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App Store, per tribunale cinese Apple non chiede commissioni eccessive per la distribuzione di app

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Un tribunale di Shanghai (Cina) ha respinto una azione legale che vedeva Apple accusata di richiedere commissioni eccessive per le app distribuite sull’App Store, “una vittoria per il colosso statunitense, sempre più sotto pressione per indagini antitrust in tutto il mondo”, scrive South China Morning Post.

Apple è in una posizione dominante di mercato per quanto riguarda la distribuzione di app iOS nella Cina continentale, ma non chiede “commissioni ingiustamente alte” secondo quanto stabilito da un giudice del Tribunale di Shanghai per la proprietà immateriale.

La causa in questione era stata intentata nel 2021 dal sig. Jin Xin. Il ricorrente accusava Apple di abusare della propria posizione dominante sul mercato, sia per quanto concerne il 30% di commissioni richieste per gli acquisti in-app, sia per quanto riguarda la tipologia di pagamenti accettati sull’App Store.

La questione potrebbe non essere finita qui: in un post pubblicato sulla piattaforma social di WeChat, un rappresentante legale del ricorrente ha scritto che sarà presentato ricorso alla Corte Suprema del Popolo. I legali ritengono “fermamente” che le pratiche di Apple costituiscono un abuso di posizione dominante, e una violazione del diritto dei consumatori cinesi a scegliere e condurre transazioni eque.

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Il Digital Markets Act (DMA), la normativa europea sui mercati digitali entrata in vigore a novembre 2022, ha designato Apple come “gatekeeper” (piattaforme online di grandi dimensioni) e quest’ultima ha dovuto offrire nuove opzioni per la distribuzione delle app e l’elaborazione dei pagamenti. Da iOS 17.4, Apple nell’UE offre nuove opzioni per distribuire app iOS da app marketplace alternativi, nuovi strumenti per consentire a chi sviluppa marketplace di installare le app e gestire gli aggiornamenti per conto di altri developer da marketplace dedicati, nuove API (interfacce di programmazione) per consentire agli sviluppatori l’uso di motori browser diversi da WebKit, e nuove opzioni  per elaborare i pagamenti tramite link a siti esterni che consentono all’utente di completare la transazione per l’acquisto di beni o servizi digitali sul sito web esterno dello sviluppatore.

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