Premessa: Sonos ha deciso di rilasciare le sue cuffie in un momento particolare della sua storia: da una parte un prodotto in una categoria hardware completamente nuova per l’azienda e dall’altra l’aggiornamento radicale del software di controllo che, basandosi su un motore più moderno ha avuto diversi problemi di compatibilità che si stanno via via aggiustando.
Non stupisca quindi che questa recensione di Sonos Ace sia in qualche modo non conclusiva per un giudizio completo. Dopo avere provato le Sonos Ace per diversi giorni e in una marea di collegamenti diversi abbiamo la sensazione che i nostri test non finiranno qui e che con gli aggiornamenti dei prossimi mesi (in realtà speriamo settimane) avremo modo di giudicare diverse interessanti novità e upgrade dei dispositivi. Riprendiamo quindi da dove avevamo interrotto durante l’anteprima di Parigi: la nostra recensione è relativa all’aggiornamento di firmware e software del 5 Giugno che probabilmente era la data corretta per fare uscire una recensione meditata.
“Buona la prima!” è l’esclamazione tipica del regista quando la ripresa è già buona al primo ciak e queste sono le prime cuffie di Sonos la nostra recensione vuole scoprire se l’azienda ha fatto centro da subito.
Unboxing, Design e funzionalità
Sonos Ace è custodita in quella che ormai è una confezione esterna classica degli ultimi prodotti Sonos conl’assenza completa di plastica, sacchetti e sacchettini grazie all’uso sapiente del cartone e l’assenza di immagini colorate: bastano le silhouette dei prodotti dal design pulito e semplici nomi propri che sostituiscono complicate sigle della concorrenza.
Qui sotto vedere le immagini dell’unboxing commentate per tutti i dettagli.
Le Ace che stiamo provando nella versione nera si (ri)presentano nella loro bellezza: merito delle coppe laterali in plastica riciclata, dei particolari in acciaio e del grande arco metallico che funziona da supporto e che aiuta ad esercitare la pressione sugli orecchi grazie ad un funzionamento a molla che non prevede articolazioni particolari: i padiglioni auricolari possono ruotare intorno al proprio asse per rimanere piatte in fase di trasporto (della custodia parleremo poi) o per essere indossate attorno al collo quando non le state ascoltando.
Il sistema di scorrimento a tenuta stagna permette di allungare l’arco e di decidere quanta pressione esercitare sulla sommità della vostra testa appoggiandosi sul rivestimento in similpelle e sull’imbottitura in schiuma.
Altra schiuma la troviamo nel rivestimento dei padiglioni auricolari (facilmente removibile grazie ad un sistema magnetico) che, almeno per le nostre orecchie di medie dimensioni svolgono un ottimo lavoro di dimensione e restano ad una distanza tale che evita il contatto con la retina protettitva: è facile decidere il verso con cui indossarle grazie alla diversa colorazione della retina, alle R e L a rilievo sulla superficie e ovviamente alla memorizzazione della posizione dei comandi sulle due coppe. Altri dettagli costruttivi con tantissime immagini le trovate nella nostra prima presa di contatto.
Qui il primo responso: sono comode da indossare almeno per la nostra testa e quella dei componenti della nostra famiglia con un ottimo grado di adattabilità a diverse misure e, soprattutto, permettono di essere indossate a lungo. I nostri test più lunghi sono durati fino a 3.5 ore, il tempo di 2 film, 3 episodi di una serie o le 2,5 ore di un viaggio in treno. Non le abbiamo ancora usate in aereo ma nel nostro viaggio verso la WWDC24 le sfrutteremo a fondo per oltre 14 ore. La completa copertura dei padiglioni auricolari nonostante le dimensioni esterne non enormi aiuta comunque nella componente “fisica” dell’isolamento acustico.
Visto che parliamo di comfort ne tempo parliamo subito della durata della batteria: le 30 ore di targa con ascolto in modalità Bluetooth ad un volume dell’80-90% sono tranquillamente superate e la possibilità di ricarica per 3 ore in 3 minuti funziona davvero e risolve il problema di chi deve partire per un viaggio (i nostri tipici con Frecciarossa Pesaro – Milano) e si accorge all’ultimo minuto che sono scariche.
Per la modalità Wi-Fi (si, al contrario di quanto riportato da qualche youtuber frettoloso le Ace si collegano in Wi-Fi alle soundbar Sonos) dobbiamo dirvi che non abbiamo fatto test superiori alle 3.5 ore di cui sopra partendo da piena carica ma alla fine dei due film ci sono arrivate con un 30% di carica residua.
Passiamo ai comandi: lode a Sonos che ha puntato su comandi fisici ben differenziati e comodi da usare: aiutano a comprendere il verso destro/sinistro e, insieme a segnali acustici codificati a capire come vengono attivate le varie funzioni anche con una risposta tattile. Ben evidente il tasto di gestione del volume alto/basso che funziona anche per mettere in pausa o riprendere le canzoni, il tasto di gestione dell’ANC e infine sulla coppa sinistra quello dell’accensione e sincronizzazione Bluetooth.
I tasti ovviamente servono anche metter in pausa o far avanzare i brani e pure, com vedremo ad attivare il trasferimento della traccia audio dalle soundbar sonos alle cuffie senza dover intervenire sulle applicazioni.
Sono abbastanza rigidi e scolpiti da non venire attivati involontariamente e, insieme alle indicazioni di colore e di lato (R e L) all’interno dei padiglioni aiutano dopo un po a riconoscere l’esatto posizionamento dell’arco sulla testa.
Come sono fatte
Abbiamo un unico driver dinamico a bordo da 40 mm e otto microfoni con beamforming per il controllo del rumore e l’amplificazione della voce, utili a catturare i suoi esterni in modalità trasparenza e, come vedremo, ad analizzare l’ambiente in modalità Home Theater. Per tutti i dettagli le sezioni e le componenti vi rimandiamo alla nostra anteprima di qualche giorno fa e/o alla galleria qui sotto.
L’installazione, l’App e i collegamenti
Per controllare le funzionalità di Sonos Ace è necessario utilizzare l’applicazione che permette l’accoppiamento via Bluetooth (ma se le accedente e premete il tasto on/off per qualche secondo potete accoppiarle a qualsiasi sorgente Bluetooth). La sequenza da seguire è quella che trovate qui sotto.
Alla fine potrete controllare se le cuffie devono rispondere alla rotazione della testa rispetto alla soundbar o alla sorgente, potete collegarle alla soundbar di riferimento del vostro impianto, potete decidere il volume con cui il suono ritorna alla soundbar dopo un ascolto in cuffia e potete attivare pure le opzioni di ascolto tipiche e di Sonos e sopratutto gestire l’equalizzazione finale delle cuffie nel caso non vi piaccia il suono equilibrato tipico del brand.
Una volta fatto questo potete gestire anche i collegamenti via USB-C e via Jack con unica pecca, le cuffie per ascoltare via Jack devono essere cariche perché se la batteria si esaurisce non si passa più dall’analogico al digitale visto che l’ingresso non è diretto: questo si ripercuote ovviamente anche sulla latenza: non è il caso di usarle per collegarle ad uno strumento perché il ritardo sarebbe evidente ad un orecchio allenato.
Nessun problema nell’utilizzarle in smart working: è preferibile utilizzare il collegamento USB-C che ricarica e le fa funzionare come una scheda audio su USB (si veda la schermata sotto da Mac)
L’ANC di Sonos, davvvero buona, anzi ottima, la prima
Il secondo termine di giudizio è sicuramente quello dell’isolamento acustico o, se volete, di gestione del rumore esterno che dipende sia dalle caratteristiche fisiche (i padiglioni che abbiamo visto in precedenza) sia dall’elettronica che lavora sul rumore ambientale grazie agli 8 (dicasi) 8 microfoni a bordo, dietro le griglie rivestite in un bell’acciaio brunito o lucido (nel modello bianco).
Dobbiamo dire che fin dal primo impatto la qualità dell’ANC ci ha stupito: quando si attiva il rumore di fondo scompare magicamente e l’effetto è ancora più incredibile non tanto durante il viaggio in treno quanto in ambienti standard in cui non ci si rende quasi conto di quanto sia “potente” l’inquinamento ambientale standard anche in una piccola città come quella in cui viviamo.
L’ANC non fa miracoli assoluti: se provate mettervi di fianco ad un sistema home teather Sonos in funzione gli speaker “parleranno” direttamente alla vostra cassa toracica dandovi una strana sensazione di “ghosting” ma per tutte le altre situazioni siete assolutamente isolati. Buona anche la funzione di “trasparenza” che sfrutta i microfoni per superare l’isolamento fisico dei padiglioni: la scena ripresa dagli 8 elementi è assolutamente naturale e non ha quelle risonanze metalliche di diversi ANC di basso livello.
Nel nostro viaggio in treno per Milano di circa 3 ore nessuno affaticamento particolare sulla testa e la possibilità di testare un forte rumore di fondo continuo assolutamente cancellato, forse a musica spenta si percepisce una parte delle medio-alte frequenze dello sferragliamento ma anche qui è una vibrazione che è trasmessa più al corpo che all’orecchie: la differenza con ANC spento/acceso è enorme. E ovviamente essendo le cuffie chiuse i nostri vicini vicini possono concentrarsi sulla lettura.
Le nostra voce al telefono con gli amici di Webtags è percepita con chiarezza e senza interrruzioni e disturbi e risulta molto cristallina. Non abbiamo provato a fare telefonate con forte vento esterno.
Nel complesso siamo molto soddisfatti del sistema di riduzione del rumore e anche se non siamo ai livelli di controllo discreto delle cuffie Bose top di gamma per Sonos possiamo sicuramente attribuire un “ottima la prima” per la sua implementazione delle Ace.
Come suonano le Sonos Ace
Come spesso accade nelle nostre recensioni proviamo i dispositivi audio con brani conosciuti più o meno recenti nella loro versione più moderna con l’aumento di qualità che si ottiene con le rimasterizzazioni, l’eventuale disponibilità di versioni in Audio LossLess e pure nella ricostruzione ambientale con Dolby Atmos.
Finora abbiamo parlato più o meno di caratteristiche fisiche e di risposta ai rumori ambientali nel funzionamento delle cuffie in modalità completamente autonoma: le SONOS Ace possono funzionare come semplici cuffie Bluetooth standard con ANC da abbinare a qualsiasi dispositivo. In che cosa si distinguono dai modelli top di Bose, Sony e Sennheiser che con prestazioni paragonabili possono costare 100 o 200 Euro in meno?
Non si tratta del design o del marchietto ricavato al laser sulla coppa esterna ma di due fattori: il suono Sonos e l’integrazione con il sistema Sonos che poi sono gli elementi che l’hanno trasformate nei prodotti più attesi nei tempi recenti degli appassionati del marchio e dei curiosi di tecnologia.
I formati audio
Le Ace sono compatibili con il formato LossLess di Apple e pure con Dolby Atmos in particolare se collegate via USB-C ad iPhone e iPad oltre che al Mac: basta forzare la compatibilità con il formato Atmos nel caso non vengano riconosciute in automatico. In realtà questo accade fino ad oggi sui nostri sistemi solo per iPhone mentre per iPad e Mac non ci sono problemi una volta settata la maggiore qualità disponibile.
C’e poi il suono Sonos, quello per cui piace agli utenti più scafati non è fatto di bassi esagerati e DSP esasperati ma mantiene un equilbrio su tutta la gamma con una ottima dinamica è quella che si potrebbe chiamare una matrice west coast in grado di rivelare ogni dettaglio anche dei dischi più sovrapprodotti e nella musica pop elaborata e allo stesso tempo per lasciare purezza anche ai brani più semplici.
Abbiamo messo alla prova le Ace con la versione In-Side Mix dell’ultimo album di Peter Gabriel: con il formato Atmos che ci ha fatto scoprire nuove combinazioni di suoni mai confusi nonostante la presenza di strumenti di ogni tipo, dagli archi di Metcalfe al super basso di Tany Levin o intrecci di cori e chitarre distorte (Four Different Horses, So Much, . Dall’altra parte abbiamo due versione della ninna Little Blue di Jacob Collier: quella in Dolby Atmos con Brandi Carlile e quella in Lossless delle Mahogany session con un sognante coro registrato in una sala dall’eco straordinario che ritorna con la sua magia nelle vostre cuffie.
Esame superato per brani più sperimentali come quelli di Billy Eilish dove un eccesso di bassi avrebbe fatto sparire voce e cori. Per tornare ad un nostro classico possiamo dire di non avere mai ascoltato una versione tanto dettagliata di “Godwhacker” degli Steely Dan: merito della versione Lossless disponibile finalmente su Apple Music e della combinazione con gli ottimi trasduttori della Ace che permettono una dinamica eccezionale con le parti di piano elettrico che vi ingaggiano in un inseguimento sonoro sui due lati della vostra testa.
Infine chiudiamo la nostra rassegna con un brano che piace molto a Sonos tanto da averlo usato nelle sue demo per la stampa “Listen (50th Anniversary Remix” dei Chicago, un brano del 1969 remissato con Apple Digital Master: che mostra tutta la potenzialità delle Ace nelle medio basse e nella riproduzioni dei fiati anche se l’insieme mantiene quella patina anni 60. Qui dinamica eccezionale e un riff di basso che non può coinvolgervi e lasciarvi con il fiato sospeso quando finisce il brano.
Come suonano in Surround in combinazione con la Soundbar ARC
Se fino a questo momento abbiamo parlato delle prestazioni di Sonos Ace paragonabili a quella dei modelli della concorrenza andiamo ad esaminare quello che è il plus di questo modello e che secondo vale la differenza e in certi casi supera l’equivalenza) del prezzo d’acquisto rispetto alle cuffie della concorrenza: l’uso in ambito Home Theater.
Come abbiamo detto le Ace, se abbinate ad una soundbar Sonos ARC (e in futuro anche Beam, Beam 2, Ray e speriamo pure ampli AMP) possono funzionare in una modalità di connessione ad alta qualità che utilizza il componente fisso come Access Point Wi-Fi per trasmettere i dati alla massima qualità possibile permettendo di ottenere un ascolto in Dolby Atmos con i due semplici trasduttori.
Il principio con cui viene realizzata questa “piccola magia” sta nella tecnologia di Dolby Atmos e nei processori Sonos deputati al trattamento del segnale audio.
Qualunque segnale in arrivo all’ingresso eARC di Sonos ARC (qui la nostra recensione della soundbar) è in grado di portare audio spaziale o Dolby Atmos viene trasmesso in alta qualità alle Sonos Ace: abbiamo provato senza APPLE TV utilizzando direttamente l’uscita del nostro TV OLED LG di tre generazioni fa con eARC e i servizi in streaming di Netflix, Disney+ e Apple TV+: il suono in Dolby Atmos viene restituito con tutta la ricchezza di emissioni nello spazio.
La prova definitiva l’abbiamo realizzata con la splendida colonna sonora di Dune 2 trasmesso su SkyTV: un film che fa delle suggestive musiche di Hans Zimmer un elemento portante della sceneggiatura e dell’uso di strumenti “compositi” tra il l’organico e il sintetizzato una esperienza unica per l’ascoltatore. Potete testare comunque Dune 2 anche su un Mac con il trailer presente su Apple TV o altri sistemi di streaming.
Ma facciamo un passo indietro: a che servono delle cuffie di qualità per chi ha già un impianto importante come quello di Sonos per gustarsi un film? Ovviamente a gustarselo quando si vuole, a notte fonda, con il figlio che deve studiare per un esame nell’altra stanza, con l’altro che sta facendo smart working nello studio, con la moglie che vuole gustarsi il libro preferito… oppure mischiate a caso i protagonisti e mettetegli un Ace in testa per godersi il suo film preferito.
Ecco, Dune 2 ascoltato sulle Sonos Ace vi permette di gustarvi in piena trance le affascinanti immagini del pianeta della Spezia accompagnati da una colonna sonora che seppure pervasiva non appare mai caotica: le esplosioni, le collisioni, le urla e i sussurri e i comandi assertivi dei protagonisti sono ben isolati e riconoscibili e ogni scena ha una precisa collocazione delle sorgenti a cominciare dalla prima che vi porta il soffio della sabbia spostata dai fuggitivi sul pianeta Atreides.
Il merito di Sonos è quello di essere coerente con le caratteristiche timbriche dei propri speaker anche nell’ascolto home teather con le Ace: sebbene non sia ancora attiva la caratteristica che sposa le cuffie con l’ambiente home theather si sente il lavoro fatto dagli ingegneri dell’azienda di mantenere una neutralità che respinge i bassi esagerati e l’esaltazione degli effetti e fa passare dall’impianto con gli speaker tradizionali all’ascolto iper personale senza soluzione di continuità e pure con l’accortezza di non svegliare di soprassalto chi dorme in casa quando avete finito di gustarvi il vostro film preferito.
In più dobbiamo assolutamente notare che l’uso con l’ANC in attività non altera minimamente la risposta acustica anche in modalità surround come fanno alcuni modelli della concorrenza pure con meno dati da trattare: il suono rimane intatto e voi non siete disturbati da rumori di fondo: del resto come potreste sentire il fruscio della sabbia del deserto di Arrakis in un ambiente con un rumore standard in una città moderna o con le pompe di calore in funzione sul terrazzo?
Una nota ancora: non abbiamo potuto sperimentare le cuffie con le temperature di 39° previste per questa estate: nel nostro caso la temperatura era sui 29° e in 3 ore di visione non abbiamo avuto inconvenienti nè per il peso ne per il caldo. Magari il rivestimento in similpelle potrebbe causare qualche problema di sudorazione ma potete seguire il vostro film con il condizionatore acceso senza venire disturbati dalla ventola in funzione.
Quanto dura la batteria e perché le Ace sono Wi-Fi ma preferiscono Bluetooth
Se le prestazione della batteria corrispondono assolutamente a quelle dichiarate da Sonos (30 ore circa con una ricarica completa) dobbiamo dire che i dati si riferiscono alla connessione Bluetooth.
Quando si collegano alla soundbar ARC viene attivato un ponte che utilizza il Wi-Fi in cui la soundbar funziona da Access Point diretto: questo influisce direttamente sulla durata della batteria.
Per verificare la durata effettiva abbiamo fatto diversi test con visualizzazioni discontinue e un test che consideriamo risolutivo: la visione di Dune 2 (ne parliamo nei giudizi di ascolto) che tra introduzione e titoli di coda dura circa 166 minuti.
Bene le nostre Ace sono partite dall’84% di batteria e hanno terminato al 66%: si tratta di un 18% di “scarico” che corrisponde all’incirca a 15 ore di ascolto.
Se considerate che potete ricaricarle al 30% in 3 minuti potete pensare di guardarvi un film intero (come Dune 2 stesso che tanto breve non è) con una carica di 3 minuti.
Ora l’utente potrebbe chiedersi perché, visto che la durata potrebbe essere accettabile, Sonos non abbia deciso di “battezzare” le cuffie come una zona audio del proprio sistema al pari di delle coppie stereo, degli speaker singoli o dei sistemi surround. La risposta sta nella natura del collegamento e nella tipologia d’ascolto.
Se non siete seduti stabilmente nella stanza o sul divano sarete in movimento nella vostra casa: provate a verificare semplicemente con il vostro telefono come variano le tacche della connessione Wi-Fi spostandovi da una stanza all’altra e immaginatevi che siano variazioni nella qualità dello streaming. A meno che non abbiate un potente impianto Wi-Fi mesh con steering la qualitò del segnale influirà anche su quella dell’ascolto rendendo l’esperienza frustrante.
Se invece considerate che la visione di un film o di una serie è una attività statica potete facilmente constatare come le posizioni relative tra soundbar e cuffie sia essenzialmente statica e priva di variazioni di qualità… a meno che non abbiate un vecchissimo router e una marea di dispositivi non ben distribuiti o isolati nella rete domestica.
Anche se non si tratta della soluzione auspicata da molti utenti La prudenza di Sonos (simile qui anche a quella di Apple) è quindi da apprezzare perché tutela i propri clienti da una esperienza d’uso che potrebbe essere deludente o perlomeno non costate nello spazio e ne tempo.
A chi consigliamo le Sonos Ace
Innanzitutto a tutti coloro che amano il timbro Sonos con suoni mai esagerati e buona dinamica su tutta la gamma: troveranno qui un degno compagno del loro sistema di ascolto.
Poi ovviamente a chi ha una soundbar Sonos, che sia la ARC oggi o le altre soundbar in futuro le nuove Ace forniscono un sistema di ascolto personale per musica, film e serie a dir poco entusiasmante che tra l’altro aumenta il suo valore di ascolto personalizzato quanto meno le soundbar sono potenti: pensate alla combinazione con una RAY in un piccolo appartamento magari in condominio: finalmente potete usare il vostro sistema Sonos a qualsiasi livello audio e pure con il Dolby Atmos grazie alle combinazione cuffie e soundbar.
Il terzo possibile utente è il viaggiatore che cerca cuffie versatili con già tutti gli accessori di collegamento con PC, Mac, iPhone, iPad per ascoltare la propria musica preferita o guardarsi i suoi video in perfetto isolamento sempre con il massimo delle tecnologia audio disponibile. Non dimentichiamoci che se l’app per Android è al momento limitata nei controlli home theather possiamo utilizzare il collegamento wireless con APTX e uno smartphone recente o una NVIDIA Shield per ottenere la migliore tecnologia d’ascolto disponibile sulla piattaforma.
Conclusioni
Nonostante le vicissitudini di questi primi giorni dall’uscita ufficiale abbiamo potuto, dopo i recenti aggiornamenti firmware, provare le Sonos Ace quasi al pieno del loro potenziale attuale e sopratutto con tanti dispositivi Apple e non. L’unica (contro)indicazione che possiamo dare all’eventuale acquirente è di valutare se il livello sonoro raggiungibile dalle cuffie senza limitazioni del sistema operativo è sufficiente per l’ascolto personale.
Sonos ed Apple sono giustamente molto conservative sulla protezione dell’udito e specialmente sul Mac con collegamento USB-C ci siamo trovati a scatenare la potenza delle Ace semplicemente rimuovendo l’apposita protezione. Pressione sonora a parte pensiamo che sia ben difficile trovare difetti a questo prodotto lungamente atteso. Magari la custodia potrebbe avere una zip più solida ed un velcro per attaccare la pochette porta-cavi…
Con Sonos Ace abbiamo il raggiugimento di un ottimo equilibrio tra dimensioni, design, materiali e soprattutto qualità d’ascolto. Il divertimento è assicurato anche senza svegliare i vicini nella notte e alla fine l’unico ostacolo può essere il prezzo.
La versione con colorazione nera vi fa passare più inosservati e in casa il colore conta relativamente. Se volete essere più “trendy” scegliete la versione bianca: è davvero elegantissima.
In conclusione: per essere il primo ciak “la prima” è più che buona… anzi è ottima ma per essere un giudizio definitivo dobbiamo vedere le altre riprese e l’intero film. Siamo ansiosi di vedere i prossimi aggiornamenti.
Pro
- Ottima qualità audio, suono equilibrato
- Audio surround da TV spettacolare
- Sezione ANC e “Trasparenza” di altissimo livello
- La modalità “Wi-Fi” con Soundbar ARC è la soluzione ideale per una categoria di utenti specifica
- Combinazione iPad e Cuffie collegate via USB-C eccezionale per audio e video
Contro
- Software non ancora a punto per altri modelli di soundbar Sonos e alcuni dettagli da sistemare
- Custodia da migliorare
- Prezzo Alto se considerate per il solo ascolto musicale
Sonos Ace è disponibile nelle versione Bianca e Nera sul sito Sonos e su Amazon.it a 499 € circa.
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