Sarà varata nel 2030 la nave da crociera elettrica del progetto Sea Zero, quello annunciato a marzo dello scorso anno dalla compagnia Hurtigruten Norway in accordo con altri 12 partner marittimi insieme all’istituto di ricerca norvegese SINTEF.
Una nave che sarà alimentata da energia eolica e solare principalmente attraverso delle speciali vele retrattili che si abbassano per superare i ponti e si alzano fino a 50 metri per catturare quanto più Sole possibile, «soprattutto quello invernale a Sud» spiega l’amministratore delegato della compagnia, Hedda Felin, visto che in Norvegia d’estate c’è Sole ventiquattrore su ventiquattro e quindi lo si potrà sfruttare perfino a mezzanotte.
Le vele poi possono anche cambiare angolazione per prendere più vento; e catturano energia attraverso i 1.500 metri quadrati di pannelli solari che le rivestono per poi mandarla alle batterie, con unità da 60 megawatt che si potranno ricaricare perfino in porto con energia pulita. Ovviamente la forma aerodinamica non è casuale, ma è studiata appositamente per produrre la minore resistenza possibile all’aria, riducendo così i consumi energetici.
Al suo interno troveranno posto 270 cabine da dividere tra 99 membri dell’equipaggio e 500 passeggeri, che saranno invitati a ridurre al minimo il proprio impatto climatico tramite un’app che gli monitorerà i consumi personali di acqua ed energia nell’intento di «renderli consapevoli di quanta energia consumano stando dieci minuti in più sotto la doccia o con l’aria condizionata accesa al massimo».
L’idea è di Gerry Larsson-Fedde, VP senior per le operazioni marittime della compagnia, che stima un’autonomia di 300-350 miglia nautiche per il transatlantico: di conseguenza – spiega – dovrà ricaricarsi all’incirca 7-8 volte per percorrere un viaggio andata e ritorno di 11 giorni.
L’obiettivo è grande, ma non irraggiungibile
Il punto è che, secondo i dati dell’Organizzazione Marittima Internazionale, l’industria marittima rappresenta il 3% delle emissioni globali di gas serra prodotte dall’uomo, motivo per cui nel 2018 si è fissato l’obiettivo di dimezzarle entro il 2050. Questo progetto quindi è figlio di questa ricerca di soluzioni tecnologiche per viaggi marittimi senza emissioni, e per portarlo a termine la compagnia procede spedita: per il 2026 dovrà essere finalizzato e entro l’anno successivo dovrà essere avviata la produzione in cantiere in modo da riuscire a vararla per il 2030.
Se poi tutto va bene, pian piano navi come questa andranno a sostituire quelle dell’intera flotta della Hurtigruten Norway che al momento conta 8 navi, ciascuna capace di trasportare 500 passeggeri, viaggiando lungo la costa norvergese, da Oslo al circolo polare artico. L’azienda quindi è piccolina, ma i suoi sono i sogni più grandi: quelli di essere d’ispirazione per l’intera industria marittima.