Le tracce c’erano già durante il keynote della WWDC 2023, quella dove abbiamo visto arrivare Vision Pro, per intenderci: in una brevissima sequenza Craig Federighi compare con giubbotto di pelle e chitarra moddata a tre manici, per dedicarsi a un brevissimo assolo in perfetta tecnica Eddie Van Halen.
Sarà stato lui? È stata costruita in studio con effetti speciali e musicisti professionali? Ce lo siamo chiesti un po’ tutti, anche se bisogna dire che l’uomo è decisamente capace di sorprendere. Ma poi è arrivato l’assolo in un popolare talk show web, quello condotto dall’opinionista John Gruber (lo sviluppatore padre del markdown diventato blogger e podcaster) dove Federighi è un ospite fisso assieme a Greg Joswiak, il capo marketing mondiale dell’azienda.
E là, sul palco, in una scena ovviamente preparata, ha tirato fuori la sua chitarra (una PRS, il marchio di chitarre di alta qualità creato nel 1985 da Paul Reed Smith e che viene solitamente usato da musicisti professionisti) e si è esibito in un pezzetto dell’assolo Eruption creato da Eddie Van Halen e che ha reso popolare nel mondo del rock la tecnica spettacolare (e acusticamente impressionante) del “tapping“.
Turns out Craig can actually play guitar. pic.twitter.com/nf8JMMbhQ9
— Chance Miller (@ChanceHMiller) June 8, 2023
Immerso in distorsioni meno “forti” di quelle usate dai Van Halen, e con un tempo leggermente ondivago ma con una tecnica sicura ed espressiva e una diteggiatura notevole per un non professionista (sia nelle note legate suonate a percussione con la mano destra che, a nostro parere soprattutto nel bending e slide finale), Federighi ha dimostrato che il modo di dire molto boomer “Let’s rock!” può essere interpretato alla lettera.
Le reazioni su Internet
La rete è impazzita. E va detto che questo era decisamente immaginabile, ma si dimostra un caso di fortunatissima intuizione se il marketing di Apple non ci ha messo le mani. Un “istinto per la viralità” sui social che ha pochi pari. Ma ci sta, perché Federighi ha una serie di caratteristiche che lo rendono un vero e proprio uomo di spettacolo: a parte essere spigliato, ha il physique du rôle giusto per stare sui palchi e soprattutto ha l’autoironia, che è la sua vera arma segreta.
I tempi giusti e la capacità di prendersi in giro, salvo poi dimostrare, con la chitarra in mano, che è più simile a un vero performer che non a un tecnico e dirigente di azienda. È la base sulla quale mettere un assolo “piacione” anche se tecnicamente non impossibile, e far esplodere la rete: “Che leggenda!“, “Bro, cos’è che non sa fare?”, “Graig Got Talent“, “Quest’uomo dev’essere preservato!”, “Ovvio, è perfetto“.
Anche durante il keynote aveva suonato pochissime battute di chitarra e circolavano invece dubbi sulla sua reale capacità di imbracciare una chitarra. Il mini show da Gruber è stato fatto apposta per dimostrare che l’uomo quando si rilassa suona la chitarra e suona rock duro, e ha provocato apprezzamenti anche da questo punto di vista.
“Durante il keynote mi sono accorto che era troppo preciso per essere fake“, “Lo dicevo che era lui a suonare”, “Craig ‘The Shred’ Federighi!“, “Craig Shrederighi”, “Beh, ha detto che quando era più giovane ha imparato a suonare la chitarra, e ho appena scoperto che lavorava per NeXT!”, fino al commento che vale un’eredità online eterna: “Il salto mortale dei capelli alla fine è da “rock dad” mitico. Quest’uomo è una leggenda!“.
A essere simpatici non s’impara
È un “naturale”, non c’è niente da dire. Craig Federighi, nato il 27 maggio 1969, una zazzera bianca indomabile che gli è valsa il soprannome di “Hair One”, gioco di parole tra capelli (“hair”) e Air One, l’aereo del presidente degli Stati Uniti, è esploso come uomo da palcoscenico all’inizio dell’era post-Steve Jobs, quando Apple aveva più bisogno di un personaggio carismatico che non facesse ombra a Tim Cook (molto rigido davanti alle telecamere, soprattutto all’inizio) e che prendesse pian piano il posto del capo del marketing, Phil Schiller (nato il 6 giugno 1960), che però faceva più da spalla per Steve Jobs e che da solo poteva suonare eccessivo, oltre a non avere la complessione giusta per spiccare sul palco.
Invece, Federighi, che dal nome è di chiara discendenza italiana, ha un ruolo da solista, il più lontano possibile se ci fate caso dai momenti in cui Tim Cook è sul palco. Ed è quindi molto appropriato che abbia tirato fuori una sorprendente competenza chitarristica proprio con un assolo di chitarra da ragazzino degli anni Ottanta.
Nelle camerette di chi imparava a suonare la chitarra elettrica da ragazzino (e difficilmente Federighi ha imparato l’assolo in una settimana per far scena sul palco: per avere quel tocco ed espressione dopo i 50 è molto probabile che suonasse fin da piccolo) quello era il punto più alto a cui tutti miravano: Eddie Van Halen con Eruption.
Ma chi è Craig Federighi
Federighi ha lavorato per Steve Jobs alla NeXT e ha guidato lo sviluppo dell’Enterprise Objects Framework. Era entrato in NexT nel 1996, però quando Apple ha acquisito NeXT non è rimasto molto. Infatti, nel 1999, ha lasciato l’azienda per andare ad Ariba, dove ha ricoperto varie posizioni, tra cui quella di Chief Technology Officer. È tornato poi alla Apple 2009, perché, ha detto, aveva ricevuto la proposta di dirigere lo sviluppo di macOS.
All’epoca Apple aveva appena completato lo sviluppo di Mac OS X Snow Leopard, che è stata una delle versioni di miglioramento incrementale del sistema operativo più veloci e di qualità. Nel marzo 2011 Federighi è succeduto a Bertrand Serlet come vicepresidente di Apple per l’ingegneria del software Mac e nell’agosto 2012 è stato promosso vicepresidente senior, alle dirette dipendenze del CEO Tim Cook.
Dopo che Scott Forstall ha lasciato Apple, il suo ruolo si è esteso a iOS e a macOS. Nel decennio successivo alla guida di Federighi, il sistema operativo di Apple è cambiato in maniera radicale e sono molto aumentate le integrazioni tra i differenti sistemi: dagli strumenti di programmazione basati su librerie, framework e il linguaggio open source Swift alle communalità tra macOS, iOS, iPadOS, watchOS, tvOS e adesso anche visionOS.
Il papà rock
Nell’assolo durante la WWDC il marketing e la produzione dei video di Apple hanno curato la gag (una delle tantissime messe in pista da Federighi) fin nei minimi dettagli. Giubbotto in pelle “storicamente corretto”, anelloni d’argento alle dita della mano destra che, messi in fila, dicono “W”, “W”, “D”, “C”. Chitarrone mostruoso a tre manici, suono super prodotto e pochissimi secondi per creare un’impressione che deve passare alla storia.
Se al nadir abbiamo l’immagine del vecchio capo di Microsoft, Steve Ballmer, sudato e indemoniato che balla e che canta sul palco (dimostrando che almeno in quell’epoca Microsoft era completamente priva di stile e di gusto), adesso più di vent’anni dopo abbiamo un candidato per lo zenit: Craig Federighi che suona Eruption e rivendica peraltro la sua identità molto caratterizzata sia come epoca che come status sociale ed etnico.
L’hair-rock californiano degli anni Ottanta come fenomeno della West Coast amato dai ragazzini bianchi di tutto il mondo. Una tessera in più nel mosaico di rappresentazioni e immaginari inclusivi del mondo che Apple mette da tempo nei suoi keynote, dove compaiono persone e modelli di famiglia non tradizionali rispetto alla vecchia cultura mainstream.
Ma quello che definisce veramente la doppia, micro esibizione di Federighi è un solo, ultimo commento su Twitter: “Insanely great!“.
Per saperne di più
Tutte le novità dalla WWDC 2023 sono riassunte in questa pagina del nostro sito: per tutto quello che c’è da sapere sul visore Vision Pro rimandiamo a questo approfondimento. Se invece volete sfogliare gli articoli di approfondimentoallora non vi resta che visitare la sezione WWDC 2023.