Samsung è stata una delle prime aziende a produrre su larga scala smartphone pieghevoli, una scelta che ha comportato un vantaggio sul mercato in generale, permettendo all’azienda sudcoreana di dominare il settore in aree-chiave, incluso un mercato complesso come la Cina dove i produttori hanno avuto bisogno di qualche anno per recuperare.
Il sito Sammobile riferisce che dopo i fasti, Samsung ora si trova a competere con la concorrenza dei brand cinesi, con gli OEM locali che sono riusciti a recuperare il tempo perduto. Nel Paese del Dragone si sta assistendo a un declino dei pieghevoli di Samsung per via di diversi fattori, incluso un ritorno al nazionalismo che spinge gli utenti a comprare sempre più prodotti cinesi.
Secondo gli ultimi dati di IDC, la quota di mercato di Samsung nel settore pieghevoli era del 5,9% nel primo trimestre 2024, numeri decisamente più bassi rispetto allo scorso anno quando era arrivata quasi al 30%.
Il mercato cinese dei pieghevoli è ora dominato da Huawei con il 44,1% di market share; al secondo posto c’è Honor con il 26,7%, seguono Vivo con il 12,6% e Oppo con il 9%.
Tra le motivazioni del crollo di Samsung, il fatto che non il mercato locale offre prodotti simili ma anche fattori geopolitici: come accennato, c’è un ritorno all’amore di patria, frutto anche di una “legge sull’educazione patriottica” entrata in vigore a inizio anno, con le famiglie, la scuola e le istituzioni chiamate a incentivare l’amore verso la Cina a “rafforzare l’unità nazionale” con ogni mezzo (giornali, radio, tv, web). Ne sa qualcosa anche Apple, che ha visto crollare le vendite negli ultimi trimestri, prolungando il crollo della domanda in quello che è il suo mercato estero più importante. Dietro tutto questo ci sono segnali che la Cina manda al mondo intero, marcando nuovi equilibri e sottolineando i rischi contro chi vuol tirare troppo la corda (leggi la volontà degli USA di mettere in ginocchio Huawei).