Quasi tutti i materiali possono essere trasformati in dispositivi per la raccolta dell’elettricità dall’umidità atmosferica. È quanto scoperto da un team di ingegneri dell’Università del Massachusetts Amherst e reso noto con un articolo sulla rivista scientifica Advanced Materials.
Gli scienziati avevano dimostrato tale possibilità già nel 2020 sfruttando nanofili proteici generati dai batteri Geobacter sulfurreducens, racchiusi in a tra due elettrodi piatti. Il nuovo studio dimostra che è possibile usare qualsiasi materiale, inclusi legno e silicio, e che il nanofilo usato nel procedimento è irrilevante. Il segreto è sostanzialmente la dimensione microscopica delle particelle (pori con un diametro inferiore ai 100 nanometri, meno di un millesimo della larghezza di un capello umano).
Come funziona
Il generatore di elettricità dall’aria, conosciuto come Air-gen, permetterebbe di ottenere energia pulita e costante, ricavandola dall’umidità che è sempre presente, indipendentemente se c’è il sole o ci sono nuvole. I nanopori su un dispositivo largo come un’unghia e sottile come un capello, possono essere attraversati dalle molecole dell’acqua nell’aria, creando uno squilibrio di carica nella parte superiore e inferiore del dispositivo, ottenendo una batteria che può funzionare di continuo.
Un minuscolo prototipo – riferisce il Washington Post – consente di produrre l’energia per creare un puntino luminoso su un grande schermo ma gli scienziati riferiscono che è possibile impilare gli Air-gen uno sopra l’altro e con circa 1 miliardo di Air-gen delle dimensioni di un frigorifero è possibile produrre 1 kilowatt e dunque fornire parte dell’energia utile a una piccola famiglia.
Il team sta lavorando per migliorare ulteriormente l’efficienza e il numero di dispositivi necessari per impianti validi, e riferiscono della possibilità di integrare sistemi del genere in pareti a casa, in spazi inutilizzati nelle città o negli uffici.
Potete trovare un report avanzato della ricerca a questo link di Advanced Material.
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