AirTag è uno strumento certamente prezioso per ritrovare oggetti, ma spesso è stato al centro di critiche per via di possibili utilizzi censurabili. La storia si ripete, con un presunto trafficante di essere umani che avrebbe perseguitato la moglie grazie al tracker Apple.
Secondo il rapporto apparso in rete, Ibodullo Muhiddinov Numanovich avrebbe probabilmente fatto entrare la sua ex-moglie, identificata come “S.K.” nei documenti del tribunale, negli Stati Uniti attraverso una rete di trafficanti di esseri umani. Questa l’accusa dei procuratori federali.
Inizialmente, a maggio scorso era stato incriminato per stalking, avendo secondo l’accusa “l’intento di ferire, molestare, intimidire e sorvegliare” la sua ex-moglie, inviandole messaggi vocali minacciosi, mettendola sotto sorveglianza e causandole un costante stato di paura.
Nel corso di diverse settimane a marzo e aprile, Numanovich avrebbe piazzato non uno, ma ben sette AirTag su un veicolo utilizzato dalla moglie, che avrebbe poi trovato il primo, mentre sarebbero stati gli investigatori a ritrovare gli altri sei. Gli investigatori sostengono che Numanovich abbia collocato gli AirTag sull’auto dell’ignara vittima, così da poterla sorvegliare e perseguitare, nascondendoli in vari punti del veicolo, incluso sotto il paraurti anteriore, nei passaruota, all’interno del telaio e nella cassa dello specchietto laterale.
In un caso, dopo che l’FBI aveva disattivato un AirTag, Numanovich avrebbe chiamato la moglie e l’avrebbe seguita fino a un autolavaggio, per poi battere i pugni sui finestrini per chiederle come mai non rispondesse alle sue chiamate.
La storia si ripete
Purtroppo, nonostante le finalità benigne con le quali Apple ha creato gli AirTag, questi tracker sono stati utilizzati da un numero sempre crescente di stalker e molestatori domestici.
I diversi report passato mostrano effettivamente le potenzialità malevoli del dispositivo, mentre il sistema che Apple ha utilizzato per scongiurare tali pericoli non sempre ha funzionato.
A margine della vicenda, comunque, l’indagine dell’FBI ha scoperto che, in sette mesi nel 2022, un conto bancario gestito da Numanovich avrebbe effettuato trasferimenti per un totale di oltre 2,3 milioni di dollari, mentre un altro conto ha registrato circa 2,2 milioni di dollari in transazioni in soli tre mesi nel 2023, e un terzo conto avrebbe movimentato circa 74.000 dollari in depositi e 64.872 dollari in prelievi in un solo mese alla fine del 2022.
Alla fine Numanovich si è dichiarato non colpevole, nell’attesa che un processo con giuria prenda inizio il prossimo 8 giugno.
In altri casi, invece, l’AirTag è stato molto di aiuto per ritrovare merci rubate.