Apple ha criticato ciò che definisce “un eccesso di potere senza precedenti” da parte del Regno Unito nel proporre di arrogarsi il potere di veto su tutte le funzionalità di sicurezza delle Big Tech in tutto il mondo.
La Camera dei Lord del Regno Unito si appresta a discutere un aggiornamento dell’Investigatory Powers Act (IPA) del 2016 proprio in queste ore. In una forma molto precedente nel 2015, l’IPA è stato criticato da Apple per come allora proponeva di violare la crittografia.
Secondo BBC News, Apple sta ora attaccando le ultime proposte di aggiornamento. Apple è contraria al fatto che il Regno Unito abbia un potere di veto sugli aggiornamenti di sicurezza e anche sul fatto che se il Paese possa esercitare questo veto:
Siamo profondamente preoccupati che le proposte di emendamenti all’Investigatory Powers Act (IPA) attualmente in discussione al Parlamento mettano a rischio la privacy e la sicurezza degli utenti. Si tratta di un eccesso di potere senza precedenti da parte del governo e, se attuato, il Regno Unito potrebbe cercare di imporre segretamente veti sulla protezioni per gli utenti a livello globale, impedendoci di offrirle mai ai clienti
La dichiarazione di Apple segue quella di diversi gruppi britannici per le libertà civili che protestano congiuntamente contro l’aggiornamento. I gruppi, tra cui Privacy International e Big Brother Watch, hanno dichiarato che i piani del Regno Unito mirano a “trasformare efficacemente le aziende private in strumenti dello stato di sorveglianza ed erodere la sicurezza dei dispositivi e di Internet”.
La vicenda segue quella del settembre 2023, quando il Regno Unito ha fatto marcia indietro su una legge insensata dopo che aziende come Apple e WhatsApp hanno dichiarato che avrebbero smesso di operare nel Regno Unito se il governo avesse approvato una legge che richiedeva la violazione della crittografia end-to-end.
La questione del divieto per Apple e altre aziende di rivelare legalmente che un governo ha imposto un veto a un aggiornamento di sicurezza è simile a come gli Stati Uniti hanno vietato alle aziende di rivelare l’eventuale sorveglianza sulle notifiche push.