Non fosse per il piccolo pulsante fisico presente nella parte interna, da spento il nuovo Fitbit Charge 6 fa fatica a differenziarsi dal modello precedente: eppure le migliorie sono tante, così come la nuova presenza di Google che porta novità, con qualche forzatura.
L’abbiamo provato per voi.
La scatola, domina il colore
Fitbit Charge 6 è distribuito in tre colorazioni base: Nero ossidiana, Grigio creta e Corallo, quest’ultimo oggetto del nostro test, e le scatole riflettono quella che è la colorazione già dalla grafica esterna. Niente edizione speciale questa volta, ma gli utenti come vedremo possono acquistare un cinturino sostituivo attingendo al vastissimo catalogo.
Dentro, una culla di cartone presenta la smartband con il cavo di ricarica e un cinturino supplementare per chi, come chi scrive, ha un polso di dimensioni generose.
La presenza del secondo cinturino (identico al primo, ma più lungo) è una cortesia e fa piacere, perché non bisogna adattarsi a misure prestabilite e sacrificare la comodità, dato che l’operazione di cambio del cinturino è cosa da pochissimi secondi.
A proposito del cinturino, qui una buona notizia: il gancio è identico a quello del modello precedente Fitbit Charge 5 (qui la nostra recensione), il che significa che è possibile (ri)utilizzare tutti i cinturini precedentemente acquistati, e ce ne sono tantissimi, di ufficiali o di non ufficiali.
Per il resto il nostro modello è arrivato con la batteria a circa l’80’%, ma è bastata una manciata per caricarla al 100% (anche il caricabatterie è lo stesso del Charge 5, segno che Fitbit dopo tanti anni ha capito l’importanza del fattore compatibilità).
Prime impressioni
Prima di abbinare il Fitbit Charge 6 e capire le potenzialità, abbiamo preferito esaminarne la comodità al polso, dato che non si tratta di un prodotto verticale per fare sport (anche se ha strumenti interessanti in tal senso) ma più un qualche cosa da portare tutti i giorni nella vita quotidiana.
Il cinturino in silicone nella dotazione standard è comodo e il sistema di aggancio nella parte posteriore è eccellente. Si tratta di un sistema proprietario, ma molto comodo e veloce e con un minimo di esperienza si fa anche con una mano sola.
Il cinturino è morbido e non viscoso, in pratica una volta indossato è come non averlo, dato che assieme all’ogiva è anche molto comodo e soprattutto leggero.
La parte che contiene il display è realizzata con un misto di plastica e alluminio riciclato (100%), con il vetro superiore in Corning Gorilla Glass, quindi molto resistente ai graffi e alle cadute.
La novità del pulsante fisico è positiva, negli anni in cui abbiamo usato il modello precedente (con pulsante aptico) non abbiamo sentito granché la mancanza di questa novità, però è anche vero che in alcune situazioni, ad esempio quando si hanno le dita bagnate (il che può succedere al mare, durante una corsa o anche in cucina), il pulsante fisico è preferibile.
Fitbit Charge 6 ha anche un nuovo quadrante, con numeri grandi, colorati e ben visibili.
Ovviamente l’utente è libero di personalizzarlo con tutti quelli disponibili nell’App, potendone cambiare quanti possibile (ma solo attraverso l’App): permane però la mancanza, già segnalata, di un quadrante senza l’ora, da abbinare per esempio ad un orologio analogico per chi ama ancora avere al polso opposto qualche cosa di tradizionale (evitando la ridondanza dell’ora).
L’aspetto positivo è che il quadrante sembra più luminoso, seppure offra un display di dimensioni identiche che in passato.
Preparazione
Una volta carico, abbiamo proceduto ad effettuare il pairing con lo smartphone, nel nostro caso un iPhone (ma la procedura è la stessa anche su Android), tramite la App di Fitbit, recentemente rinnovata.
Qui la prima novità, bastano infatti pochissimi passi per trovarsi di fronte alla richiesta di associare il proprio account Fitbit (che avevamo già) ad un account Google (con Gmail), richiesta che appare ovvia, dopo l’acquisizione di qualche tempo fa.
Per chi non ha un account Fitbit, il problema non si pone e può iniziare con un account Google sin da subito: la richiesta non è obbligatoria, gli utenti possono lasciare gli account distinti ma solo sino al 2025, quando saranno obbligati a fare il passaggio (tanto vale farlo subito).
Per la fase di pairing, rimane la necessità (un po’ scocciante) di poter associare un solo device alla volta, se ne abbiamo già un’altro nell’App, questa elimina quelli vecchi (previa autorizzazione) e inserisce quello nuovo: questo fattore, che un tempo non c’era, è capibile, perché spesso la presenza di due device è ridondante, ma talvolta farebbe piacere avere un sistema di rilevazione (come il Fitbit Charge 6) per la normale giornata e uno più avanzato, come ad esempio il Fitbit Sense, per le attività più verticali, come lo sport.
Una volta effettuato il pairing, che è una operazione molto semplice per la quale basta seguire le istruzioni nel display, si può iniziare ad usare la smartband ed esplorarne le abilità.
L’App Fitbit
Appena prima del lancio, l’App Fitbit è stata aggiornata con un nuovo look, che ha coinciso con il passaggio definitivo all’ecosistema Google.
La nuova grafica è più fresca e moderna, con meno colori ma con le stesse opzioni di personalizzazione della vecchia versione. Rispetto all’ecosistema Apple, per esempio, la scelta di Fitbit è quella di mantenere una App che accentri tutte le task in una unica destinazione, così dalla stessa interfaccia è possibile gestire le statistiche che derivano dalla smartband alle opzioni di comando e personalizzazione della stessa.
L’App è abbastanza completa, tutti gli schemi di rilevazione sono accurati e, nonostante la presenza nel mercato di AppleWatch (che è sicuramente un’altra fascia di mercato e un tipo di device molto diverso, ma occupa lo stesso polso), Fitbit può vantare ancora probabilmente il miglior sistema di rilevazione del sonno.
Ovviamente è possibile impostare degli obbiettivi, assoluti o relativi, interagire con altre persone nell’ecosistema Fitbit e osservare non solo le statistiche della giornata ma anche le medie personali e quelle relative al database (enorme) che ha Fitbit, per relazionarsi più correttamente.
L’App è anche proattiva, segnalando eventuali anomalie del battito rilevate con avvisi su smartphone e sul display della smartband: tale evenienza si è palesata qualche volta, ma (per fortuna) erano tutte occasioni nelle quali il polso per un motivo o per l’altro, era in posizione scorretta oppure c’era un peso che bloccava parzialmente il normale flusso sanguigno.
Dovendo dare un giudizio, in questo caso, possiamo dire che Fitbit Charge 6 è sin troppo zelante, ma non ci sembra affatto grave, considerando la delicatezza dell’argomento.
Da non sottovalutare invece il discorso dell’abbonamento Premium che l’App propone, più di una volta, navigando tra le schermate, selezionando alcune funzioni e ovviamente anche via mail. L’abbonamento è ovviamente interessante, perché estende la durata delle visualizzazioni, propone rilevazioni esclusive, offre una funzione Coatch con video ad hoc da visualizzare all’interno dell’App e molti altri consigli più avanzati anche per chi non fa sport.
Il costo dell’abbonamento Premium però non è indifferente, circa 8 Euro al mese (o 80 Euro all’anno) che alza il livello di “potenza” dell’hardware associato (qui Fitbit Charge 6, ma l’abbonamento è per l’App, quindi vale anche per altri device) con molti più dati, il cui costo per via valutato in modo soggettivo.
C’è da dire che i primi 6 mesi sono gratuiti per chi acquista un nuovo device, in pratica uno sconto di 40 Euro, e che comunque l’uso soddisfacente di uno smartband come questa non dipende esclusivamente dall’abbonamento Premium, che resta facoltativo.
Più che altro, ci sentiamo di fare un appunto a Fitbit, ripetendo quello che abbiamo sottolineato anche in altre recensioni: l’App è fatta bene, risulta chiara e chi cerca i dati relativi al sonno, allo stress, al consumo di calorie o ad altre funzioni li trova facilmente, ma allo stesso modo manca un sistema di guida facilitato per l’utente che magari non sa che cosa sta cercando, e va guidato per capire meglio il “senso” di tutti questi dati.
La potenza di Fitbit Charge 6 non è da sottovalutare, ma pare che l’App dia per scontato che l’utente sappia che cosa deve guardare o cercare, cosa che non è sempre vera, e per il futuro ci piacerebbe avere una scheda riassunto che non fornisca solo numeri, ma anche pareri e che “insegni” all’utente dove e cosa guardare, e soprattutto perché.
Migliorie
Abbiamo provato il nuovo Fitbit Charge 6 sia da solo che con al polso il vecchio Charge 5, per capire le rilevazioni: Fitbit dice che il nuovo hardware è più preciso di oltre il 50% rispetto al vecchio, fattore che possiamo avallare, mantenendo lo stesso livello di durata della batteria, che si attesta a più di una settimana con un utilizzo casual, senza sport verticale.
Non è specificato nelle caratteristiche, ma secondo noi adesso la smartband è più attenta nell’utilizzo del display, che di notte non si accende più così spesso come prima semplicemente spostando il braccio, mentre la misura del sonno, già eccellente in tutti i modelli Fitbit, è rimasta tale.
Il Charge 6 è ovviamente certificato IP68, quindi può accompagnarvi sotto la doccia, in piscina, al mare e nei lavori di casa (anche quelli dove c’è acqua) senza problemi, mentre se vi piace fare immersioni meglio cercare altro.
Molte delle abilità sono direttamente incluse nella smartband, come la sveglia, che ha anche funzioni predittive potendovi svegliare dolcemente in base al grado di sonno rilevato, il timer o con funzioni più evolute come ECG o EDA Scanner, per le quali serve l’interazione diretta dell’utente, con una regolare applicazione di giorno in giorno per rilevare dati aggiuntivi che possono diventare interessanti nel tempo.
Le novità vere e proprie sono eredità del passaggio a Google: una profonda interazione con Google Maps porta le istruzioni direzionali direttamente sul display del Charge in tempo reale (accompagnate da un feedback aptico), potendo quindi lasciare lo smartphone in tasca.
La seconda novità vede la possibilità di gestire direttamente la riproduzione musicale di YouTube Music direttamente tramite comandi touch sul piccolo display. Bella e comoda se avete una sottoscrizione attiva al servizio musicale di Google, del tutto inutile se usate Apple Music, Spotify o Amazon Music (tanto per citare i più famosi), forse era meglio optare per una soluzione più trasversale, seppure meno sofisticata (considerato che Youtube Music ha meno del 10% del mercato).
Al polso
Abbiamo tenuto il Fitbit Charge 6 per una decina di giorni al polso in tutte le attività, dalla semplice attività sportiva giornaliera al lavoro d’ufficio, in tutte le notti e nelle varie attività che permeano le giornate più normali.
Fitbit Charge 6, una volta messo al polso, è “sparito” dalla circolazione, nel senso che ha iniziato a lavorare senza, per questo, diventare invadente. Di tanto in tanto ci ha ricordato che stavamo seduti troppo e che serviva muoverci un po’ (ottimista senz’altro, spesso staccarci dalla scrivania è un lusso) e fornendoci, ogni volta che guardavamo l’App (ma anche direttamente dal display della smartband), tutte le statistiche del caso.
In pratica i battiti al minuto a riposo (che è la rilevazione più importante) o le varie fasi del sonno (utili anche per capire come è la qualità della vita durante la fase scura della giornata) o la variazione di ossigeno nel sangue stimata, perché con l’età alcune variazioni sensibili possono portare a disturbi di respirazione.
Chi scrive la mattina è quello che si sveglia prima, e una sveglia aptica al polso è l’ideale per non fare tardi senza per questo svegliare chi dorme accanto, così come raggiungere e superare i traguardi personali o raggiungere le medaglie di percorso impostate portano qualche breve secondo di serenità in giornate dove la realtà è spesso ben più difficile.
Se siete più ligi e costanti di chi scrive potete anche porvi degli obbiettivi più ferrei, con le indicazioni sui passi, con obbiettivi sulle calorie e sui passi.
L’aspetto della smartband è piacevole, le linee sono adatte ad un vestito casual, ma cambiando il cinturino non sfigurano con un vestito da sera, anche se sconsigliamo altri braccialetti nello stesso polso.
Conclusioni
Come da anni a questa parte, Fitbit Charge 6 è probabilmente la migliore smartband del mercato, il modello che ne ha definito il mercato e senza dubbio un device molto piacevole da portare e da sfruttare per chi lo desidera, nelle sue abilità.
Il prezzo di 159,99 Euro, considerate tutte le potenzialità, i materiali di costruzione e la raffinatezza e maturità del software è per noi appropriato, ma non possiamo non notare che esistono diversi modelli di smartband a prezzi sensibilmente inferiori.
Fitbit Charge 6 si difende con la qualità, intesa come materiali, funzioni software e maturità: il mercato diventa sempre più difficile e ricco di opzioni, staremo a vedere come Fitbit riuscirà a mantenere la sua identità da leader di settore, con una presenza di Google importante, potente ma a tratti forse un po’ sbilanciata (come nella scelta di YouTube Music).
Pro:
• Aspetto piacevole, robusto e di qualità
• Funzioni software importanti e raffinate
• Piena compatibilità con accessori di Fitbit Charge 5
• L’account Google allarga l’ecosistema
Contro:
• YouTube Music è una forzatura
• Alcune funzioni legate all’account Premium
• Prezzo importante
Prezzo:
• 159,99 € (Fitbit Charge 6)
• 8,99 € (Abbonamento Premium, costo mensile, facoltativo)
• 7,99 € (Cinturino Vancle per Fitbit Charge 5/6)
• 16,99 € (Cinturino Songsier per Fitbit Charge 5/6)
• 7,99 € (Cinturino CeMiKa per Fitbit Charge 5/6)
Fitbit Charge 6 è disponibile a partire dal sito web italiano della casa madre ma lo potete trovare più comodamente anche presso Amazon.it