Cnbc ha pubblicato un video che mostra il “dietro le quinte” dei laboratori dove nascono i chip Apple. Il filmato mostra dove Cupertio testa i chip serie Mx (M1, M2, ecc.) per i Mac e i chip serie Ax (es. A16, A17) di iPhone.
“Uno dei più importanti, forse il più profondo e importante cambiamento dei nostri prodotti negli ultimi 20 anni, è che ora realizziamo molte tecnologie all’interno dell’azienda”, spiega John Ternus, responsabile hardware engineering della Casa di Cupertino.
I cambiamenti ai quali fa riferimento Ternus, hanno comportato per Apple una serie di rischi, con i suoi chip più importanti prodotti principalmente da un solo vendor, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC).
Johny Srouji, Senior Vice President of Hardware Technologies di Apple, sottolinea il complesso business del mondo dei seminconduttori, spiegando che per la multinazionale statunitense lavorano migliaia di ingegneri, e che se si guarda il portfolio dei chip realizzati, sono pochi ma molto efficienti. La Mela, non vende ad altri ma produce i chip di cui ha bisogno. “Poiché non vendiamo chip all’esterno, ci concentriamo sul prodotto”, spiega Srouji, sottolineando che questo offre all’azienda “la libertà di ottimizzare e scalare l’architettura, consentendo di riutilizzare componenti da prodotti diversi”.
Srouji è arrivato in Apple nel 2008 (ha in precedenza lavorato per IBM e Intel occupandosi dello sviluppo e della progettazione di processori); un mese dopo il suo arrivo a Cupertino, Apple comprò per 248 milioni di dollari P.A. Semiconductor, startup di 150 persone, con l’obiettivo di costruire processori specificatamente studiati per le esigenze di Apple, basati su tecnologie ARM e differenziare in i futuri dispositivi.
“Hanno immediatamente cominciato a realizzare i loro chip”, spiega Ben Bajarin, CEO e principal analyst di Creative Strategies, sottolineando come l’acquisizione di P.A. Semi fosse sin dall’inizio pensata per ottenere i chip desiderati. Due anni dopo l’acquisizione di P.A. Semi, arrivò l’A4, chip visto su iPhone 4 e sul primo iPad. Il resto è storia, fino a nostri giorni, con i chip M3, M3 Pro e M3 Max che vantano tecnologia a 3 nanometri, un’architettura della GPU avanzata, CPU di altissimo livello, i chip più avanzati realizzati sinora da Apple.
“Abbiamo creato quella che chiamiamo architettura di memoria unificata, scalabile tra i vari prodotti”, spiega Srouji. “Abbiamo creato una architettura che comincia con iPhone, poi scalata per l’iPad, poi per il Watch, ed infine su Mac”.
Il team Silicon di Apple è cresciuto e vede impegnati migliaia di ingegneri che lavorano in vari laboratori nel mondo (Israele, Germania, Austria, Regno Unito, Giappone); negli Stati Uniti vi sono strutture dedicate nella Silicon Valley, a San Diego e ad Austin (Texas).
Nell’intervista si fa anche riferimento al chip-modem sul quale Apple sta lavorando: “Qualcomm fa ancora il miglior modem al mondo”, spiega Bajarin. “Fino a quando Apple non riuscirà a fare altrettanto, la vedo dura tuffarsi in questo ambito” (le ultime indiscrezioni su questo versante, riferiscono di ritardi).