Alcuni gruppi editoriali e pubblicitari francesi, come prima di loro quelli inglesi, hanno chiesto a Apple di bloccare una nuova funzionalità prevista con i futuri aggiornamenti di iOS 18, iPadOS 18, macOS 15, ecc.
La ragioni che hanno spinto i media d’oltralpe a scrivere a Tim Cook è la stessa dei colleghi britannici: la funzionalità denominata “web eraser“, in grado di di eliminare la pubblicità quando si visita un sito Internet, affermando che potrebbe danneggiare le case editrici.
La lettera dei francesi è firmata dalla Alliance Digitale (associazione francese del mobile marketing), dalla GESTE (associazione online che riunisce alcune imprese ed editori che lavorano a vario titolo sul web), da SRI (agenzia pubblicitaria), dalla UDECAM (Union des Entreprises de conseil et d’Achat Media), dalla APIG (Alliance de la Presse d’Information Générale) e dalla associazione pubblicitaria Union des Marques.
Della lettera riferisce il sito Business Insider spiegando che i firmatari asseriscono che il nuovo strumento previsto da Apple metterà a rischio il modello di business dell’online advertising “in un periodo già travagliato”.
La funzione che ha scatenato le preoccupazioni dei media francesi e del Regno Unito, è quella di cui abbiamo scritto nei giorni scorsi. Si tratta di “web eraser” (cancellino per il web) che dovrebbe permettere a Safari non solo di eliminare facilmente elementi indesiderati mostrati nelle pagine web, ma anche di tenere in considerazione la scelta anche in visite future agli stessi siti, fino a quando l’utente non sceglie di annullare le modifiche.
Se questa – presunta – nuova funzionalità dovesse andare in porto, potrebbe esserci un rischio esistenziale per tante testate giornalistiche (e non solo) e i loro editori per i quali la pubblicità è una fonte di reddito chiave, con ovvie implicazioni per gli editori.
Ne dovremmo sapere di più n occasione dell’annuale Worldwide Developers Conference (WWDC) che si terrà online dal 10 al 14 giugno 2024, evento nel corso del qual dovremmo capire meglio cosa ha in serbo Apple nella sua rincorsa verso l’Intelligenza Artificiale.