In Cina Huawei prova a dire definitivamente addio a Windows e Android, presentando OpenHarmony, la visione del futuro del proprio sistema operativo, che sarà installato su droni, robot, casse del supermercato e altri dispositivi ancora.
Attualmente relegati nel Centro di Innovazione dell’Ecosistema Harmony a Shenzhen, un’entità di proprietà del governo locale che incoraggia autorità, aziende e produttori di hardware a sviluppare software utilizzando OpenHarmony, questi dispositivi potrebbero ben presto espandersi in tutta la Cina, dotati di questa versione open-source del sistema operativo lanciato da Huawei cinque anni fa dopo che le sanzioni degli Stati Uniti hanno bloccato il supporto ad Android.
Il distacco da Windows
Il grande passo in avanti del sistema operativo di Huawei arriverà a breve, quando entro l’anno, o al più ad inizio 2025, arriverà una versione per PC. Non solo questo potrebbe stimolare di parecchio l’adozione di questo sistema operativo, ma permetterà a molti enti governativi locali di sostituire l’OS nelle proprie macchine, che attualmente impiega una versione di Linux.
Ricordiamo, infatti, che la Cina ha anche vietato l’uso di Windows sui computer governativi nel 2014 e ora utilizzano principalmente sistemi operativi basati su Linux, con Microsoft che guadagna solo circa l’1,5% dei suoi ricavi dalla Cina.
L’obiettivo di staccarsi da Windows non è, dopo tutto, così distante. Da quanto HarmonyOS è stato lanciato per i dispositivi mobili, Huawei ha accumulato esperienza nei sistemi operativi, tanto che da tempo l’OS mobile è totalmente autonomo rispetto ad Android.
La strada non sarà comunque semplice e lo sa bene anche il presidente Xi Jinping, che lo scorso anno ha riferito al Partito Comunista che la Cina dovrà combattere una battaglia piuttosto difficile per localizzare i sistemi operativi e altre tecnologie “prima possibile”, mentre gli Stati Uniti continuano a reprimere le esportazioni di chip avanzati e altri componenti.
Ad oggi, comunque, OpenHarmony è per lo più confinato al mercato cinese, anche se il gruppo open-source Eclipse Foundation con sede a Bruxelles ha dichiarato di volerlo utilizzare per sviluppare un sistema chiamato Oniro per l’uso in telefoni cellulari e dispositivi IoT.
Il distacco da Android
Più avviato, invece, è il processo di distacco da Android. Huawei ha presentato per la prima volta Harmony nell’agosto 2019, tre mesi dopo che Washington aveva posto la società sotto restrizioni commerciali per presunti problemi di sicurezza.
Huawei ha sempre negato che le sue apparecchiature rappresentino un rischio per gli USA, ma da allora la Cina ha intensificato i suoi sforzi di autosufficienza, tagliandosi fuori dal principale hub di condivisione del codice Github e promuovendo una versione locale, Gitee.
Adesso, nel primo trimestre del 2024, HarmonyOS di Huawei ha superato iOS di Apple, diventando il secondo sistema operativo mobile più venduto in Cina dietro Android. Originariamente costruito su un sistema Android open source, quest’anno Huawei ha lanciato la sua prima versione “pura” di HarmonyOS, che non supporta più le app basate su Android, in una mossa che separa ulteriormente l’ecosistema delle app della Cina dal resto del mondo.
OpenHarmony si prende la Cina
Adesso, OpenHarmony è ampiamente promosso in Cina come “sistema operativo nazionale” grazie alle preoccupazioni che altre grandi aziende possano essere tagliate fuori dai prodotti Windows e Android di Microsoft da cui molti sistemi dipendono.
In altri termini, il Governo vede in questo sistema operativo un’ancora di salvezza che tutela il Paese da altri eventuali blocchi e bandi, così da far sì che la storia non si ripeta. Per questo, OpenHarmony è stato il sistema operativo open-source per dispositivi smart in più rapida crescita lo scorso anno, con oltre 70 organizzazioni che vi hanno contribuito e più di 460 prodotti hardware e software costruiti in vari settori, ha riferito Huawei nel suo rapporto annuale 2023.
L’obiettivo di renderlo open-source è replicare il successo di Android eliminando i costi di licenza per gli utenti e dando alle aziende una base personalizzabile per i propri prodotti, ha riferito Charlie Cheng, vicedirettore del Centro di Innovazione dell’Ecosistema Harmony, durante una visita di Reuters.
Adesso, più di 900 milioni di dispositivi, inclusi smartphone, smartwatch e sistemi per auto, funzionano con HarmonyOS, mentre 2,4 milioni di sviluppatori lavorano nell’ecosistema, ha precisato Yu di Huawei questo mese.
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