sito The Verge che rappresenta solo la metà del fatturato annuale dell’azienda.
Adobe ultimamente è nell’occhio del ciclone, e si trovad ad affrontare anche le proteste di vari clienti indignati dalla modifica dei Termini di Servizio che prevedevano la possibilità di accedere ai contenuti sul cloud degli utenti.