Prosegue il botta e risposta tra X (Twitter) e l’Unione Europea, a seguito dei messaggi fatti pervenire dall’UE alla piattaforma social di Elon Musk in merito ai post fake sulla guerra tra Israele e Hamas.
La CEO di X Linda Yaccarino afferma che la piattaforma di social media, precedentemente nota come Twitter, ha identificato e rimosso “centinaia” di account affiliati ad Hamas, e ha “preso provvedimenti per rimuovere o etichettare decine di migliaia di contenuti” in seguito agli attacchi terroristici perpetrati da Hamas contro Israele.
La lettera di Yaccarino è una risposta alle preoccupazioni sollevate dal commissario dell’UE, Thierry Breton, secondo cui X viene utilizzato per “diffondere contenuti illegali e disinformazione”, in possibile violazione dell’insieme di norme stringenti per garantire libero accesso al mercato..
Il braccio di ferro tra X e l’Unione Europea avviene mentre l’UE implementa proprio il DSA, che impone ai grandi provider online l’obbligo di rimuovere contenuti illegali e mitigare i rischi per la sicurezza pubblica in generale. Oltre a X, Breton ha scritto anche a Meta per ricordare i suoi obblighi previsti dal DSA.
Ci sono state numerose segnalazioni di diffusione di disinformazione e informazioni errate su X riguardo alla guerra tra Israele e Hamas. The Guardian ha raccolto numerosi esempi di tali contenuti, alcuni con milioni di visualizzazioni, che includono video e immagini fuori contesto. Separatamente, i ricercatori sostengono di aver scoperto una rete di propaganda composta da 67 account che diffondevano contenuti falsi sulla guerra.
X è particolarmente sotto osservazione a causa dei cambiamenti avvenuti nell’azienda sotto la proprietà di Elon Musk, che ha portato a tagli profondi ai team di moderazione, al ripristino di account precedentemente banditi, al rovesciamento del sistema di verifica della piattaforma, allo scioglimento del Consiglio per la sicurezza e alle dimissioni di due responsabili in questo stesso team.
Musk ha persino consigliato, in un tweet successivamente cancellato, di seguire due account che in passato hanno diffuso disinformazione per avere aggiornamenti in tempo reale sul conflitto tra Israele e Hamas. Yaccarino ha dichiarato che X ha formato un “gruppo di leadership” poco dopo la notizia dell’attacco di Hamas per valutare la situazione e ha illustrato le politiche di moderazione della piattaforma.
La CEO ha affermato che la piattaforma ha risposto a oltre 80 richieste di rimozione ricevute nell’UE “entro i tempi richiesti”, ma ha osservato che non ha ricevuto alcuna comunicazione da Europol riguardo a contenuti illegali presenti nel servizio.
La lettera di Yaccarino sottolinea anche come X stia utilizzando le Community Notes nel tentativo di contrastare la disinformazione sulla sua piattaforma, notando che più di 700 note uniche vengono mostrate sulla piattaforma in relazione agli attacchi. Tuttavia, un rapporto di NBC News ha evidenziato la tensione a cui è sottoposto questo sistema alimentato dai volontari: alcune di queste richiedono ore, o addirittura giorni, per essere approvate, mentre altre rimangono lettera morta.
Mentre la lettera della CEO di X ha mantenuto un tono diplomatico, lo stesso Musk è stato più diretto nelle sue risposte a Breton, spingendo il commissario a elencare pubblicamente le violazioni specifiche sulla piattaforma:
Agiamo in modo trasparente. Nessun accordo dietro le quinte
Adesso si aspetta la risposta dell’UE. Thierry Breton aveva precedentemente avvertito X che la mancata conformità al DSA avrebbe potuto comportare l’avvio di un’indagine e possibili sanzioni.