Apple continua a lavorare all‘Apple Watch per misurare la glicemia. Ma i passi avanti su questa tecnologia, di cui si parla da anni, sono lenti e difficoltosi e ostacolati da imprevisti come la morte a fine 2022 di Bill Athas il manager che era al comando del segretissimo Exploratory Design Group, o XDG, il nome della task che lavora sull’iniziativa.
Così Tim Cook ha tolto da cilindro un nuovo asso, Tim Millet, (nella foto qui sopra) vice presidente platform architecture responsabile dello sviluppo di Apple Silicon, cui stato assegnato l’incarico di guidare il gruppo.
Millet avrà l’incarico, difficile, di prendere il testimone di Athas al posto del quale nel corso degli ultimi mesi si sono succeduti in via temporanea importanti dirigenti come Dave Simon e Jeff Koller che a loro volta fanno riferimento a Johny Srouji, vice presidente senior Hardware Technologies.
La rilevanza del progetto per l’Apple Watch che misura la glicemia è testimoniata anche dalle voci secondo le quali nel coordinamento sono stati coinvolti anche il CEO Tim Cook, il direttore operativo Jeff Williams, e l’Apple Watch Hardware Chief, Eugene Kim.
Del resto il monitoraggio in continuo della glicemia è un obiettivo che è visto come una sorta di Santo Graal dai big del mondo IT (come Samsung) che propongono dispositivi indossabili. La funzionalità sulla quale scommette anche Apple permetterebbe di registrare i cambiamenti della glicemia direttamente dal polso, senza impiantare dispositivi sottocute, dettagli utilissimi per migliorare la vita delle persone affette da diabete, riducendo il rischio di episodi di ipoglicemia o iperglicemia senza che ciò impatti in maniera rilevante sulla propria qualità di vita.
Stando a quanto riferisce Bloomberg, la tecnologia sulla quale Apple sta lavorando fa affidamento alla miniaturizzazione e alla progettazione avanzata di chipset. Ed è per questo che l’incarico di capo del progetto, che avrebbe una segretezza parti a quella che ha avuto Apple Reality Pro e a quella di Apple Car, è stato nominato, come dice Bloomberg che ha anticipato la notizia, Millet. Si tratta di un dirigente molto esperto, un veterano Apple (da 19 anni in azienda) che si è occupato della transizione da Intel ai chip Apple Silicon con i processori della serie Mx.
Potrebbero essere necessari ancora anni prima che gli obiettivi ai quali mira Apple siano fattibili. A quanto pare di capire, a Cupertino hanno capito come fare e l’obiettivo è ora ridurre fisicamente tutto l’insieme di sensori e altro hardware necessario, in modo da poter inserire tutto in un Apple Watch.
Da precedenti indiscrezioni l’insieme di tecnologie necessarie occupa al momento lo spazio equivalente di un iPhone, e sarebbe stato testato con centinaia di persone negli ultimi dieci anni, confrontando i vari risultati ottenuti con test tradizionali che prevedono il prelievo di una piccola goccia di sangue dal polpastrello, leggendo con un glucometro il valore della goccia posta in una striscia reattiva.
l fatto che attualmente l’idea di Apple richiede il supporto di oggetto grande quanto l’iPhone non deve preoccupare: anche il primo prototipo dello stesso iPhone occupava uno spazio decisamente più grande.
Apple fa tempo riferimento nei suoi brevetti al diabete e sta lavorando su strumenti per il monitoraggio di questa patologia ma questa è solamente una delle tante funzionalità in serbo per i futuri dispositivi da polso di Cupertino.