Per un certo periodo di tempo Samsung aveva preso in considerazione l’idea di liberarsi di Google impostando Bing come motore di ricerca predefinito nei suoi telefoni. Ma se parliamo al passato è perché, secondo il Wall Street Journal, il progetto sarebbe appena saltato: sospesa la revisione interna, non se ne discuterà oltre.
Cosa avrebbe significato
Per Microsoft sarebbe stata una conquista importante, visto il lungimirante dominio di Google in questo settore: al momento infatti il 93% delle ricerche web da smartphone passano da lì, mentre Bing detiene soltanto un misero 3%. Questo non succede soltanto perché Google ormai è universalmente diventato il sinonimo di ricerca-fatta-sul-web (un po’ come quando diciamo Scottex nell’intendere la carta assorbente), ma anche perché ogni anno la società sborsa fior fior di miliardi per stare in prima fila.
Sappiamo infatti che Apple intasca dagli 8 ai 12 miliardi di dollari l’anno per tenere Google come motore di ricerca predefinito sui suoi telefoni e si ritiene che con Samsung ci sia un accordo simile, anche se la somma stimata pare essere significativamente inferiore.
Sarebbe stato un colpo grosso anche perché avrebbe significato finire in mano a centinaia di milioni di persone ogni anno: soltanto l’anno scorso, per dire, Samsung ha spedito 260 milioni di smartphone, ovvero un quinto di tutti i telefoni spediti nel mondo nel 2022.
Perché a un certo punto Samsung ha pensato a Bing
La transizione a Bing avrebbe fatto parte dei continui sforzi di Samsung nel voler diversificare il suo software per smartphone esplorando opzioni alternative, ma è probabile che a un certo punto sia venuta la voglia di scegliere proprio quello di Microsoft per via delle sue tecnologie di intelligenza artificiale recentemente balzate agli onori della cronaca. Ma sappiamo anche che Google si sta dando da fare per competere con ChatGPT, quindi è solo questione di tempo prima che il colosso delle ricerche recuperi il terreno perso in questo segmento di mercato.
Samsung ritiene che un passaggio del genere non avrebbe alterato significativamente il suo “status quo” anche perché, diciamocelo, la maggior parte degli utenti non usa il browser proprietario dell’azienda, ma Chrome e simili. Se non è successo oggi non vuol dire che non succederà mai, ma sicuramente non è una cosa che potrà avvenire tanto presto, e non certo per paura di come il mercato potrebbe percepire questo cambiamento.
Un legame che va in profondità
Sono invece state sicuramente più determinanti le relazioni commerciali tra i due colossi, che sono intrecciati molto più profondamente di quel che si potrebbe pensare. Samsung, come Apple, è un partner molto importante per Google: la maggior parte dei suoi telefoni si affidano molto al suo Android e, allo stesso tempo, Google è sempre lì pronta ad aggiustare le app per renderle compatibili coi dispositivi, compresi gli ultimi pieghevoli. E non dimentichiamoci che Google acquista anche i chip di memoria di Samsung.
Ora, anche se è vero che la divisione smartphone di Samsung ha sempre considerato preoccupante questa significativa dipendenza dal software di Google (parliamo di un legame ultradecennale, con Google impostato come motore di ricerca predefinito fin dal Samsung Galaxy S del 2010), c’è ancora troppo Google in Samsung, e troppo Samsung in Google, per tagliare i ponti oggi e in questo modo.